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L’antica città di Beçin

La storia della città di Beçin incomincia molti secoli fa. Si trova situata lungo l’altura di Mutluca, in una delle regioni meridionali della Turchia. Più precisamente nella provincia di Mugla. Grazie a degli scavi archeologici e a delle sorprendenti scoperte, gli archeologi hanno potuto ricostruire l’incredibile storia di Beçin. Dalla fondazione ad oggi, un lungo viaggio alla scoperta dei mutamenti di una delle mille realtà che si affacciano sul Mar Mediterraneo.

Grazie al ritrovamento di mura, al di sotto della cittadella fortificata, gli archeologi sono risaliti al periodo di fondazione. Si tratta di una città del IV secolo d.C. Al tempo della sua fondazione avrebbe fatto parte dei domini romani, poiché nella regione di Caria. L’insediamento fu costantemente abitato, essendo un possedimento greco nell’ossatura, romano nell’amministrazione (poi bizantino). A testimonianza di questi passaggi proprio le varie tracce lasciate. Tra i molti ritrovamenti vi è la testa di un idolo noto per l’osservazione delle stelle, risalente a circa 5.000 anni fa. Così come un mausoleo del IV-V secolo e le ben evidenti mura della fortezza bizantina, ancora in piedi.

E a partire dal 1260 che la città conobbe un’ulteriore e importante fase. L’emiro Mentese durante la seconda metà del XIII secolo conquistò la regione e fondò l’omonimo principato. La città di Beçin cadde nelle mani dei musulmani solo durante il regno del successore del primo emiro Mentese, suo figlio, il Bey Mesud. Egli fu inoltre in grado di assicurare il controllo delle coste, nella zona sud ovest della penisola anatolica. Il Bey Orhan, invece, decise di far diventare la città di Beçin proprio la capitale del principato. Egli salì al trono dopo la morte del padre nel 1319, e da lì ebbe inizio l’incredibile sviluppo della capitale e del principato.

La popolazione risiedente cominciò a crescere, Beçin ospitò tra le 8.000 e le 10.000 persone. Molte di queste erano in realtà stanziate nelle campagne circostanti. I governatori successivi riuscirono a far sì che la città di Beçin continuasse a fiorire. Durante il XV secolo si costruirono moschee, bagni pubblici, opulente fontane scolpite finemente e madrase. Queste ultime erano importanti scuole islamiche specializzate in diversi indirizzi. Garantivano però di ultimare il percorso di apprendimento dei princìpi della religione islamica. Costituivano assieme alle moschee i veri pilastri della cultura del tempo.

Il principato di Mentese venne conquistato dall’Impero Ottomano nel 1426. E la città di Beçin cominciò a perdere la sua centralità a favore della città di Milas. Fu proprio questo progressivo degrado, secondo l’archeologo Kadir Pektas a preservare l’integrità del sito.

Pektas e l’Università Medeniyet di Istanbul hanno condotto infatti gli scavi a partire dal 1970. Il gruppo di archeologi, restaurando molte delle strutture esistenti, ha portato alla luce tracce della storia della città, fin dalle sue origini. Da monete a idoli e resti di edifici. La città di Beçin è uno dei pochi siti della Turchia a mantenere l’insediamento murario originario. Essa inoltre, grazie alla sintesi tra architettura e urbanistica restituisce anche il passaggio dal principato al periodo ottomano. Un sito suggestivo, immerso nel verde che è oggi liberamente visitabile. È quindi possibile fare una passeggiata immergendosi tra le antiche rovine dei palazzi, caravanserragli e moschee. Una perla archeologica: le varie strutture e il selciato sembrano indicare proprio il percorso da seguire.