Almanacco del 24 settembre, anno 1993: dopo decenni in cui si alternarono la Repubblica Khmer, la Kampuchea Democratica di Pol Pot e la Repubblica Popolare Kampuchea, ritorna in Cambogia la monarchia. La forma repubblicana torna, esattamente come 40 anni prima, con lo stesso re, Norodom Sihanouk. Vediamo insieme qualcosa in più su questa strana successione di eventi, repubbliche e regni.

Tra il 1941 e il 1955 il regno di Cambogia era guidato da Norodom Sihanouk, fino al suo primo allontanamento dal trono. Nel 1955 creò l’organizzazione politica Sangkum, con la quale corse alle elezioni del 1955 e vinse. Da re che era, divenne primo ministro e governò (con regime monopartitico non tanto diverso dalla monarchia) fino al 1960. In questa data si dichiarò Capo di Stato.
La vita in Cambogia scorse abbastanza tranquilla per altri due decenni circa, fino al 1975, data del colpo di stato di Lon Nol, appoggiato (stranamente!) dagli Stati Uniti. Nasceva la Repubblica Khmer, pronta a lasciare il posto, dopo non troppo tempo, alla Kampuchea Democratica di Pol Pot.

Inizialmente Sihanouk andò d’accordo con i Khmer Rossi e con Pol Pot, fino a quando, dopo un litigio ai vertici, non fu posto agli arresti domiciliari, fino al 1979. In questa data i soldati vietnamiti entrarono in Cambogia e rovesciarono il governo dei Khmer Rossi. Ancora una volta nacque un nuovo governo con un nome abbastanza complicato: Repubblica Popolare di Kampuchea, chiaramente filo-vietnamita.
Sihanouk, davanti al governo di una potenza straniera, capì che forse forse Pol Pot e i suoi non erano tanto male, e vi fece pace. Insieme continuarono la guerra contro le forze vietnamite e contro il governo che avevano creato in Cambogia, fino al 1993, anno dell’accordo di pace. Cosa prevedeva questo accordo? Semplice, il ritorno alla monarchia con la restaurazione del Regno di Cambogia.

Indovinate chi divenne il nuovo (vecchio) re? Ve lo abbiamo spoilerato in apertura, quindi è facile. Norodom Sihanouk era di nuovo sovrano, il “Re Padre” lo chiameranno, giustamente. Come un buon genitore Sihanouk aveva infatti attraversato moltissime fasi, anche le più nefaste e convulse, della vita del paese. Da anziano e saggio tornava a guidare la sua nazione, per la quale combatté, e non poco, cambiando anche bandiera qualche volta…