Storia Che Passione
moby foto caccia

La vera storia di Moby Dick, il capodoglio ribelle che non si arrendeva mai

Tutti conoscono la storia di Moby Dick, la celebre balena del romanzo del 1851 di Herman Melville. In realtà molto meno conosciuta è la vera storia che ispirò il libro e moltissimi altri racconti popolari circa il cetaceo di 20 metri che lottava strenuamente contro le navi baleniere e che mai pareva arrendersi.

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Specifichiamo in primis che Moby Dick non era una balena ma un capodoglio bianco, ovvero albino. E a dirla tutta il suo vero nome non era Moby, ma “Mocha“, dal nome dell’isola vicino la quale abitava. Il romanzo poi ne ha deformato tali piccoli particolari, ma poco importa ai fini della splendida storia che stiamo per raccontavi.

Nel XIX secolo l’olio di balena garantiva la luce alle abitazioni e nei luoghi pubblici. Numerosi altri prodotti provenivano dai cetacei, sempre più ambiti. I marinai che facevano ritorno portavano con loro balene come trofei di guerra e nel proprio bagaglio c’era sempre spazio per diverse storie di avventura, alcune più vicine alla fantasia che alla realtà. Una delle più incredibili era quella di Mocha Dick.

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Nell’Oceano Pacifico, al largo delle coste del Cile, la leggenda di questo cetaceo immenso, che sfidò oltre 20 baleniere senza conoscere sconfitta, si diffuse velocemente. La storia affascinò a tal punto l’esploratore Jeremiah N. Reynolds che si imbarcò alla ricerca del cetaceo e scrisse il racconto “Mocha Dick. Or The White Whale of the Pacific“.

Secondo il suo resoconto Mocha morì eroicamente nel 1838. Una madre di balena disperata per la perdita del cucciolo, appena cacciato, pare attirò l’attenzione del nostro protagonista. Le baleniere non se lo potevano far sfuggire: era il leggendario Mocha Dick!
Secondo il racconto il capidoglio albino combatté strenuamente e si arrese solo dopo che 30 arpioni lo perforarono.

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Il racconto sembra essere verosimile, con magari alcuni elementi romanzati. La storia conosce gloria duratura poi con l’opera di Melville, ma anche l’originale non è male e racconta di come, nonostante l’uomo superi in tecnologia gli animali, la loro volontà e il loro coraggio sanno dare del filo da torcere. Anche un animale può andarsene da eroe.