Nel momento in cui scrivo, sono passati poco più di due anni dalla morte di un’anziana signora francese, spentasi nel 2023 nel comune di Courville-sur-Eure. Dal nome l’avrete capito, ci troviamo in Francia. A vederla nelle ultime fotografie, quelle più recenti, la signora ultranovantenne sembra un’anziana come tante se ne vedono in giro. Fiera nello sguardo, ma stanca nelle membra, memore di ciò che è stato e previdente per ciò che sarà. In pochi avrebbero associato quel volto a quello di Simone Segouin, uno dei simboli più noti e sbandierati (giustamente, aggiungo io) della Resistenza francese contro l’occupazione nazionalsocialista, negli anni della Seconda guerra mondiale.

Esatto, Simone Segouin si è spenta da poco, ma la sua storia – arricchita da immagini di repertorio che sicuramente, almeno una volta nella vita, vi sarà capitato di osservare, magari senza farci troppa attenzione – è davvero meritevole di essere raccontata ai posteri, anche solo per un motivo pratico: non dimenticare i principi democratici sui quali si fondano le nostre società, conquistati col sangue e non, come spesso si tende a credere, concessi da chissà quale forma di grazia divina.
Segouin nasce il 3 ottobre 1925 a Thivars, non proprio una città, bensì un agglomerato di case e campi vicino a Chartres. Cresce assieme a tre fratelli maschi, una madre amorevole e un padre leggermente severo e inquadrato. Ma cosa ci si vuole aspettare da un decorato al valor militare della Prima guerra mondiale? Fatto sta che fino a 14 anni Simone studia, poi va dritta in campagna, a lavorare nella fattoria di famiglia.

Nel 1942 son già due anni che la Terza Repubblica francese si è spaccata. A sud la Francia di Vichy; a nord i territori sotto la diretta amministrazione del Reich. Simone ha 17 anni e come spesso accadeva ai giovanissimi, in lei fermentano ideali di libertà, ribellione e patriottismo. Mix perfetto per la Resistenza, ad Oltralpe come da noi. Molti giovani si uniscono alla Resistenza, sia in clandestinità che nella guerriglia armata.
Esattamente come accade in Italia, la Resistenza in Francia non è omogenea. Comprende comunisti, socialisti, cattolici, anarchici e molti giovani patrioti indipendenti. Simone Segouin è questo, certamente, ma aspira ad essere di più. Tramite il “tenente Roland” si addentra nella sfera della Resistenza armata. Impara a maneggiare pistole e mitragliatrici, ad essere discreta, a muoversi nell’ombra quando necessario. Entra nelle forze combattenti comuniste, i Francs-Tireurs et Partisans, e sceglie come nome di battaglia quello di Nicole Minet.

L’oramai partigiana Minet esegue inizialmente compiti di sabotaggio. Ruba biciclette ai tedeschi e consegna messaggi utili al coordinamento della forze di resistenza. Progressivamente il livello dell’azione di Minet si alza. Comincia a tranciare fili telefonici, linee di comunicazione, a deviare le ferrovie e, ad un certo punto, a far deragliare treni, oltre che buttare giù ponti strategicamente vitali per la Wehrmacht. Ed è tra il 1943 e il 1944 che la ragazza poco più che diciottenne costruisce attorno alla sua figura una certa nomea.
Un grande successo la vede personalmente coinvolta nei pressi di Chartres, quando durante un’azione attentamente preparata riesce a catturare 25 fra soldati tedeschi, collaborazionisti e doppiogiochisti francesi. Forse però i momenti apicali dell’esperienza partigiana di Minet-Segouin sono quelli relativi alla liberazione della medesima Chartres (23 agosto 1944) e di Parigi (25 agosto 1944).
Ad immortalare la vittoria della Resistenza francese sull’Asse – e di conseguenza le gesta di Segouin – si trovava Robert Capa (il quale aveva già sperimentato in Spagna la portata simbolica del connubio donna-resistenza). Infatti di quei momenti di gioia immensa e ritrovata libertà ci restano delle fotografie eccelse, in cui una giovanissima Segouin, neppure ventenne, imbraccia un mitra Sten e grida al mondo “Chartres è libera, Parigi è libera, il mondo lo sarà presto”.

Lei è stata celebrata come icona femminile della Resistenza, una delle pochissime ritratte in abiti militari e con atteggiamento fiero e combattivo. Dopo la guerra, Simone è stata insignita della Croix de guerre, una delle più alte onorificenze militari francesi. Ha continuato a lavorare come infermiera pediatrica, mantenendo un profilo piuttosto riservato. Nubile fino alla fine dei suoi anni – anche se ha convissuto a lungo con Roland Boursier (ricordate il tenente Roland?) con il quale ha avuto sei figli – Simone Segouin, ex Nicole Minet, ha lasciato questo mondo da poco. Il suo ricordo vivrà a lungo, voglio scommetterci.