Nell’area padana, all’incirca nel III millennio a.C., si sviluppò una civiltà di cui abbiamo nozione solamente grazie ai suoi lasciti materiali e sepolcrali. La “Cultura di Remedello” (il nome riprende quello del comune in cui è avvenuta la prima scoperta riferita a questa facies culturale della preistoria peninsulare) manifestò i propri tratti peculiari durante la tarda Età del Rame. Non mancano comunque esempi rintracciabili nell’Età del Bronzo e del Ferro. In provincia di Mantova, esattamente nei pressi del comune di San Giorgio Bigarello, questa cultura è tornata a far parlare di sé. Qui di seguito spiegherò il perché, anche se dal titolo si sarà intuito qualcosa.
![scoperta nel mantovano una necropoli di 5.000 anni fa riconducibile alla Cultura di Remedello](https://www.storiachepassione.it/wp-content/uploads/2024/03/scoperta-nel-mantovano-una-necropoli-di-5-000-anni-fa-e-riconducibile-alla-cultura-di-remedello.jpg)
Lo scorso novembre esperti archeologi hanno posato il loro stupefatto sguardo su una necropoli di circa 5.000 anni fa. Il team ha rinvenuto 22 tombe e un numero considerevole tra manufatti e armi. L’importanza della scoperta è oltremodo rilevante, non solo per il quantitativo di reperti ritrovati, ma anche per la qualità della loro fattura e per l’ideale stato di conservazione.
Gli addetti ai lavori hanno stilato un’interessante lista per la catalogazione dei reperti. Spiccano perciò molte armi come pugnali (alcuni dei quali forse forgiati a scopo rituale), punte di freccia, oggetti d’offesa in selce e lame decorate. Grazie all’analisi in laboratorio che gli esperti stanno conducendo, per mezzo delle moderne tecniche biotecnologiche, si riuscirà a comprendere meglio la ritualità delle popolazioni padane vissute millenni fa.
![Cultura di Remedello scheletro](https://www.storiachepassione.it/wp-content/uploads/2024/03/scoperta-nel-mantovano-una-necropoli-di-5-000-anni-fa-e-riconducibile-alla-cultura-di-remedello-1.jpg)
Nelle 22 tombe che vanno a comporre la necropoli, la maggior parte dei corpi si è conservata in modo ottimale. Il merito è del terreno sabbioso in cui hanno avuto luogo le inumazioni. Simone Sestito, uno degli archeologi responsabili del sito, facente parte del Ministero della Cultura, ha così commentato la scoperta: “La preservazione degli scheletri è impressionante, soprattutto considerando che le tombe si trovavano solo a circa 10 centimetri sotto la superficie”.
![Cultura di Remedello lama guerriero](https://www.storiachepassione.it/wp-content/uploads/2024/03/scoperta-nel-mantovano-una-necropoli-di-5-000-anni-fa-e-riconducibile-alla-cultura-di-remedello-2.jpg)
Il collegamento con la Cultura di Remedello è balzato alla mente dei presenti per molte ragioni, la principale però riguarda la pozione dei corpi. Gli uomini e le donne che concessero la degna sepoltura a questi guerrieri, si adoperarono per riporli sul lato sinistro del corpo. In posizione fetale, il capo dei trapassati volgeva a nord-ovest. Per l’appunto, la stessa identica posa è riscontrabile in molte altre tumulazioni appartenenti alla Cultura di Remedello.
![Cultura di Remedello punte di freccia del periodo](https://www.storiachepassione.it/wp-content/uploads/2024/03/scoperta-nel-mantovano-una-necropoli-di-5-000-anni-fa-e-riconducibile-alla-cultura-di-remedello-3.jpg)
In definitiva, vorrei evidenziare il contributo che stanno fornendo alcuni ricercatori dell’Università di Bologna. Come sempre, lo scopo ultimo è quello di fare luce su una cultura, uno stile di vita, una quotidianità lontanissima nel tempo, di cui sappiamo tremendamente poco. L’intento è nobile, speriamo che il risultato finale sia altrettanto remunerativo in termini culturali.