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L'assassino nascosto che devastò la Grande Armée di Napoleone: no, non si parla del freddo

L’assassino nascosto che devastò la Grande Armée di Napoleone: no, non si parla del freddo

Per oltre due secoli la leggenda del “Generale Inverno” ha dominato il racconto della disastrosa campagna di Russia del 1812. Nelle immagini scolpite dalla memoria collettiva, i soldati di Napoleone vengono descritti come un’immensa colonna umana che, avanzando nelle steppe gelide, soccombe sotto il peso della neve, del gelo e dei continui assalti cosacchi. Certo, il freddo ebbe un ruolo cruciale. Ma oggi sappiamo che la devastazione della Grande Armée iniziò ben prima dell’arrivo dell’inverno. Non tanto per la sciabola del russo, quanto per un nemico invisibile: le malattie.

L'assassino nascosto che devastò la Grande Armée di Napoleone: no, non si parla del freddo

Le nuove indagini condotte dagli archeologi e dai biologi molecolari all’inizio del XXI secolo hanno aperto una prospettiva inedita. Nel 2001, nei pressi di Vilnius, in Lituania, venne portata alla luce una fossa comune risalente al tempo della ritirata napoleonica. Migliaia di resti umani, mal conservati ma ancora in grado di rivelare dettagli importantissimi su quel dramma che colpì oltre 700.000 uomini, sono diventati testimoni silenziosi della tragedia. L’analisi del DNA estratto dai denti ha rivelato la presenza di due micidiali agenti patogeni: la Salmonella enterica (responsabile della febbre paratifoide) e la Borrelia recurrentis, trasmessa dai pidocchi, anch’essa alla base della febbre ricorrente.

Queste infezioni non erano banali disagi passeggeri. La febbre paratifoide provocava diarrea cronica, disidratazione e delirio. La ricorrente colpiva con accessi acuti di febbre alta e debolezza estrema. In un esercito già provato dalla marcia incessante, dall’alimentazione insufficiente e dalla mancanza di igiene, il contagio si diffuse come un incendio.

Grande Armée malattie

Quando la Grande Armée attraversò il fiume Nemunas il 24 giugno 1812, appariva come la macchina militare più potente che l’Europa avesse mai visto. Napoleone voleva piegare lo zar Alessandro I, costringerlo a rispettare il Blocco Continentale, l’embargo economico che mirava a strangolare la Gran Bretagna. Ma i russi scelsero una strategia diversa da quella che l’imperatore francese aveva previsto. Come ben sappiamo, essi evitarono lo scontro in campo aperto – dove Napoleone avrebbe avuto la meglio – decidendo di logorare l’avversario.

Le truppe dello zar arretravano sistematicamente, devastando il territorio e bruciando la terra alle loro spalle. Per la Grande Armata questo significò marciare in una sconfinata piana desolata. Quando si giunse allo scontro, come a Smolensk e a Borodino, il prezzo fu altissimo. Solo a Borodino morirono almeno 70.000 uomini. La battaglia non diede una vittoria decisiva a Napoleone, che entrò a Mosca il 14 settembre trovandola deserta, svuotata e in fiamme.

Grande Armée Napoleone

Ma già prima di Mosca l’esercito si era spezzato dentro. Le marce estenuanti e la fame spinsero i soldati a consumare acqua stagnante, carne di cavallo mal conservata, cereali ammuffiti. L’assenza di igiene trasformò gli accampamenti in focolai di pidocchi. La massa enorme di uomini, che inizialmente rappresentava la forza di Napoleone, divenne terreno fertile per le epidemie.

Grande Armée ritirata

Migliaia di soldati iniziarono a cadere per febbre, delirio e spossatezza già alla fine dell’estate e all’inizio dell’autunno, quando il clima non era ancora proibitivo. Molti erano troppo deboli per combattere, altri venivano lasciati lungo le strade, incapaci di proseguire. In pratica, l’esercito si stava dissolvendo ben prima che il gelo lo colpisse. La scoperta dei resti di Vilnius, e le successive analisi genetiche, confermano ciò che le cronache dell’epoca solo intuivano. Non fu soltanto il gelo a decimare la Grande Armée, ma la combinazione micidiale di fame, malattie e logoramento psicofisico.

I resti della Grande Armata rientrarono in Europa a dicembre, ne rimanevano meno di 120.000. L’“assassino nascosto” aveva già svolto gran parte del lavoro, molto prima che il “Generale Inverno” potesse reclamare il suo primato.