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MK-ULTRA, lo "sporco" progetto della CIA per il controllo mentale

MK-ULTRA, lo “sporco” progetto della CIA per il controllo mentale

Oltre i limiti della bioetica, al di là della proverbiale linea rossa, si colloca il progetto MK-ULTRA. Forse ne avete già sentito parlare, forse no, ma con questo nome in codice ci si riferisce ad un programma segreto, illegale e condotto per lo più clandestinamente dal 1953 fino al 1973 dalla CIA, la più famosa e potente agenzia d’intelligence sul globo terracqueo. Il progetto, formalmente ventennale, ma nell’effettivo durato la metà del tempo, servì all’Agenzia e al governo statunitense per agguantare le presunte leve nascoste del controllo mentale. Si avvalsero dei mezzi più disgustosi e disumani: droghe, tortura psicologica, elettroshock, lavaggio del cervello e coercizione diretta. Nulla doveva uscire alla luce del sole, e il colosso con sede a Langley, Virginia, si impegnò per cancellare ogni traccia del piano top secret. Tuttavia dimenticarono di far sparire oltre 20.000 documenti sensibili, che oggi costituiscono la prova minima dell’esistenza di MK-ULTRA.

MK-ULTRA, lo "sporco" progetto della CIA per il controllo mentale

Se 20.000 cartelle con nomi, spostamenti di denaro, dichiarazione d’intenti, e altri dettagli “succulenti” rappresentano la prova minima, allora capirete da soli la reale – ma indefinibile – portata del progetto MK-ULTRA. La sua storia nasce dagli ultimi strascichi della Seconda guerra mondiale, e sboccia con l’avvento della contrapposizione bipolare targata USA-URSS.

Nei primi anni ’50, gli Stati Uniti si convinsero che l’Unione Sovietica avesse scoperto tecniche di “lavaggio del cervello” capaci di piegare la volontà dei prigionieri; meglio per Mosca se americani. Durante la guerra di Corea (1950-1953), infatti, diversi soldati statunitensi catturati dai nordcoreani avevano confessato pubblicamente crimini di guerra o avevano criticato la propria patria.

MK-ULTRA Allen Dulles CIA

A Washington si diffuse così l’idea che a Mosca (e per osmosi, in tutta la galassia comunista) disponessero di metodi scientifici per manipolare la mente umana. Il timore che il “controllo mentale” potesse divenire un’arma politica e militare portò la CIA, sotto la direzione di Allen Welsh Dulles, a reagire nel modo più radicale possibile: sperimentare essa stessa, segretamente, fino a quali limiti si potesse arrivare nella manipolazione della coscienza. Oggi non sappiamo se il pretesto fu reale o se, per fornire un velo di credibilità geopolitica, lo si costruì ad hoc. Guai a ritenerlo un dettaglio marginale, perché è da questo appiglio che sorgono le più eclatanti teorie del complotto.

Tornando a noi. Nel 1953 nacque Project MK-ULTRA, coordinato dal chimico e agente Sidney Gottlieb, capo della Divisione Servizi Tecnici dell’Agenzia. Il nome in codice aveva poco significato in sé. Esistono solo ipotesi sulla denominazione, e non verità accertate. Si pensa che “MK” fosse l’abbreviazione interna della CIA per “Mind Kontrol” (con la “K” germanizzante), mentre “Ultra” stava per “ultrasegreto”.

Dietro MK-ULTRA si celava una verità ancora più inquietante. Molte delle tecniche e delle idee alla base del progetto derivavano dagli esperimenti di coercizione e farmacologia condotti nei campi di concentramento nazionalsocialisti. Questa storia la conosciamo molto bene, anzi, se siete interessati, questo è l’approfondimento sull’entente cordiale fra ex funzionari e membri del Terzo Reich e il governo a stelle e strisce.

MK-ULTRA Sidney Gottlieb

Comunque, ci basti sapere che dopo la Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti avevano trasferito in patria decine di scienziati tedeschi attraverso l’Operazione Paperclip, chiudendo un occhio sul loro passato, mh, come dire, “compromettente”. Fu così che i dossier sulle torture e le sperimentazioni compiute a Dachau, Ravensbrück, Treblinka, Auschwitz-Birkenau, divennero materiale di studio per la CIA. L’Agenzia vide in quelle pratiche estreme un possibile punto di partenza per le proprie ricerche.

Tutto ciò avveniva in aperta violazione del Codice di Norimberga (1947), la carta etica nata proprio per impedire abusi di questo genere nella sperimentazione umana. Ma il timore del “nemico comunista” era tale da far passare la bioetica in secondo piano. Il programma MK-ULTRA fu vastissimo. Oltre 150 sotto-progetti distribuiti tra università, carceri, ospedali psichiatrici e basi militari, spesso senza che le istituzioni coinvolte sapessero di lavorare per la CIA. Gli esperimenti si concentrarono su diversi ambiti:

  • Uso di sostanze psicoattive (LSD, mescalina, psilocibina, amfetamine, barbiturici, eroina, morfina).
  • Ipnosi e tecniche di condizionamento.
  • Deprivazione sensoriale e isolamento prolungato.
  • Elettroshock ad alta intensità.
  • Torture psicologiche e fisiche volte alla cancellazione della memoria e all’induzione di stati di confusione mentale.
MK-ULTRA macchina della verità

Le cavie erano spesso ignare: detenuti, prostitute, tossicodipendenti, pazienti psichiatrici, ma anche cittadini comuni. In alcuni casi finirono dentro il calderone delle sperimentazioni, a loro insaputa, membri della stessa CIA o militari americani.

Uno degli esperimenti più famigerati avvenne in Canada, presso l’Allan Memorial Institute di Montreal, sotto la guida dello psichiatra Donald Ewen Cameron. Qui, pazienti ricoverati per disturbi lievi furono sottoposti a trattamenti devastanti. Ad esempio cicli di elettroshock massivo, comandi ipnotici ripetuti per settimane e somministrazioni forzate di LSD, nella speranza di “cancellare la personalità” e “ricostruirla” da zero. Molti di loro uscirono da queste cliniche in stato vegetativo o con danni mentali permanenti.

MK-ULTRA uso LSD manipolazione mentale

Il nucleo centrale delle ricerche di Gottlieb fu l’uso dell’LSD, la dietilamide dell’acido lisergico sintetizzata nel 1938 da Albert Hofmann nei laboratori Sandoz di Basilea. Anche su questo argomento, esiste l’articolo d’approfondimento (precisamente questo). Convinto che quella sostanza potesse aprire la mente al controllo esterno o rivelare i segreti dell’inconscio, Gottlieb acquistò dalla Sandoz circa 10 chilogrammi di LSD – una quantità sufficiente per centinaia di milioni di dosi – pagando 240.000 dollari (una cifra enorme per l’epoca).

Da quel momento, l’LSD divenne l’ossessione dell’Agenzia. La somministrarono a inconsapevoli soggetti nelle carceri, così come negli ospedali psichiatrici. Figuratevi, persino nei locali pubblici. In alcuni casi, agenti della CIA drogarono all’improvviso i loro colleghi per “testare la reazione”. Gli scienziati speravano di creare un “siero della verità” da impiegare durante gli interrogatori o addirittura dei “candidati manciuriani”. Cosa sono? Facile: degli individui programmati per compiere azioni, anche omicidi, senza che in loro vi rimanga memoria. Nessuno di questi obiettivi fu mai raggiunto, ciò che invece si raggiunse, fu un numero di vittime altissimo, benché a noi sconosciuto.

MK-ULTRA fascicolo progetto

Nel corso degli anni ’60, i risultati si rivelarono inconsistenti. Nessuna droga o tecnica riuscì a garantire il controllo totale della mente. Gottlieb stesso, amareggiato, riconobbe l’impossibilità del progetto. Nel 1973, poco prima di lasciare la CIA, ordinò la distruzione di tutti i documenti relativi a MK-ULTRA. Tuttavia, un errore amministrativo fece sì che circa 20.000 fascicoli restassero archiviati in un magazzino del Dipartimento della Sanità. Gli stessi documenti sarebbero finiti nelle mani degli inquirenti, durante le inchieste interne del Congresso, datate 1975.

Le commissioni Church e Rockefeller svelarono pubblicamente la portata del programma, provocando uno scandalo nazionale. Le vittime canadesi e statunitensi intentarono cause civili contro la CIA, ottenendo in alcuni casi risarcimenti, ma mai una piena giustizia.