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La storia tutta britannica della guida a sinistra

La storia tutta britannica della guida a sinistra

Perché gli inglesi guidano dal lato sbagliato della strada? Pardon, dal lato sinistro? Quali sono (sempre che esistano) le ragioni storiche dietro questa consuetudine? Bene, sulla base di queste semplici ma dirette domande, scopriamo la storia tutta britannica della guida a sinistra.

La storia tutta britannica della guida a sinistra

L’abitudine britannica di tenere la sinistra non nasce da un capriccio nazionale (anche se, a volerla dire tutta, un po’ è così; dopo capirete perché), né è un retaggio casuale dell’età moderna. No, essa affonda le sue radici in un lungo processo storico che precede di secoli l’invenzione dell’automobile e che riflette tematiche quali lo stile di vita, la sicurezza personale, l’organizzazione del traffico preindustriale e, più in là nel tempo, alcune precise scelte politiche.

Già nel Medioevo – e forse ancora prima, ma non sbilanciamoci troppo – in alcune zone dell’Europa era comune che chi viaggiava a cavallo preferisse tenere la sinistra della strada. La spiegazione è intuitiva, ma non certa e codificata. La maggioranza della popolazione, allora come oggi, era destrorsa e cavalcare tenendo la sinistra permetteva di utilizzare il braccio destro per estrarre la spada in caso di aggressione, oppure semplicemente di salutare o controllare il traffico in arrivo.

guida a sinistra cavaliere mano destra spada

Sembra che la consuetudine sia stata tramandata dai Romani. Esistono alcuni solchi stradali rinvenuti nei pressi di Pompei, o ancora la disposizione di certe strade consolari, che suggeriscono come la marcia a sinistra fosse diffusa, soprattutto quando si trattava di mantenere un ordine nei movimenti delle legioni. Attenzione però, perché da qui a parlare di regola universale ce ne passa. Sono delle supposizioni fondate sulla logica, nulla più. Apparentemente, quest’uso (che non sappiamo se definire “comune”) restò in molte aree dell’ex impero, e continuò ad esistere nei secoli successivi.

Nella Londra tardo moderna, dove le strade erano strette, affollate di carri, animali e pedoni, la necessità di normare i flussi crebbe rapidamente. Il primo passo formale documentato risale al 1765, quando il governo prescrisse che sul London Bridge (il vecchio, non il nuovo) si dovesse tenere la sinistra. Un’innovazione? Non proprio. Più un modo per dare forza di legge a una pratica già consolidata. L’impianto normativo si ampliò nel 1773 con il General Highways Act. Questo rese obbligatorio per cavalieri e conducenti di carri restare sul lato sinistro. Mentre l’Highway Act del 1835, trasformò in reato la guida “contromano”, sancendo definitivamente la regola nazionale.

guida a sinistra esempio macchina con volante a destra

Fino al Settecento, tra l’altro, la guida a sinistra non era un’esclusiva britannica: era diffusa in molti paesi europei. L’inversione di tendenza arrivò con Napoleone Bonaparte, che per ragioni di uniformità amministrativa impose la marcia a destra nei territori soggetti alla Francia. Di fatto, il diktat napoleonico ridisegnò la geografia della guida europea. L’Europa continentale adottò la destra, mentre le isole britanniche, al di fuori dell’influenza diretta dell’imperatore, conservarono il proprio sistema. Mi piace credere che questa fu una scelta dettata anche dall’intramontabile orgoglio britannico.

All’esperienza transalpina, si aggiunse il fatto che gli Stati Uniti, a partire dalla legge della Pennsylvania del 1792, adottarono e diffusero il modello della guida a destra. Si contribuì così alla standardizzazione globale.

guida a sinistra mappa

L’avvento dell’automobile consolidò il divario. Le prime vetture americane avevano il conducente a sinistra per facilitare i comandi manuali, e ciò favoriva naturalmente la marcia a destra. Con il trionfo del Modello T di Henry Ford dopo il 1908, questa soluzione tecnologica divenne un modello internazionale. Nei paesi abituati alla guida a sinistra, invece, si affermò il veicolo con guida a destra.

Nel corso del Novecento molti paesi cambiarono il lato di guida per allinearsi ai vicini – celebre è il “Dagen H” svedese del 1967, di cui si è scritto in tempi non sospetti – ma il Regno Unito, pur valutando seriamente il passaggio negli anni ’60, lo ritenne economicamente insostenibile. Riconversione della segnaletica, riprogettazione degli incroci, formazione della popolazione, sostituzione del parco macchine: costi impossibili da affrontare. Poi si doveva fare i conti con un valore simbolico ormai percepito come tratto identitario nazionale, che contribuì a lasciare tutto com’era.