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thomas edison

Quando Thomas Edison provò a costruire un “telefono per gli spiriti”

Sì, ad un certo punto della sua carriera Thomas Edison pensò che fosse una buona idea provare a inventare un telefono per gli spiriti. A cosa serviva? A quello che il nome suggerisce: a mettersi in contatto con i defunti. La molla che gli fece scattare tale idea fu l’eterna rivalità con la sua principale “nemesi”: Nikola Tesla. Ah, inutile dire che quel telefono dei morti non funzionò mai. Forse non c’era abbastanza campo, vai a saperlo.

Thomas Edison e il telefono degli spiriti (non funzionante)

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La rivalità fra Thomas Edison e Nikola Tesla è leggenda. Si trattava di una rivalità di vecchia data, risalente almeno al 1882 quando Edison era uno scienziato e un imprenditore di successo e Tesla un giovane ingegnere di belle speranze che lavorava per la Continental Edison Company a Parigi.

Ad un certo punto Tesla si trasferì presso la sede americana dell’azienda. Il suo supervisore era entusiasta di lui, Edison un po’ meno: per lui le idee di Tesla erano “splendide”, ma “completamente impraticabili”. Mentre le rispettive carriere proseguivano, le differenze fra i due divennero sempre più evidenti. Edison amava sperimentare, mentre Tesla preferiva prima elaborare le sue invenzioni su carta e poi metterle in pratica. Inoltre Tesla era un maniaco della pulizia, mentre Edison a quanto pare riteneva superflue le basilari norme igieniche.

Il culmine della loro rivalità arrivò con la “Guerra delle correnti”. A vincere alla fine fu la corrente alternata di Tesla, più versatile rispetto alla corrente continua di Edison, molto più sicura, ma limitata. Una bella soddisfazione per Tesla, il quale aveva sonoramente battuto il suo ex datore di lavoro. In quegli anni, prese piede l’idea di usare la tecnologia per contattare gli spiriti. Pure Tesla si fece convincere da tale idea, soprattutto perché nel 1901 stava sperimentando una radio a cristallo alimentata da onde elettromagnetico.

thomas edison inventore

Una notte captò dei segnali a dir poco inquietanti. Anzi, si spaventò così tanto che anche la sua mente scientifica e razionale non poté non pensare ai fantasmi. Queste le parole nel suo diario: “Le mie prime osservazioni mi terrorizzarono, perché contenevano qualcosa di misterioso, per non dire soprannaturale, ed ero solo nel mio laboratorio di notte”.

Chiunque si sia trovato di notte, al buio, in una stanza con un giocattolo parlante per bambini (nel mio caso un Mio Mini Pony parlante) che improvvisamente si mette a parlare e fare versi, sa cosa possa aver provato Tesla.

Anni dopo descrisse di nuovo dei suoni simili captati dopo aver testato un’altra radio, ma non li attribuì a un qualche essere sovrannaturale. Pur ammettendo che quelle che sentiva sembravano voci umane che parlavano in una lingua che lui non capiva, sottolineò che era difficile immaginare di aver sentito voci di defunti. Da qualche parte doveva esserci una spiegazione più semplice che, però, gli sfuggiva.

In effetti aveva ragione: quello che lui non poteva sapere era che il tipo di radio che stava usando era capace di captare segnali radio a bassissima frequenza provenienti anche d fonti invisibili come temporali, perturbazioni atmosferiche ed elettrodomestici. Questi segnali, tradotti in audio, potevano assomigliare al chiacchiericcio di voci spettrali.

Cosa c’entra Edison in tutto questo? Beh, la rivalità fra i due era sempre presente e se Tesla stava ipotizzando di poter sfruttare le sue invenzioni per entrare in contatto con un altro piano dell’esistenza, poteva forse lui essere da meno?

Nonostante fosse un noto agnostico e criticasse spesso le sedute spiritiche, assai popolari durante i primi decenni del Novecento, ecco che si dedicò allo spiritismo. Ma a modo suo. Praticamente anche lui cercò di costruire un apparecchio per comunicare con i fantasmi.

Anche questo telefono degli spiriti o telefono dei morti, come sarebbe stato ribattezzato in seguito, aveva comunque delle basi scientifiche. Edison prese ispirazione dal lavoro di Albert Einstein, soprattutto dalle sue teorie della correlazione quantistica e sulla relatività ristretta.

Edison partiva dal presupposto che, se era possibile convertire la massa in energia e se le particelle quantistiche correlate possono influenzarsi a grande distanza, ecco che forse era possibile fare in modo che gli spiriti delle persone defunte divenute unità di energia una volta che i loro corpi avevano smesso di funzionare, potessero interagire con il mondo fisico.

Pare che nel 1920 testò un prototipo del telefono degli spiriti, invitando anche medium e scienziati ad assistere all’esperimento. Coloro che vi parteciparono videro una macchina simile a un proiettore, collocata su un banco da lavoro e che emetteva un sottile fascio di luce su una cellula fotoelettrica.

telefono spiriti

La cellula così illuminata avrebbe dovuto rilevare la presenza di forze e oggetti che si muovevano attraverso il fascio, anche se invisibili a occhio nudo. Tradotto in termini spiritici: se un fantasma avesse preso parte all’incontro e avesse attraversato la luce, ecco che il misuratore collegato alla cellula fotoelettrica lo avrebbe segnalato.

Risultato dell’esperimento: fiasco assoluto. L’ago del contatore non si mosse. Le ore passavano e pure i medium dovettero ammettere che non stava avvenendo nulla di sovrannaturale. Ci fu chi sostenne che questo fosse un elaborato scherzo organizzato da Edison. In effetti, era noto per i suoi scherzetti. Per anni non parlò più di quell’esperimento, salvo rivelare al New York Times, nel 1926, che quei suoi tentativi di comunicare con gli spiriti erano uno scherzo.

Tuttavia il diario personale di Edison racconta una storia ben diversa. Nonostante a posteriori avesse sostenuto che era stato tutto una bufala, in realtà pare che abbia continuato a lavorare al suo necrofono per tutti gli anni Venti.

Comunque sia, alla fine della fiera, Edison morì nel 1931 senza che nessun fantasma si fosse degnato di mettersi in contatto con il suo apparecchio. Ma aveva preso delle precauzioni. Infatti aveva pianificato di continuare questo lavoro anche dopo la morte. Si era messo d’accordo con William Walter Dinwiddie, il suo ingegnere. In pratica chiunque dei due fosse morto per primo, avrebbe cercato di entrare in contatto con l’altro.

Dinwiddie morì prima di lui, nel 1920, ma non inviò nessun messaggio a Edison. Anche dopo la morte di Edison, però, un gruppetto di persone decise di assumersi l’onere di continuare la prova. Costoro sostennero che Edison li avesse contattati nel 1941 per svelare i dettagli di costruzione del telefono degli spiriti.

Questi ricercatori seguirono fedelmente le indicazioni ottenute, ma una volta assemblato, il dispositivo non si dimostrò più utile di quello costruito da Edison quando era in vita: di nuovo nessun fantasma si prese la briga di contattare i viventi. Che ci fosse poco campo? Guasti sulla linea telefonica con l’aldilà? Avevano preso male gli appunti? Nessun fantasma transitava da quelle parti in quel momento?