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Una donna ottomana poteva divorziare dal marito se lui non le forniva abbastanza caffè?

Una donna ottomana poteva divorziare dal marito se lui non le forniva abbastanza caffè?

In rete, e non solo, circola una storia abbastanza singolare e curiosa. Secondo la stessa, alla fine del XV secolo, una donna ottomana avrebbe potuto divorziare per legge col marito che non si fosse sforzato di rifornire la casa di caffè. Spesso citata in articoli divulgativi, guide turistiche e siti di curiosità storiche, questa notizia viene ripetuta con tale frequenza da sembrare un fatto consolidato. Ma è davvero così? Facciamo un po’ di luce e cerchiamo di capirci qualcosa insieme.

Una donna ottomana poteva divorziare dal marito se lui non le forniva abbastanza caffè?

Da dove possiamo iniziare se non dalla data. Ho scritto “fine XV secolo” ma, a voler essere precisi, esiste l’anno della legge ottomana in questione: il 1475. Ebbene, la data è la prima fonte di dubbi. A quell’epoca, infatti, il caffè non era ancora una bevanda diffusa, né comunemente conosciuta a Costantinopoli. Gli studi di Ralph S. Hattox – autore del fondamentale Coffee and Coffeehouses: The Origins of a Social Beverage in the Medieval Near East (University of Washington Press, 1985) – indicano che il caffè giunse nell’Impero ottomano solo attorno alla metà del XVI secolo, proveniente dallo Yemen, dove era già diffuso tra i sufi e gli studiosi religiosi. Hattox colloca la sua introduzione nella megalopoli bagnata dal Bosforo intorno al 1550. Ci dice anche che la fondazione della prima caffetteria pubblica, la celebre Kiva Han, risalga a quegli anni lì, su per giù.

La data del 1475, quindi, non può che essere un anacronismo. In quell’anno, il sultano Mehmet II regnava su un impero ancora in piena fase di consolidamento. La corte osmanica non aveva alcuna familiarità con il caffè. Né fonti turche, né arabe del XV secolo, menzionano la bevanda a Costantinopoli. Le prime notizie certe compaiono solo nei decenni successivi, quando il caffè – introdotto probabilmente da mercanti arabi e dervisci yemeniti – si trasformò rapidamente da infuso esotico a simbolo della vita urbana ottomana.

caffè turco legge 1475

La leggenda della legge sul divorzio nasce dunque a posteriori, probabilmente come forma di iperbole culturale. Ossia, è un modo ironico per sottolineare quanto il caffè fosse diventato centrale nella vita quotidiana turca. Ed effettivamente, a partire dal XVII secolo, la bevanda assunse un ruolo sociale straordinario. Le caffetterie (kahvehane) divennero i nuovi centri della vita pubblica maschile al punto che le autorità ottomane cercarono più volte di proibirle o controllarle, temendo che potessero favorire il dissenso e la diffusione di idee pericolose.

Lo storico Cemal Kafadar, nel suo saggio A History of Coffee and Coffeehouses in the Ottoman Empire, sottolinea che, sebbene nel tempo il caffè sia entrato anche nella sfera domestica, le prime prove concrete del suo consumo nelle case risalgono solo al XVII secolo. Fino ad allora, la gran parte del consumo avveniva nelle caffetterie pubbliche, frequentate esclusivamente da uomini, mentre le donne trovavano nei bagni turchi (hamam) i propri spazi di socialità.

caffè uomini ottomani XV secolo

Tutto questo rende ancora più improbabile l’esistenza di una legge del XV secolo che garantisse alle donne un diritto di divorzio legato al caffè. In realtà, non esiste alcun documento ottomano che menzioni una norma simile, né nei codici giuridici (kanunname) né nella giurisprudenza islamica (fiqh). È quindi molto più probabile che la leggenda sia nata in epoca moderna, forse nel XIX o XX secolo, quando l’Occidente romantico e orientalista iniziò a guardare al mondo ottomano con curiosità e ironia, trasformando usanze vere in aneddoti pittoreschi. Che poi ci sia una congiuntura storica fra il mondo femminile e l’amore per il caffè, questo è un altro paio di maniche. Ricordate la storia di Boston?