Se Ade governava gli Inferi nella mitologia greca, ecco che nella mitologia egizia, a capo dell’aldilà, troviamo Osiride. Tuttavia le due figure non potrebbero essere più diverse. Per esempio, la leggenda vuole che l’aldilà egizio sia stato creato appositamente per lui dopo essere stato ucciso dal fratello Set. Inoltre Osiride era venerato anche come dio della fertilità ed era simbolo della regalità del faraone, in quanto considerato il primo faraone.
Chi era veramente Osiride?

Prove del culto di Osiride ci sono sin dalla V dinastia, quindi dal XXV secolo a.C. Di lui si parla nei Testi delle Piramidi e, verosimilmente, è una divinità antica, con origini predinastiche. Alcuni egittologi hanno ipotizzato che, in origine, fosse una persona reale in epoca predinastica. Magari era un pastore che divenne prima sovrano e che poi fu venerato come divinità.
Comunque sia, ad un certo punto incorporarono Osiride nell’Enneade di Eliopoli, le nove massime divinità venerate dai sacerdoti. La sua importanza fu massima durante l’Antico Regno, ma era venerato ancora anche nel periodo tolemaico, nonostante dovesse competere con le divinità di altre città.
La nascita di Osiride – Tutto inizia con le acque primordiali personificate da Nu. Da quelle acque sorse un tumulo su cui sedeva un dio autogeneratosi, Amon, spesso equiparato al dio del sole Ra. Amo generò Shu, la personificazione dell’aria e Tefnut, la personificazione dell’umidità (non si capisce bene se li generò sputando o masturbandosi). Shi e Tefnut, tecnicamente due fratelli, si accoppiarono fra di loro e generarono Geb, la terra e Nut, il cielo notturno.
A loro volta Geb e Nut, che di nuovo erano fratello e sorella, diedero alla luce quattro figli: Osiride e Iside, che si sarebbero sposati fra di loro e Seth e Nefti, che di nuovo si sarebbero sposati fra di loro. Visto che Osiride era il maggiore, a lui affidarono il governo della Terra e degli Inferi, abitati dagli altri dei.

Morte e rinascita di Osiride – Secondo il mito, Set, fratello minore di Osiride, era mortalmente geloso. Così alla fine Set decise di ucciderlo. Invitò il fratello a una festa durante la quale offrì un premio a chiunque fosse riuscito a entrare in uno scrigno. Così il fratello maggiore si cimentò nell’impresa, ma non appena si sdraiò al suo interno, Seth chiuse il coperchio, intrappolandolo dentro.
Poi buttò lo scrigno nel Nilo e qui Osiride annegò. Il corpo arrivò sulle sponde del Byblos, in Libano e qui un albero germogliò dal suo petto. Ma Iside, trasformatasi in nibbio, trovò il corpo del fratello-marito e usando le sue arti magiche, riuscì a rianimarlo.
In un’altra versione, Set uccise Osiride e ne fece a pezzi il corpo. Poi seppellì tali pezzi in diversi luoghi in Egitto. Così Iside partì alla ricerca di queste parti e riuscì a trovarli tutti, tranne il fallo, inghiottito da un pesce. Poi ricompose il corpo e, trasformatasi in nibbio insieme a Nefti, sbattendo le ali riuscì a ridare vita al corpo.
Quello che è certo è che fu Iside, grazie alla sua magia, a rianimare Osiride. Sempre aiutata dalla sorella Nefti. Per riuscire a riportarlo, Iside inventò il processo di mummificazione con l’aiuto di Anubi. Secondo alcune leggende, Anubi sarebbe il figlio di Osiride e Nefti. Set convinse Nefti a sedurre il fratello maggiore, ma alla fine Nefti scacciò il bambino nato da questo incontro per paura di Set. Anubi fu poi adottato da Iside, divenendo così suo alleato.
In realtà non è che Osiride fu riportato in vita definitivamente. Iside riuscì a rianimarlo quel tanto che permise a Iside di rimanere incinta. Così crearono gli Inferi per lui, in modo che potesse continuare a vivere anche dopo la morte. Per questo motivo, spesso, sui papiri Osiride, rispetto agli altri dei, è dipinto con la faccia verdolina: per indicare a tutti che non è propriamente vivo.
Iside comunque riuscì nel suo intento: rimase incinta di Horus, il quale, crescendo, avrebbe vendicato il padre. Cacciò via Seth e assunse il potere che fu di Osiride.
Osiride, la divinità ctonia – Come dicevamo, gli Inferi egizi furono creati per Osiride. Il loro nome è Duat e il fratello-marito di Iside ne è il sovrano. Grazie alla magia simpatetica, cioè imitando il trattamento riservato al corpo di Osiride, anche altri potevano entrare nella Duat. Da qui il processo di mummificazione e la creazione di tutti gli amuleti e gli incantesimi per permettere ai defunti di raggiungere la vita eterna.
A dire il vero inizialmente solamente il faraone poteva accedere alla Duat, ma col tempo l’accesso divenne più democratico. Col passare del tempo si aggiunse l’ide che gli dei proteggessero l’aldilà mettendo alla prova le persone prima del loro ingresso. Da qui nacque l’idea del giudizio di 42 giudici divini. Il defunto doveva fare 42 confessioni negative, una per giudice, sostenendo di non aver mai peccato in vita.
Poi il suo cuore veniva pesato sulla bilancia rispetto alla piuma di Ma’at. Se il cuore del defunto era privo di peccato, ecco che poteva accedere alla Duat, accolto da Osiride. Chi falliva la prova, era divorato dal mostro Ammit, dissolvendosi nel nulla.
Nelle raffigurazioni Osiride, oltre ad avere la pelle verdina, presenta la parte del corpo inferiore mummificata. Ha la tipica barba dei faraoni e impugna il bastone e il flagello dei faraoni. Indossa anche la corona Atef, la quale assomiglia un po’ alla corona bianca dell’Alto Egitto, ma corredata di due piume di struzzo arricciate. Si pensa che questa sia la corona degli Inferi.

Il potere di Osiride – Osiride, Iside e Horus, insieme, divennero il simbolo della regalità e della continuità fra i faraoni. Osiride fu il primo faraone e a lui successe il figlio Horus. I due sono legati a Iside, che è sorella, moglie e madre (e zia, tecnicamente parlando).
Il faraone regnante era visto come l’incarnazione mortale di Horus. Dopo la sua morte, si sarebbe unito a Osiride. Le donne della famiglia reale, invece, erano identificate con Iside. Anche nell’Egitto tolemaico divenne comune il culto di triadi di divinità rappresentate da un maschio, una femmina e un bambino. Spesso Horus era chiamato Arpocrate, ovvero “Horus il Bambino”.
Questa triade era assai popolare ad Abido. In teoria Abido, nell’Alto Egitto, era il centro del culto dell’antica divinità Khentiamentiu, altra divinità ctonia che in seguito si fuse con Osiride. Tanto che il suo tempio di Abido divenne il Grande Tempio di Osiride.
Osiride e la fertilità – Tanto per complicare le cose, il ba, una parte dell’anima di Osiride, era venerata in modo indipendente. Questo perché gli Egizi credevano che l’anima fosse composta di varie parti. Il ba rappresentava la personalità ed era la parte dell’anima che sopravviveva alla morte del corpo. A volte il ba di Osiride era venerato come il dio ariete Banebdjedet.
Ricordate la leggenda dell’albero nato dal petto del dio? Ecco, la storia continua sostenendo che un re del posto fece tagliare quell’albero, trasformandolo nel pilastro del palazzo. Iside andò dal re e gli chiese di poter riavere il pilastro, visto che racchiudeva la bara del fratello-marito. Poi Iside consacrò il pilastro, creando il djed, la quale si pensa rappresenti la spina dorsale di Osiride.
Durante la festa di Sed, cioè il giubileo del faraone, ecco che il djed era innalzato per rappresentare il trionfo di Osiride su Seth. Questa cerimonia si svolgeva sempre durante il periodo di semina dei campi. Tanto che il djed divenne anche simbolo di fertilità.
Fra l’altro anche la festa principale di Osiride si celebrava in questo periodo. I semi che germogliavano rappresentavano la sua resurrezione. Inoltre ci sono dei miti che raccontano che fu Osiride a insegnare all’umanità come coltivare i raccolti.
Osiride e Api – Le leggende narrano che Osiride era anche collegato ad Api, un toro sacro che viveva Menfi. Tramite l’interpretazione delle sue azioni, fungeva da intermediario fra gli uomini e la volontà degli dei. Quando il vecchio torno moriva, non solo era sostituito da un nuovo toro, ma era anche mummificato, diventando Api-Osiride.
Possibile che poi, nella dinastia tolemaica, Api-Osiride si trasformasse nel dio Serapide, nel tentativo di creare una divinità gradita sia agli Egizi che ai Greci. Anche i Romani apprezzavano Serapide e Iside, tanto da costruire loro dei templi a Roma.
Questo Serapide, però, era rappresentato in forma umana, visto che i Greci non amavano le divinità animali. Inoltre Serapide ottenne elementi ctoni sia da Osiride che da Ade. In qualche modo, però, era associato anche al dio greco Dioniso. Come Osiride, Serapide reggeva uno scettro, ma come Ade, era accompagnato da Cerbero, il cane a tre teste.