Vi ricordate di quel Rotolo di Ercolano che finalmente gli archeologi erano riusciti a “srotolare” grazie all’uso dell’AI? Ebbene, gli studi sono andati avanti e i ricercatori sono riusciti a scoprire sia il titolo del Rotolo che il nome dell’autore. Quest’ultimo è una vecchia conoscenza della zona. Piccola anticipazione!
Cosa sappiamo finora del Rotolo di Ercolano?

La scoperta dei cosiddetti Rotoli di Ercolano risale al 1752. Furono sepolti insieme alle città di Pompei ed Ercolano durante la disastrosa eruzione vulcanica del Vesuvio nel 79 d.C. Sin dalla loro scoperta i ricercatori ne furono affascinati. Ma c’era un problema: realizzati in papiro e scritti con inchiostro a base di carbone, visto che all’esterno sono bruciati, non possono essere fisicamente aperti senza sbriciolarsi. Letteralmente.
Per più di due secoli si è sempre pensato che nessuno potesse leggerli. Ma adesso, grazie a un uso ragionato dell’AI (che non serve solo per creare meme assurdi, fotomontaggi o rendere la vita più facile a studenti svogliati), ecco che i ricercatori possono “srotolare virtualmente” questi rotoli, in modo da poter leggere cià che vi è scritto.
In particolare i ricercatori sono riusciti a identificare sia titolo che autore del rotolo chiamato PHerc. 172, ospitato presso la Biblioteca Bodleiana di Oxford. Il rotolo in questione contiene la copia di un antico testo noto come “Dei vizi”, scritto dal celebre filosofo greco epicureo Filodemo.

Qui il filosofo spiega come fare per vivere una vita virtuosa e di successo. In effetti sappiamo che Filodemo nacque in Giordania nel 100 a.C., ma morì a Ercolano intorno al 35 a.C. Scoprire un suo scritto presente a Ercolano ancora nel 79 d.C., anni dopo la sua morte, vuol dire che lui e le sue opere erano ancora apprezzate in loco.
La filosofia di Filodemo era alquanto particolare: suggeriva la ricerca del piacere come elemento cardine per condurre una vita virtuosa, andando contro la rigida logica e la retorica formale dell’epoca.
Seguendo il pensiero epicureo, Filodemo sosteneva che la filosofia dovesse promuovere la felicità e il piacere umano, non autocrogiolarsi nell’intellettualismo. Per poter vivere una vita appagante l’uomo doveva ricercare la gioia. Inoltre, come molti altri epicurei, disdegnava lo studio della logica formale, considerando l’analisi dei principi astratti come una perdita di tempo.

A quanto pare l’opera di Filodemo era assai apprezzata a Ercolano. Anzi: i suoi scritti costituivano una parte importante della biblioteca della Villa dei Papiri di Ercolano. E proprio da qui i ricercatori hanno recuperato i Papiri di Ercolano. Appare dunque appropriato come il primo rotolo decrittato tramite l’uso dell’AI appartenga proprio a lui.
A dire il vero la serie “Dei Vizi” comprendeva 10 testi diversi. Il Libro 9 (“Sulla gestione immobiliare”) e il Libro 10 (“Sull’arroganza”) erano già stati “srotolati” in precedenza grazie all’AI, ma non si era riusciti a identificare il frontespizio. Cosa che, invece, con un po’ di lavoro, è avvenuta nel rotolo PHerc. 172.