Storia Che Passione
Il coraggio di chiedere munizioni al nemico con cui stai combattendo...

Il coraggio di chiedere munizioni al nemico con cui stai combattendo…

Si avviava a conclusione il mese di luglio del 1714, quando nelle acque meridionali della Norvegia, poco più al largo di Lindesnes, un vascello danese-norvegese ne incontrò uno svedese. Dato il contesto bellico e l’opposto schieramento, le due navi iniziarono a prendersi amorevolmente a cannonate. Uno scontro durissimo e prolungato, ma sopra ogni cosa, inconsueto. Dopo 14 ore di manovre elusive, fuoco di sbarramento e fatica disumana, il capitano della fregata danese-norvegese scoprì di non avere più palle da cannone da poter sparare. Cosa pensò di fare? Indietreggiare in attesa di supporto? Ritirarsi per avere salva la pelle? Nulla di tutto questo! Si decise a chiedere munizioni alla controparte svedese per proseguire lo scontro. Dicasi follia…

Il coraggio di chiedere munizioni al nemico con cui stai combattendo...

Tra il marzo del 1700 e il settembre del 1721 l’Europa settentrionale vide infiammarsi la Grande guerra del Nord, un conflitto di cui si sente poco parlare ma che fu di netta importanza per la ridefinizione delle logiche di potere sul Mar Baltico. Gli eventi bellici videro contrapposti due nutriti raggruppamenti: da una parte c’era la Danimarca-Norvegia, lo Zarato russo, l’Elettorato di Sassonia, ecc. Dall’altra parte a tenere alta la bandiera era l’Impero svedese, che dalla metà del XVII secolo godeva di una fama temibile in quanto potenza militare avanzata.

Il conflitto durò ben 21 anni. Un lungo lasso di tempo in cui ovviamente ci furono una miriade di uomini capaci di distinguersi per meriti di vario genere. Uno di questi, centrale per la narrazione di oggi, era nato col nome di Peter Jansen Wessel, ma che per le sue abilità in ambito bellico-navale acquisì un soprannome a mio modesto parere straordinario: Tordenskjold, che tradotto dal danese all’italiano suona come “Scudo di Tuono”.

Il nostro Peter Tordenskjold (1690-1720) era viceammiraglio per la regia marina della Danimarca-Norvegia. Fedele suddito di Federico IV di Danimarca e Norvegia, egli divenne un eroe in patria a causa della sua storia e del suo peculiare temperamento. Iniziò a combattere sul mare all’età di 15 anni, assumendo il grado di viceammiraglio poco più che ventenne. Tordenskjold era uno che agiva all’infuori dei tradizionali schemi, facendo sempre la cosa meno scontata. Sconsideratezza che da una parte lo aiutò ad emergere in veste di leader carismatico, ma dall’altra gli costò la corte marziale. Quest’ultima lo processò per un episodio avvenuto tra il 26 e il 27 luglio del 1714.

chiedere munizioni

Nella placida mattinata del 26 luglio, il viceammiraglio Peter Jansen Wessel governava la fregata Løvendals Gallej, danese-norvegese ma con issata la falsa bandiera olandese. Al largo di Lindesnes, punta sud della Norvegia, avvistò un’altra nave da guerra, tuttavia battente bandiera britannica. Qualcosa nell’aria puzzava, e no, non era salsedine.

La nave avvistata rispondeva al nome di De Olbing Galley, una fregata di nuova generazione commissionata dalla corona di Svezia ma costruita in Inghilterra. Al comando vi era capitan Bactmann, un abile ufficiale inglese che nel taschino aveva una lettera di corsa firmata dall’Impero svedese. Scontato dirlo, ma la lettera di corsa permetteva alla fregata di attaccare qualunque imbarcazione avesse battuto bandiera danese-norvegese.

Dopo essersi guardati in cagnesco per una buona mezz’ora, la De Olbing Galley chiese alla Løvendals Gallej di avvicinarsi per il riconoscimento. Peter Tordenskjold si avvicinò ma con cattive intenzioni. Fece issare nel mentre la bandiera danese-norvegese. Bactmann fece lo stesso, calando il vessillo d’Olanda e alzando quello di Svezia. Come da protocollo, partirono delle sonanti cannonate e iniziò uno scontro che non si sarebbe concluso se non il giorno successivo – dopo una notte di tregua concordata.

chiedere munizioni Peter Tordenskjold

14 ore complessive di scontro danneggiarono gravemente ambo le navi. A passarsela peggio erano i danesi-norvegesi. L’unità di Tordenskjold si avvicinò a quella nemica e inviò a bordo di quest’ultima un messaggero, munito di lettera firmata e contrassegnata dal medesimo pugno del capitano norvegese. Il testo conteneva belle parole – personali congratulazioni per l’avvincente duello, il riconoscimento al valore del capitano inglese – e oltre a queste, qualcosa di inconcepibile. Una richiesta abbastanza sconcertante. L’intenzione era quella di chiedere munizioni ai svedesi, poiché a bordo della Løvendals Gallej non ve ne erano più per continuare la battaglia.

Bactmann si rifiutò di assecondare la richiesta, ma riconobbe il coraggio dell’omologo danese-norvegese e per questo pose fine allo scontro. I membri degli equipaggi fino ad allora contrapposti stapparono bottiglie di birra e brindarono alla reciproca salute. Dopo di che si allontanarono verso direzioni opposte.

chiedere munizioni

In qualità di capitano della fregata, il viceammiraglio Peter Tordenskjold dovette consegnare una relazione di quanto accaduto ai suoi immediati superiori. Quest’ultimi si congratularono per la condotta. Meno felice fu il sovrano Federico IV, che non solo rimproverò l’ufficiale ma lo sottopose alla corte marziale per grave imprudenza. Chiedere munizioni in quel modo poteva esporre, secondo l’accusa, l’intero equipaggio a fatali conseguenze. Inoltre lo imputarono di aver rivelato incautamente informazioni militari di eccezionale importanza.

Il processo al viceammiraglio iniziò il 28 novembre 1714. Tordenskjold, che era tanto bravo a manovrare un vascello quanto ad avvalersi di una buona retorica, si difese con energia e audacia. Rimasta impressionata, la corte si limitò ad un ammonimento. Anche re Federico IV restò affascinato dall’animo di Peter Jansen Wessel “Scudo di Tuono” e per questo si ricredette, elevandolo di grado. Non godé per chissà quanto tempo del riconoscimento, perché incontrerà la morte sei anni dopo, trafitto da una spada durante un duello illegale con un colonnello livone che in guerra servì gli svedesi. Oggi Peter Tordenskjold è un eroe nazionale sia in Danimarca che in Norvegia.