Storia Che Passione
La caduta di Teodoro II

Teodoro II d’Abissinia: storia di una disfatta “all’inglese”

Durante una delle stagioni più colorite dell’imperialismo europeo, una regione oggi nota come stato d’Etiopia, si chiamava Abissinia, al comando dell’imperatore Teodoro II. Allora, il territorio etiope entrò nel mirino della famosa regina inglese Vittoria, che nel 1868 organizzò una spedizione nella regione e fu proprio il sovrano etiope a offrirle l’occasione su un piatto d’argento.

La caduta di Teodoro II

Le fonti italiane, tra cui quelle del padre missionario Giusto da Urbino, ci raccontano di un Teodoro II sanguinario, giudicato dagli etiopi stessi “la bile dell’Apocalisse”. Il suo governo, infatti, si inasprì a seguito delle incursioni ottomane provenienti da Nord e il sovrano cercò l’aiuto delle più grandi potenze europee, tra cui la Francia e l’Inghilterra. La Francia si dileguò da principio, ma l’Inghilterra si trovò ad intervenire, poiché Teodoro II per farsi sentire, aveva fatto prigionieri alcuni missionari inglesi.

Tra i prigionieri inglesi vi era anche un tale dottor Blanc, il quale scrisse di quanto crudele fosse l’imperatore abissino non solo con i prigionieri “europei”, ma anche con la sua stessa gente. L’impopolarità e le efferatezze sempre più frequenti, unite alle pressioni ottomane, indebolirono moltissimo il regno di Teodoro II. Infatti, al momento dell’ingresso degli inglesi nella capitale Magdala nel 1868, le sorti della battaglia erano ormai segnate.

La relazione del dottor Blanc testimonia anche dell’altro. La corona inglese aveva premeditato quella spedizione da tempo, per accrescerne il potere, nascondendosi dietro il pretesto di “missione civilizzatrice”. Infatti, la vittoria inglese al comando di Robert Napier nella battaglia di Magdala nell’aprile del 1868, portò Teodoro II alla disfatta totale. Il sovrano si tolse la vita davanti alla sua famiglia, utilizzando proprio un regalo degli inglesi: una pistola donatagli dalla regina Vittoria.

La vittoria inglese sull’odierna Etiopia sugellò una nuova stagione della propaganda vittoriana del tempo. A Magdala, pertanto, l’esercito inglese saccheggiò palazzi e chiese, bruciandone i resti. I tesori di Magdala vennero letteralmente spartiti tra collezioni museali in madrepatria, onori per potenze alleate e il restante bottino trattenuto dai soldati inglesi. Molti dei pezzi sono visibili ancora oggi in collezioni d’arte private.

Tuttavia, risulta ancora controversa la restituzione dei tesori di Magdala trafugati dagli inglesi. L’ora di fare i conti con il passato è giunta. Urge, infatti, una nuova etica relazionale tra Europa ed ex colonie, anche in merito ai cosiddetti bottini coloniali.