Per chi non la conoscesse, la storia di Amelia Earhart inizia il 24 luglio del 1897, a Atchison, in Kansan. La sua passione per l’aereonautica nacque nel 1920, dopo aver preso parte, insieme a suo padre, ad un raduno presso il Daugherty Airfiels a Long Beach, in California. Frequentò successivamente delle lezioni di volo per imparare a pilotare un aereo e, ad un anno di distanza, con l’aiuto della madre, acquistò il suo primo biplano. Nel 1928 diventa la prima donna ad attraversare l’Atlantico e negli anni a venire le verranno conferiti diversi riconoscimenti.
All’inizio del 1936, iniziò a pianificare il giro del mondo in aereo. Tuttavia, non sarebbe stata la prima a circumnavigarlo, ma avrebbe seguito il percorso più lungo, seguendo una faticosa rotta equatoriale. Scelse Fred Noonan come secondo navigatore, grande esperto sia nella navigazione marittima che in quella aerea. Dopo un primo tentativo fallito a causa di problemi tecnici, la Earhart insieme a suo marito, decise di raccogliere fondi per preparare un secondo tentativo. Partì sempre insieme a Noonan e, dopo aver raggiunto diverse tappe, il 2 luglio del 1937 i due partirono da Lae, in Nuova Guinea. Dovevano raggiungere l’Isola Howland, ma di fatto questo non accadde mai.
Ci furono una serie di incomprensioni tra i navigatori e il centro Itasca, la guardia costiera statunitense, che aveva il compito di guidare la navigazione e dare le coordinate corrette per raggiungere l’isola. Dopo alcune ore dell’ultimo segnale ricevuto da parte di Amelia, iniziarono le prime operazioni di ricerca autorizzate dal presidente Roosevelt. I due, però, sembravano spariti nel nulla.
Furono in tanti a partire per le ricerche e altrettante le teorie sulla loro scomparsa. Alcuni erano convinti che l’Electra, a corto di carburante, avesse effettuato un ammaraggio di emergenze e Earhart e Noonan fossero poi annegati. Altri, invece, erano sicuri che il volo fosse finito nella isole della Fenice. Oggi, forse, il mistero è stato risolto.
La Deep Sea Vision, una squadra di esplorazione della Carolina del Sud, infatti, sostiene di aver individuato proprio i resti dell’Electra di Earhart. Con l’aiuto di un drone sottomarino, la squadra ha perlustrato più di 5.200 chilometri quadrati dell’Oceano Pacifico. Il 27 gennaio la squadra ha pubblicato le foto di quello che sembra proprio essere il Lockheed 10. Si tratta di un relitto affondato a quasi 5.000 metri di profondità, a meno di 160 km da Howland Island, che i due esploratori stavano cercando di raggiungere. Tuttavia, le immagini risultano molto sfocate, e non vi è alcuna certezza che si tratti del velivolo appartenente ad Amelia. Per questo, Tony Romeo, ex ufficiale dell’intelligenze dell’Air Forze che ha finanziato l’esplorazione dei fondali nel Pacifico, ha dichiarato di essere alla ricerca di nuove immagini, per essere certo 100% che si tratti di quello e chiarire così ogni dubbio.