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Accadde oggi: 9 novembre

Accadde oggi: 9 novembre

Almanacco del 9 novembre, anno 1729: Regno di Gran Bretagna, Spagna Borbonica e Regno di Francia stipulano il Trattato di Siviglia. L’atto è concludente della guerra anglo-spagnola, scoppiata nel 1727. Il conflitto, per quanto poco noto (poiché settecentesco, quindi già screditato per natura, oltre che intermedio rispetto alle ben più grandi guerre di successione), è un chiaro esempio di come funzionasse la diplomazia degli Stati del XVIII secolo e di come essa fosse una diretta prosecuzione della “guerra guerreggiata” ma all’interno dei più fastosi salotti d’Europa.

Accadde oggi: 9 novembre

La guerra anglo-spagnola del 1727-1729 era scoppiata per ragioni commerciali e intrinsecamente coloniali. Siamo pur sempre nel Settecento. Filippo V di Spagna, primo sovrano borbonico sul trono iberico, mirava a riconquistare parte del prestigio e dell’influenza perduti con i trattati di Utrecht (1713). Le clausole post guerra di successione spagnola avevano sancito la cessione di Gibilterra e Minorca alla Gran Bretagna. Da parte sua, Londra difendeva gelosamente i vantaggi economici e strategici conquistati, in particolare nel Mediterraneo e nelle rotte verso l’America. Quando nel 1727 le tensioni esplosero nuovamente – soprattutto per la questione di Gibilterra – il conflitto, sebbene di portata limitata, rischiò di trascinare con sé l’intera Europa.

La sola e più grossa operazione militare fu l’assedio di Gibilterra, montato dagli spagnoli nel 1727 contro la guarnigione inglese nel meridione iberico. Si risolse in un nulla di fatto dopo cinque mesi di combattimenti e qualche migliaio di perdite. Approssimazione comprensiva delle forze assedianti come di quelle assediate.

9 novembre assedio di Gibilterra

Fu in questo scenario, per fortuna circoscritto e limitato, che maturò la necessità di un’intesa diplomatica. Le prime trattative si tennero nel congresso di Soissons (1728), dove le potenze europee – Francia, Spagna, Gran Bretagna e Paesi Bassi – cercarono un compromesso duraturo. Parallelamente, la convenzione di El Pardo, firmata a Madrid, aveva già posto le basi per un riavvicinamento tra i regni di Giorgio II e di Filippo V. Tuttavia, solo a Siviglia si giunse a una vera conclusione.

Il Trattato di Siviglia (9 novembre 1729) fu firmato da personalità di primo piano: Juan Bautista de Orendain e José Patiño Rosales rappresentavano la Spagna; William Stanhope, Sir Robert Walpole e Benjamin Keene la Gran Bretagna; mentre la Francia di Luigi XV fu rappresentata dal marchese di Brancas. Qualche settimana dopo, il 21 novembre 1729, anche Francisco Vandermeer, in nome degli Stati Generali dei Paesi Bassi, sottoscrisse l’accordo, conferendogli una piena dimensione europea.

9 novembre scenario alleanze guerra anglo-spagnola 1727-29

Le clausole del trattato riflettevano un delicato equilibrio di concessioni reciproche. La Gran Bretagna manteneva il possesso di Gibilterra e Minorca, punti strategici nel Mediterraneo che assicuravano il controllo delle rotte commerciali. Inoltre, Londra conservava privilegi economici e diritti di commercio nei territori spagnoli, consolidando la propria supremazia marittima e mercantile. In cambio, la Spagna otteneva il riconoscimento internazionale delle ambizioni dinastiche di Elisabetta Farnese, la determinata regina consorte di Filippo V, decisa a garantire un futuro ai figli nati dal suo matrimonio con il sovrano borbonico.

In particolare, il trattato riconosceva i diritti di Elisabetta e dei suoi figli sul Ducato di Parma e Piacenza e sulla Toscana. Territori allora cruciali per l’equilibrio politico della penisola italiana. La Spagna ottenne anche l’autorizzazione a inviare 6.000 soldati in Italia per proteggere questi futuri domini, con il consenso e l’assistenza di tutti i firmatari. Era, di fatto, la legittimazione di un disegno politico più ampio. Ovvero assicurare ai Borbone di Spagna una solida presenza in Italia, nel quadro della politica europea di equilibrio tra le grandi dinastie.

9 novembre Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna

Dobbiamo fare lo sforzo di inquadrare il Trattato di Siviglia del 9 novembre 1729 come un importante passaggio di diplomazia preventiva, che contribuì a mantenere l’Europa in un fragile equilibrio fino alla guerra di successione austriaca, scoppiata nel 1740. In esso si rifletteva pienamente la logica politica dell’età. Era quella una diplomazia di equilibri, di matrimoni e concessioni. Un contesto in cui le alleanze mutavano con rapidità, ma il fine restava costante, ossia la conservazione della pace (a scopo economico) e del potere dinastico.