Il progresso tecnologico negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante. Ormai non ci stupisce che un oggetto grande come un libricino possa contenere decine di migliaia di testi al suo interno. È grazie agli odierni dispositivi in grado di supportare i libri elettronici che riusciamo a leggere qualunque cosa senza doverci portare dietro tonnellate di volumi. Questo tuttavia è un discorso che ben si sposa con l’epoca corrente, il XXI secolo. Cinquecento anni fa i nostri antenati non potevano permettersi un lusso del genere, vero? Diciamo di sì, anche se un raro volume del XVI secolo sembrerebbe smentire quest’ultima affermazione.

Lo storico medievista Erik Kwakkel, della University of British Columbia a Vancouver, ha catalizzato l’attenzione di specialisti e pubblico su un manoscritto del XVI secolo custodito nella Biblioteca Nazionale svedese (Kungliga biblioteket). La particolarità del testo è molto semplice da individuare: sono sei libri rilegati in uno. Ma la cosa ancor più assurda riguarda la modalità di lettura del volume. Prima di addentrarci su questa peculiare faccenda, è bene sottolineare una tendenza editoriale tipicamente cinque-seicentesca.

Per mettere una pezza al problema sopra indicato (coniugare linearità di lettura alla comodità del trasporto) i rilegatori europei a partire dal Cinquecento inventarono una tecnica nota come dos-à-dos: l’unione di due libri da dorso a dorso, così da facilitare il passaggio da un testo all’altro, reso possibile semplicemente “sfogliando” pagina. Gli esempi sono tanti. Nell’Inghilterra dei Tudor o nella Francia dei Valois-Angoulême, ma anche nell’Italia politicamente sopraffatta ma culturalmente spumeggiante, luoghi in cui lo stimolo ad accrescere il sapere era pressoché costante, di libri con rilegatura dos-à-dos ne circolavano a sacchi. Molto comune era – giusto per dirne una – rilegare una versione del Nuovo Testamento ad un libro dei salmi.

Dopo aver spiegato la tecnica dos-à-dos, Kwakkel cita il caso del volume del XVI secolo, il quale da solo stravolge quanto detto finora. Il libro infatti non è un “due in uno” ma è un “sei in uno“, consultabili tutti e sei contemporaneamente grazie ad un complesso sistema escogitato da un anonimo rilegatore. Per merito di un sistema a chiusure multiple (dove se si apre uno dei sei testi, si è in grado di aprire tutti gli altri ad esso correlati è possibile consultare i libri leggendoli da sinistra verso destra, da destra verso sinistra, da sotto verso sopra e da sopra verso sotto. Un’opera d’arte in tutti i sensi, letteralmente.
Se vi steste chiedendo di cosa parla questa grande invenzione risalente a mezzo millennio fa, la risposta forse non vi sorprenderà tantissimo. Si tratta di una raccolta di testi devozionali stampati in Germania tra gli anni ’50 e ’70 del Cinquecento. Tra questi si trova anche Il Piccolo Catechismo (Der Kleine Katechismus, del 1529) di Lutero. Ancora oggi largamente usato nelle chiese luterane per l’educazione religiosa dei più giovani in vista della confermazione.

Nella sua rassegna Kwakkel conclude con un giudizio di merito. Egli dice: «Sebbene possa essere complicato tenere traccia della posizione di un testo particolare, un libro che puoi aprire in sei modi diversi è un’autentica dimostrazione di maestria artigianale».