Storia Che Passione
Accadde oggi: 22 agosto

Accadde oggi: 22 agosto

Almanacco del 22 agosto, anno 1962: nel quartiere di Petit-Clamart, nella città di Clamart, 11 km a sud di Parigi, ha luogo l’omonimo attentato alla vita del presidente francese Charles de Gaulle. Quest’ultimo ne esce illeso, ma alla vita pubblica transalpina non sfugge il significato del gesto violento. Tutto ruotava attorno all’indipendenza algerina, da poco concessa alla nazione nordafricana. Concessione che non piacque a larghe frange dell’establishment militare francese…

Accadde oggi: 22 agosto

Perché mai in quella torrida estate del 1962 si doveva desiderare così tanto la morte del 18° Presidente della Repubblica francese? Il primo e più importante motivo risiedeva nell’atteggiamento accondiscendente che de Gaulle mantenne in politica estera, soprattutto per quanto riguardava il distacco dell’Algeria dalla madrepatria Francia. Si stava ponendo fine a oltre un secolo di colonialismo d’insediamento, perpetrato con ogni tipo di mezzo coercitivo e denigrante. Un processo affatto indolore, dato il contesto nazionale francese e internazionale in cui ciò accadeva.

Nel 1954 si erano accese le fiamme della guerra aperta tra la Francia conservatrice dello status quo e l’Algeria desiderosa di raggiungere l’indipendenza, rappresentata dal FLN (Front de libération nationale). Il conflitto si combatté a suon di scontri armati diretti, guerriglie urbane e attentati. Questi non fecero che aggravare una situazione già disperata per Parigi, che usciva con le ossa rotte da un altro scenario bellico, quello indocinese (1946-1954). Conseguì una crisi profonda e multipla, che investì ogni piano della vita pubblica francese. L’economia crollò, la politica si fece incandescente e la società si abituò presto al linguaggio criminoso della violenza pianificata.

22 agosto indipendenza Algeria

Elementi che fecero cadere la Quarta Repubblica e nascere la Quinta, sorretta dall’eroe di guerra Charles de Gaulle, tornato al potere nel 1958 dopo 12 anni di rumorosa assenza. Ma de Gaulle disattese le speranze di molti e intrattenne delle prolifiche relazioni con i leader del FLN, concretizzando progressivamente il sogno indipendentista algerino. La Francia più reazionaria non se ne stette a braccia conserte. Nel 1960 l’Organisation armée secrète (OAS) vide la luce; si trattava di un organizzazione paramilitare clandestina francese, espressione diretta del più esasperato nazionalismo e dell’estrema destra extra-parlamentare. Si parla di un’entità per sua natura terroristica che nel giro di un anno, dal maggio ’61 al settembre ’62, mieté qualcosa come 2.700 vittime, quasi tutti algerini. Ogni tanto anche qualche francese; ogni tanto anche de Gaulle.

Il presidente nel 1961 sfuggì per un pelo ad un attentato dell’OAS nei suoi confronti, avvenuto ad Algeri. Mesi dopo Francia e governo provvisorio algerino si strinsero la mano in quelli che vengono ricordati come accordi di Évian. Gli stessi normalizzarono i rapporti franco-algerini e rappresentarono l’atto preliminare alla dichiarazione d’indipendenza, solennemente annunciata il 3 luglio 1962. Che poi ad Algeri si festeggi l’evento il 5 luglio è un altro conto, d’altronde si doveva vendicare l’eredità storica di quel 5 luglio 1830…

22 agosto de Gaulle 1960

Mi si perdoni la premessa, ma senza non si sarebbe compresa la natura dell’attentato di Petit-Clamart del 22 agosto 1962. La messa a punto teorica fu una prerogativa del tenente colonnello Jean Bastien-Thiry, il quale poté contare sul sostegno operativo di una dozzina di uomini, tutti più o meno di formazione militare. Bastien-Thiry, come molti colleghi, si oppose categoricamente all’indipendenza algerina e disapprovò il riconoscimento della sovranità algerina da parte di de Gaulle. Il tenente colonnello non era tuttavia un membro dell’OAS, anche se le sue istanze combaciavano con quelle dell’organizzazione paramilitare votata al mantenimento della colonia d’Algeria.

Bastien-Thiry e i suoi scelsero come nome in codice dell’operazione quello di Charlotte Corday, la girondina che nel 1793 assassinò Marat. È quantomeno ironico che gli attentatori si servirono del nome di una donna che credeva nella rivoluzione moderata, contrapposta al Terrore giacobino, di cui si incolpava, fra gli altri, Marat. Incongruenze storiche a parte, de Gaulle lasciò l’Eliseo per dirigersi verso l’aeroporto di Villacoublay a Vélizy-Villacoublay, nella serata del 22 agosto. Durante il tragitto, il commando di sicari aprì il fuoco con armi automatiche e granate. Degli oltre 150 colpi, solo 14 forarono la limousine non blindata del presidente. Nonostante i pneumatici anteriori forati, l’autista della vettura presidenziale proseguì fino alla destinazione. Non ci furono né feriti, né morti. Giunto al terminal dell’aeroporto, Charles de Gaulle commentò l’accaduto con le seguenti parole: «Questa volta, ci siamo andati vicino».

22 agosto attentatore Bastien-Thiry

Che ne fu degli attentatori? Tutti tranne uno – il membro dell’OAS Georges Watin, latitante fino al giorno della sua morte nel 1994 – andarono dietro le sbarre. La mente della cospirazione, Bastien-Thiry, fu processato da una corte marziale, che lo ritenne colpevole e lo condannò alla pena capitale. Un plotone di esecuzione lo giustiziò a Fort d’Ivry l’11 marzo 1963. Aveva 35 anni. Fu l’ultimo ad essere fucilato in Francia prima dell’abolizione della pena di morte del 1981.