L’aspetto biblico delle 10 Piaghe d’Egitto e il loro significato ci è ben chiaro. Secondo il Libro dell’Esodo, Dio le mandò come punizione. E fin qui tutto ok. Tuttavia cosa ne pensa la scienza di queste piaghe? Beh, diciamo che ha una spiegazione plausibile per ciascuna di esse.
Le Piaghe d’Egitto e la scienza

Di seguito vedremo come la scienza e gli studiosi moderni interpretano le Piaghe d’Egitto, andando al di là del loro simbolismo e del loro valore religioso. si tratta anche di un modo per ripassarle visto che, come i sette nani o i colli di Roma, ce ne dimentichiamo sempre qualcuna.
Acqua trasformata in sangue – A meno di non credere davvero che dell’acqua possa trasformarsi in sangue, ecco che probabilmente la piaga si riferisce a un fenomeno naturale noto come “marea rossa”. Si tratta semplicemente di una fioritura algale tossica che ha come conseguenza la morte dei pesci.
Le rane – Visto che gli Egizi erano di coccio, dopo l’acqua del Nilo trasformata in sangue, ecco che in teoria Dio mandò un’invasione di rane. Il che può essere spiegato come una diretta conseguenza ecologica della prima piaga. L’acqua inquinata o tossica costrinse le rane ad abbandonare in massa il loro habitat.
Pidocchi, moscerini e insetti vari – La terza piaga vide un’invasione di pidocchi, moscerini o zanzare, non è ben chiaro. Di nuovo tutto potrebbe essere dipeso dalla prima e dalla seconda piaga. Le rane scapparono dalle acque infestate dalle alghe tossiche e finirono col morire, diventanto terreno di riproduzione ideale per gli insetti.

Sciame di mosche – Esattamente come sopra: tutte quelle carcasse di pesci e rane in decomposizione contribuirono ad aumentare il numero di mosche. E in effetti ci sono studi che indicano come le mosche prosperino negli ecosistemi alterati.
La moria del bestiame – La quinta piaga uccise tantissimi bovini, cavalli e altre malattie. Possibile che fossero sterminati da epidemie di svariate malattie infettive, fra cui anche la peste bovina e il carbonchio. Aggiungeteci la siccità, lo stress climatico, le inondazioni e le alghe tossiche ed ecco spiegato perché, a ruota, anche il bestiame si indebolì, diventando facile preda delle malattie.
Foruncoli e piaghe varie – Vi ricordate delle mosche di cui sopra? Aggiungeteci la morte del bestiame (con ulteriore proliferazione di insetti) e le condizioni igieniche non proprio ottimali ed ecco che si svilupparono anche infezioni batteriche che provocarono malattie dermatologiche contagiose.

Grandine e fuoco – La settima piaga è quella relativa a una violenta tempesta di ghiaccio e fulmini. Effettivamente era un evento insolito in Egitto, ma non impossibile. Bruschi sbalzi di temperatura nel Delta del Nilo avrebbero potuto scatenare tempeste con grandini e fulmini. Cosa che avrebbe aumentato i danni ai raccolti e al bestiame, già decimati dalle precedenti piaghe.
Locuste – Per non farci mancare niente abbiamo anche gli sciami di locuste. Documenti archeologici indicano che periodicamente le locuste erano solite devastare in raccolti in Egitto e nel Medio Oriente. Quindi si trattò di un disastro naturale ricorrente che andò a innestarsi su una situazione di carestia già pre esistente.
Oscurità per tre giorni – Diverse le teorie per spiegare i tre giorni di buio che avvolsero l’Egitto. Forse fu il frutto di un’eruzione vulcanica, di possibile origine da Santorini, nel Mediterraneo. Le ceneri vulcaniche potrebbero aver oscurato il cielo. Ma la stessa cosa potrebbe essere accaduta per via di tempeste di sabbia o per un’eclissi solare particolarmente esagerata.
Morte del primogenito – Arriviamo all’ultima piaga, quella che indusse gli Egizi a lasciar andare il popolo di Mosè. Messo da parte per un attimo l’angelo che avrebbe ucciso i primogeniti nelle case non debitamente marchiate, ecco che si pensa a un’epidemia virale o a una malattia di origine alimentare, come la contaminazione da micotossine di cereali immagazzinati. Questo potrebbe spiegare perché le famiglie fossero colpite in maniera non uniforme. Inoltre i primogeniti spesso erano in prima linea nella distribuzione delle scorte di cibo, il che spiegherebbe perché furono maggiormente esposti al cibo contaminato.