Storia Che Passione
Lo scherzo di un artista rinascimentale

Lo scherzo di un artista rinascimentale

Ah l’irriverenza giovanile, sinonimo di sfrontatezza, è vero, ma al contempo emblema della gioia di vivere. Chiunque custodisce ricordi di quella volta in cui, da giovane, ha fatto quella cosa al vecchietto di turno o ha fatto quell’altra cosa alla commessa del supermercato. Di storielle così ne esistono a valanghe e ruotano tutte attorno ad un concetto essenziale: lo scherzo. Ora, che ci crediate o meno, nel compiere le proverbiali “ragazzate” erano maestri gli artisti rinascimentali. Solo che loro… ecco, come dire… loro avevano un certo gusto nell’elaborare delle burle belle e buone. Ed è incredibile, almeno a mio parare, che di quelle beffe si abbia testimonianza ancora oggi!

Lo scherzo di un artista rinascimentale

Un passo indietro prima, perché non si può capire la natura dello scherzo artistico rinascimentale senza comprendere cosa sia una bottega d’arte del Quattro o Cinquecento. Queste andavano oltre la definizione di “laboratorio sperimentale”. Erano vere e proprie fucine di talento, dove l’arte prendeva forma attraverso un intenso percorso di apprendistato e di vita comunitaria. Giovani allievi, spesso giovanissimi, trascorrevano anni all’ombra di un maestro, imparando non solo le tecniche pittoriche e scultoree, ma anche la disciplina, la pazienza e la capacità di osservare il mondo con occhio analitico.

scherzo bottega rinascimentale

In quei luoghi, impregnati dell’odore dei pigmenti e dell’olio di lino, si imparavano tantissime cose. Dal macinare i colori a preparare le tele, così come a copiare i modelli antichi e a riprodurre la natura in ogni suo dettaglio. Sì, ok, ma alla fatica e alla rigidità del mestiere, che pure servivano, potevano accostarsi atteggiamenti astuti, curiosi, finanche insolenti.

scherzo Giotto da Bondone

Il Rinascimento, a pensarci bene, cosa fu? Beh, senz’altro fu un’epoca di fervore creativo e di continua competizione. Ogni artista cercava di superare il proprio maestro, di imporsi ai suoi occhi poiché capace di innovare, di creare qualcosa di bello. Tuttavia, prima di poter firmare un’opera con il proprio nome, bisognava emergere nel piccolo universo gerarchico della bottega, dove decine di apprendisti ambivano allo stesso riconoscimento. In questo contesto nacquero anche piccoli gesti di sfida, scherzi raffinati che, guai a voi se lo pensate, andavano oltre il senso della marachella.

Tra tutti, uno scherzo in particolare divenne leggendario. Si può dire che fece scuola addirittura. Avete mai sentito parlare della musca depicta? Raccontato in più versioni nel corso dei secoli, consisteva nel dipingere una mosca così perfetta e realistica su un’opera del maestro da ingannare persino il suo occhio esperto. Quando il maestro cercava di scacciarla con la mano, credendola viva, l’apprendista poteva dirsi trionfante: aveva dimostrato di saper imitare la natura al punto da superare momentaneamente il proprio mentore.

scherzo mosca dipinto

Il caso più celebre, manco a dirlo, è quello di Giotto di Bondone. Lo riporta Giorgio Vasari nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, datato 1550. Vasari racconta che il giovane Giotto, apprendista nella bottega del maestro Cimabue, dipinse una mosca sul volto di una figura realizzata dal maestro. La mosca era così realistica che Cimabue, più volte, cercò di scacciarla con le dita, finché non si accorse dell’inganno. L’episodio, che forse appartiene più al mito che alla cronaca, ebbe un enorme valore simbolico.

scherzo mosca prete

Al di là dell’aneddoto, la storia della “mosca” ci parla di un concetto fondamentale per l’estetica rinascimentale: la mimesi, ovvero l’imitazione della natura. L’artista perfetto era colui che riusciva a riprodurre la realtà con tale precisione da confondere i sensi, facendo vacillare la linea che separa l’arte dal mondo naturale. Questa tensione verso il realismo assoluto non era soltanto un esercizio tecnico. Era bensì un modo per affermare la potenza creativa dell’uomo, la sua capacità di “ricreare” il mondo attraverso la pittura e la scultura.