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mosaico pompei

Mosaico con scena d’amore torna a casa a Pompei dopo decenni

Una storia a lieto fine: questo mosaico raffigurante una scena d’amore erotica, trafugato a Pompei (o zone limitrofe), è finalmente tornato a casa sua, in Italia, dopo circa ottant’anni di assenza. Molto probabilmente si tratta del frammento del pavimento di una camera da letto di una villa romana.

Il mosaico di Pompei (forse) torna a casa

mosaico pompei
Crediti foto: @Parco archeologico Pompei

Quello che si sa è che fu un ufficiale della Wehrmacht tedesca a rubare il mosaico di Pompei durante la Seconda Guerra Mondiale. Poi, per una serie di svariate vicissitudini, reperto finì in mano ad alcuni privati, rimanendo però sempre in Germania.

Tuttavia adesso, dopo la morte dell’ultimo proprietario, ecco che gli eredi hanno compiuto un bel gesto decidendo di restituire volontariamente il mosaico rubato all’Italia. Un’apposita missione diplomatica ha trasportato il manufatto a Roma, tramite il Consolato Italiano di Stoccarda.

vesuvio pompei

Arrivato a Roma è stato preso in carico dal Nucleo Speciale dei Carabinieri per i Beni Culturali. Ora, a dire il vero, non si sa da dove sia stato rubato esattamente questo mosaico. Ma lo stile e i materiali usati indicano che era originario della zona attorno al Vesuvio, forse proprio della stessa Pompei.

In effetti, il mosaico sarà poi esposto temporaneamente presso l’Antiquarium di Pompei, in modo che possa essere ulteriormente studiato. Gabriel Zuchtriegel, il direttore del Parco Archeologico di Pompei, ha sottolineato come il valore del mosaico non stia solamente nell’immagine, ma anche nel suo contesto storico.

strada pompei

Ma cosa raffigura? Come potete vedere, il mosaico rappresenta una scena d’amore: una donna nuda si trova di fronte a un uomo stesso su un letto. Scene similari erano abbastanza comuni negli ambienti privati delle case romane. Tuttavia un dettaglio sconcerta gli esperti: il mosaico sembra raffigurare “persone comuni” e non eroi o figure mitologiche. Inoltre, i primi dati indicano che il reperto risalirebbe al I secolo d.C.