Sembra proprio che l’insana pratica di gettare i cadaveri nelle acque del Tamigi sia più antica di quanto non si pensi. Pensate che la maggior parte degli scheletri dragati dal fondo del fiume risalirebbero niente meno che all’età del bronzo e del Ferro. Ma perché, sin dagli albori della storia, le persone hanno deciso di trasformare il Tamigi in una discarica di cadaveri?
Il Tamigi e i cadaveri scomodi da gettare via

In uno studio pubblicato sulla rivista Antiquity, ecco che i ricercatori hanno descritto i risultati ottenuti con la datazione al radiocarbonio di 30 scheletri trovati nel Tamigi. Lo scopo degli scienziati era quello di capire non solo quando, ma anche perché i cadaveri fossero finiti nel fiume.
Nichola Arthur del Natural History Museum di Londra e autrice principale dello studio, ha spiegato a Live Science che la maggior parte delle persone, anche dei londinesi, sono rimaste sorprese nello scoprire che nel Tamigi riposavano centinaia di ossa umane.
In realtà è possibile imbattersi in ossa umana nei corsi d’acqua di tutta l’Europa nord-occidentale. Ma nel Tamigi ce n’era una concentrazione impressionante. A dire il vero i ricercatori stanno studiando gli scheletri del Tamigi sin dal XIX secolo. Una delle prime teorie formulate sosteneva che tali cadaveri provenissero da una battaglia fra Celti e Romani.
Alla fine del XX secolo, invece, gli esperti sospettavano che i cadaveri arrivassero dall‘erosione di sepolture presenti lungo le rive del fiume, oltre che da vittime di annegamento.

Ma il recente studio ha fornito altri dettagli interessanti. I ricercatori, infatti, hanno scoperto che quei corpi presenti nel Tamigi risalivano a un periodo compreso fra il 4000 a.C. e il 1800 d.C. Tuttavia la maggior parte risaliva all’età del Bronzo (dal 2300 all’800 a.C.) e all’età del Ferro (dall’800 a.C. al 43 d.C.). Inoltre questi cadaveri si trovavano quasi tutti nelle zone a monte del fiume.
Questo significa che non si tratta solamente di ossa accumulate costantemente nel fiume nel corso del tempo. Qualcosa negli uomini dell’età del Bronzo e del Ferro li spingeva a gettare nel fiume i defunti.
Secondo Arthur, è possibile che tale abitudine derivasse da usanze funebri basate su riti che prevedevano di depositare intenzionalmente i defunti in luoghi ricchi di acqua. Tuttavia mancano ancora le prove del fatto che tali resti derivino proprio da pratiche funerarie.

Secondo Chris Knusel, bioarcheologo dell’Università di Bordeaux, in Francia, non coinvolto nello studio, i cadaveri sarebbero l’esito di violente battaglie svoltesi nel corso del tempo per impadronirsi dei territori che circondavano questo importante fiume. E a sostegno della sua tesi porta il fatto che, molti di questi corpi, presentavano segni di morti violente e traumi.
Ma nessuno ha ipotizzato che, ehm, un corso d’acqua così grande sia un posto assai comodo per sbarazzarsi di qualche cadavere indesiderato?