Storia Che Passione
Accadde oggi: 5 settembre

Accadde oggi: 5 settembre

Almanacco del 5 settembre, anno 1877: un colpo di baionetta inflitto da una guardia di fanteria ferisce mortalmente Cavallo Pazzo (in lingua Lakota Tashunka Uitko, letteralmente “il suo cavallo è pazzo”), leggendario capo della tribù degli Oglala Lakota, della nazione Sioux. La sua morte, avvenuta all’interno di Fort Robinson, nel profondo Nebraska, è uno degli episodi più drammatici e significativi delle guerre indiane. Attorno a essa si intrecciano versioni contrastanti, sospetti di tradimento, tensioni politiche tra i capi Lakota e la crescente pressione del governo federale statunitense, deciso ormai a spezzare ogni forma di resistenza armata nelle Grandi Pianure.

Accadde oggi: 5 settembre

Dopo la battaglia di Little Bighorn, nel 1876 – la vittoria più clamorosa dei Lakota e dei loro alleati contro il generale Custer – la situazione per le tribù delle Pianure cambiò rapidamente. L’esercito statunitense rafforzò la propria presenza, i bisonti, ovvero la principale fonte di sostentamento dei nativi, furono progressivamente sterminati, e la fame divenne un’arma più efficace dei fucili.

Cavallo Pazzo, uno dei leader della nazione Sioux, con la sua banda di circa 900 Oglala, fu tra gli ultimi a resistere. Ma la carestia e le malattie costrinsero anche lui, il 6 maggio 1877, a consegnarsi a Fort Robinson al tenente Philo Clark. Nonostante la resa, Cavallo Pazzo rimaneva un personaggio ingombrante: amatissimo dai suoi seguaci, temuto dai capi rivali come Nuvola Rossa e Coda Chiazzata, e guardato con sospetto dagli ufficiali statunitensi, che lo consideravano potenzialmente pronto a ribellarsi, di nuovo.

5 settembre Fort Robinson

Prima di proseguire, è interessante, almeno a mio parere, cercare di capire da dove originasse questa antipatia fra i vertici nativi. Antipatia che faceva comodissimo a Washington. Gli Stati Uniti infatti, come nel più classico dei divide et impera, avevano l’abitudine di sfruttare le fratture interne alle tribù. Nel caso degli Lakota, Nuvola Rossa e Coda Chiazzata (già da tempo essi avevano scelto una politica di compromesso con i bianchi) mal sopportavano il prestigio di Cavallo Pazzo, il quale non aveva mai cercato titoli ufficiali ma incarnava un modello di leader carismatico e intransigente.

Il generale George Crook, convinto che Cavallo Pazzo potesse tornare a combattere, ordinò il suo arresto. Il 5 settembre 1877, i soldati lo convocarono a Fort Robinson con il pretesto di un colloquio. In realtà l’intento era quello di condurlo in prigione.

Secondo molte testimonianze, Cavallo Pazzo inizialmente non oppose resistenza. Quando però si accorse che lo stavano trascinando verso la cella, tentò di divincolarsi. Fu in quel momento che Piccolo Grande Uomo, un tempo suo alleato e ora al servizio della polizia indiana, lo bloccò. Nel trambusto, un soldato, identificato da alcune fonti come William Gentles, gli vibrò un colpo di baionetta. Le versioni divergono sul punto esatto in la lama affondò nella carne. Forse al fianco, forse sulla schiena, altri ancora dicono all’addome. Il fatto accertato è sempre lo stesso: il gesto gli fu letale.

5 settembre lapide memoria Cavallo Pazzo

I presenti trasportarono Cavallo Pazzo in una baracca dell’accampamento. Secondo alcuni testimoni, i genitori accorsero al suo fianco, assistendolo fino alla morte, avvenuta poco prima della mezzanotte del 5 settembre. Nonostante la sua fama eroica, non vi furono funerali solenni. Avvolsero il corpo esanime in una pelle di bisonte e lo trasportarono segretamente dai familiari verso il torrente Wounded Knee, dove lo deposero. Il luogo esatto resta ancora oggi ignoto.