Ci fu una principessa Romanov che riuscì, in maniera alquanto rocambolesca, a fuggire dalla Rivoluzione Russa, salvandosi la vita e reinventando la sua vita fino a diventare un’icona della moda. Il suo nome è Natalia Pavlovna Paley ed era la nipote dello zar.
Natalia Pavlovna Paley, la principessa Romanov che si reinventò

Natalia Pavlovna Paley era la figlia più giovane del Granduca Pavel Aleksandrovič e della sua seconda moglie, Olga. Zio dello zar Nicola, il vedovo Paley si era innamorato di Olga quando lei era ancora sposata. Inoltre era di rango molto inferiore a quello del Granduca. La loro relazione fu un grande scandalo. Ma questo non fermò i due.
Così nel 1987 Olga diede alla luce Vladmir, il figlio del Granduca, quando era ancora sposata al primo marito. Poco dopo Olga divorziò e il Granduca chiese allo zar il permesso di sposarla. Nicola rifiutò categoricamente, ma il Granduca e Olga ignorarono bellamente il suo divieto, sposandosi nel 1902. Lo zar dovette così esiliarli in Francia.
Qui i due vissero in mezzo agli agi, mentre la loro famiglia continuava a crescere. La coppia ebbe tre figli: Vladimir, Irina e la piccola Paley. La famiglia visse in Francia in mezzo a lussi, feste e ricchezze incredibili. Questo almeno fino al 1912, quando lo zar decise di perdonare lo zio.
Così il Granduca e la famiglia tornarono in Russia nel 1914. Col senno di poi, forse era meglio se lo zar fosse rimasto arrabbiato con loro. Il Granduca si stabilì in un palazzo di nuova costruzione a Tsarskoye Selo, fuori San Pietroburgo.
I tre rampolli trascorsero il loro tempo insieme ai fratellastri, nati dai primi matrimoni dei genitori e insieme ai cugini, i cinque figli di Nicola e della zarina Alessandra. Nel 1915 lo zar diede a Olga e ai figli avuti dal Granduca i titoli di principesse e principi.

Solo che quello fu un pessimo momento per tornare in Russia. Il popolo russo si stava ribellando alla monarchia e lo zar era stato costretto ad approvare la creazione della Duma, un organo legislativo. Tuttavia la Rivoluzione era ormai inarrestabile. A peggiorare la situazione ci si mise l’arrivo di Rasputin, il quale riuscì a ottenere un ascendente notevole sulla famiglia reale.
Nel 1914, poi, era scoppiata la Prima Guerra Mondiale. Il padre e il fratello di Paley prestarono servizio nell’esercito. Il Granduca ottenne il grado di comandante di un corpo della Guardia Imperiale, mentre il fratello fu spedito come soldato in prima linea. All’inizio il conflitto sembrò rafforzare lo zar in quanto il popolo russo fu travolto dal patrionismo.
Tuttavia le scelte non proprio felici di Nicola e di Alessandra, sia in campo militare sia negli affari interni, condannarono la famiglia reale. Il 30 dicembre 1916 i granduchi Romanov assassinarono Rasputin per cercare di aiutare la monarchia. Fra di essi c’era anche il figlio del Granduca e della sua prima moglie. Ma ormai era troppo tardi: nel 1917 Nicola dovette abdicare.
Il Granduca e Olga, nonostante la situazione critica, decisero di rimanere in Russia. La famiglia fu messa agli arresti e Vladimir fu portato via dai bolscevichi. La famiglia non riusciva più a mantenere la loro tenuta, per cui si trasferirono in una casa più piccola. Nel 1918 i bolscevichi uccisero Vladimir e altri Romanov, esattamente il giorno dopo in cui altri bolscevichi avevano assassinato Nicola, Alessandra, i loro cinque figlie e i loro servitori.
Il Granduca, malato, rimase agli arresti domiciliari, ma ad un certo punto lo trasferirono in prigione. Successivamente lo fucilarono insieme a altri tre granduchi. Ma che ne era stato delle figlie?
Paley era riuscita a scappare insieme alla sorella maggiore Irina. Si erano travestite da figlie di un lavandaia e viaggiarono in tram, vagoni bestiame, slitte trainate da cavalli e a piedi, percorrendo più di 320 chilometri nel dicembre del 1918.
32 ore dopo essere partite, raggiunsero Terijoki, al confine della Finlandia. Qui trovarono la libertà. L’anno successivo Olga riuscì a raggiungere le figlie in Finlandia. Le donne superstiti della famiglia si stabilirono prima in Svezia e poi in Francia.
Qui, anche se non erano più ricche come prima, potevano ancora contare su una casa a Boulogne. Le ragazze riuscirono a terminare gli studi, mentre Olga si dedicò ad aiutare la comunità russa di emigrati, organizzando anche un ballo annuale frequentato da milionari americani e dall’aristocrazia europea.
Il debutto di Paley avvenne nel 1924, mentre tre anni dopo sposò lo stilista francese Lucien Lelong. Lui la trasformò nella sua musa ispiratrice. Olga morì nel 1929, allontanando ancora di più Paley dalla sua vita passata in Russia. Anglicizzò il suo nome in Natalie Paley e si concesse degli amanti, il ballerino Serge Lifar e lo scrittore Jean Cocteau.
Divenne anche una modella famosa, apparendo sulle pagine di Vogue. Ma il suo sogno era quello di diventare una grande attrice. Tuttavia la carriera cinematografica non fu facile per la nipote dello zar. Aveva un accento russo un po’ troppo forte, per cui dovette esercitarsi due ore al giorno a leggere ad alta voce in inglese.

Ma questo era il meno: il problema era che non aveva poi così tanto talento come attrice. Dopo essere apparsa in alcune pellicole francesi che flopparono alla grande, Paley si trasferì negli USA. Qui raggiunse quello che possiamo considerare come l’apice della sua carriera: ottenne una piccola parte nel film Sylvia Scarlett accanto a Katharine Hepburn e Cary Grant.
Parallelamente anche la sua vita sentimentale era alquanto altalenante. Da anni separata dal marito, nel 1936 chiese poi il divorzio da Lelong. Quello fra l’altro fu l’ultima volta in cui comparve in una pellicola, il film francese Les Hommes Nouveaux. Poco dopo si risposò con un produttore teatrale, John C. Wilson, il quale aveva da poco rotto la sua relazione col drammaturgo Noel Coward.
La loro fu una relazione platonica. Paley continuò con la sua carriera di modella e nel 1941 ottenne la cittadinanza americana. Wilson morì nel 1961. Rimasta vedova, Paley si ritirò dalla vita sociale, vivendo come una reclusa durante gli ultimi anni della sua vita. Trascorreva il suo tempo guardando la televisione e facendo i cruciverba, concedendosi solamente la compagnia dei suoi animali da compagnia.
Diabetica, la sua vista peggiorò sempre di più fino a quando nel 1981 non cadde in bagno, fratturandosi il collo. La portarono di corsa in ospedale dove fu operata d’urgenza, ma morì poco dopo all’età di 76 anni.




