In lingua māori è noto come “Raukawa Moana” (il “mare di Raukawa”), mentre sulle mappe geografiche di tutto il mondo appare come “stretto di Cook”. È un braccio di mare che nella sua massima strettoia misura poco meno di 22 km; separa le due isole principali della Nuova Zelanda e attraverso di esso passa annualmente un gran numero di navi, commerciali e non. Il problema dello stretto di Cook – così come delle sue immediate vicinanze – è sempre stato uno e uno soltanto: l’irregolarità del flusso della marea. Il fenomeno rende pericolosissimo l’attraversamento del canale marino, oggi come un tempo. Tuttavia i marinai che passarono per quelle zone tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento poterono contare su un aiuto non indifferente: quello fornito da Pelorus Jack, un delfino alquanto speciale.

Delfini accompagnatori, stretti di mare impervi, capitani intimoriti dall’attraversata… Sembra il prodotto di una leggenda marinara fatta e finita. Nonostante possa apparire come tale, l’esistenza del mammifero acquatico è storicamente attestata da numerose fonti coeve, resoconti giornalistici, fotografie e persino testi legislativi. Per loro tramite, proverò a raccontarvi una delle storie più assurde di quell’epoca: la storia di Pelorus Jack, il guardiano della Nuova Zelanda.

Pelorus Jack era un delfino di Risso, anche detto grampo (Grampus griseus), una specie abbastanza rara nelle acque della Nuova Zelanda. Di solito, questi delfini abitano acque profonde e più calde, quindi la sua presenza nello stretto neozelandese fu già di per sé una curiosità. Ma ciò che rese P. Jack davvero unico fu il comportamento assolutamente straordinario: per un quarto di secolo, dal 1888 al 1912, guidò regolarmente le navi che attraversavano quel tratto pericoloso, nuotando al loro fianco o poco davanti, come se ne conoscesse i fondali e le correnti a menadito. E molto probabilmente era davvero così…
Qui va fatta una precisazione di tipo geografico-morfologico. Se da Wellington (isola del Nord) volessi prendere un traghetto per Nelson (isola del Sud), sono certo che l’imbarcazione passerebbe per il French Pass. Il French Pass è uno stretto e insidioso tratto d’acqua che separa l’isola di D’Urville, all’estremità settentrionale dell’isola del Sud, dalla costa continentale. Ora, questa specifica porzione di mare ha i flussi di marea più rapidi e mutevoli del paese, raggiungendo gli 8 nodi (4 m/s ). Per avere contezza di quanto detto, ci basti sapere che quando la marea cambia, la corrente può essere abbastanza forte da stordire i pesci che vi nuotano…

Ecco, per il Franch Pass transitavano parecchi mercantili a cavallo tra XIX e XX secolo. Un veliero, il Brindle, vi passò nel 1888. A quell’anno risale la prima comparsa del delfino; non appena l’equipaggio del Brindle avvistò il mammifero d’acqua, pensò di ucciderlo. La moglie del capitano dissuase tutti dal commettere il gesto violento, anche perché il delfino tornava utile, dal momento che – fra lo stupore dei marinai – sembrava voler accompagnare la barca lungo lo stretto di mare. Così come fece per il Brindle, fece per tutte le navi transitanti lì nei dintorni. Una tradizione che si consolidò nel tempo e durò, come detto, fino al 1912.
La comparsa del delfino venne ben presto considerata un segno di buon auspicio, ma anche un supporto concreto. Le navi spesso aspettavano l’arrivo di Pelorus Jack prima di tentare l’attraversamento, e molti capitani riferirono di sentirsi più sicuri con lui che con una guida umana. Ma togliamoci questa curiosità: perché il nome Pelorus Jack?

Il nome sembra derivare dallo strumento di navigazione “pelorus”, simile a un grafometro, utilizzato proprio per calcolare le rotte marine, quasi a sottolineare la sua funzione “tecnica” di guida. Non si conosce con certezza chi gli diede per primo questo nome, ma divenne rapidamente noto in tutta la Nuova Zelanda, al punto che la sua figura entrò nell’immaginario collettivo. Fu persino raffigurato in cartoline, giornali, pamphlet turistici e perfino in una pubblicità della Cook Strait Shipping Company.
Uno degli episodi più significativi avvenne nel 1904. Un passeggero a bordo dello yacht Penguin sparò un colpo d’arma da fuoco a P. Jack, ferendolo, anche se non gravemente. L’attacco suscitò enorme indignazione tra la popolazione locale. Come conseguenza le autorità emanarono un provvedimento straordinario: il Pelorus Jack Protection Order. Si trattava di un formale atto di governo a protezione del delfino. Un primato, poiché Pelorus Jack divenne il primo cetaceo al mondo ad essere legalmente protetto da una legge nazionale!

Quando nel 1912 smise di apparire, fu chiaro che Pelorus Jack era morto, probabilmente di vecchiaia. La sua assenza lasciò un grande vuoto e molte navi, per anni, continuarono a commemorarlo. Il suo corpo non fu mai ritrovato, il che contribuì ad alimentare un’aura quasi mitica intorno alla sua figura.