Quello che vedete in foto è il ciondolo d’oro di Malia, un monile a forma di ape realizzato in metallo prezioso. Qualcuno a volte ne parla come dell’orecchino di Malia, ma si tratta sempre del medesimo reperto trovato nel 1930 nel cimitero di Chrysolakkos (“fossa d’oro”), nell’antica città minoica di Malia, a Creta. Questo ciondolo ci racconta quale fosse il rapporto dei Minoici con la Natura.
La storia del ciondolo d’oro di Malia

L’archeologo sir Arthur Evans aveva ipotizzato che il ciondolo d’oro in questione raffigurasse delle api. Tuttavia molti ricercatori non erano convinti di tale identificazione e per quasi un secolo hanno dibattuto sull’identità di tali insetti.
Più certa la composizione. Il Museo Archeologico di Heraklion, a Creta, dove il monile è esposto, parla di un gioiello lungo 4,6 centimetri, dal peso di 5,5 grammi. L’orafo che realizzò tale pendente utilizzò diverse tecniche, fra cui la filigrana, la granulazione, lo sbalzo e la decorazione incisa. Per questo motivo il gioiello è considerato un “capolavoro dell’arte miniaturistica minoica”.
Come potete vedere, il pendente raffigura due insetti posizionati l’uno di fronte all’altro. La testa e l’addome sono uniti, mentre le ali sono spiegate all’indietro. Due zampe di ciascun insetto sembrano afferrare una serie di perle disposte concentricamente, mentre tre piccoli dischi pendono dalle ali e dagli addomi uniti.
Certo, molto dipende anche da come lo si guarda. Da un altro punto di vista potrebbe sembrare una sorta di omino dalle braccia nerborute, con pungiglioni o trivelle al posto delle mani e dotato di ali. Il che però lo renderebbe più che altro simile a uno dei nemici di Mazinga, Goldrake o Jeeg, quindi escludiamo a priori questa ipotesi.

Secondo alcuni ricercatori, questo accessorio mostra le api europee (la classica Apis mellifera) mentre produce il miele. Quello che le api sorreggono sarebbe il favo e in bocca si intravedrebbe una goccia di miele.
Il Museo ha spiegato che il miele e la cera erano fondamentali per l’economia minoica. Inoltre le api erano importanti simboli religiosi minoici. Tuttavia questa interpretazione non spiega cosa siano i tre cerchi pendenti.
Così nel 2021, uno studio realizzato dal botanico E. Charles Nelson, ha sostenuto che quei cerchi fossero i frutti del Tordylium apulum, un’erba commestibile assai comune a Creta e che produce grappoli di frutti a forma di disco. Se però i dischi pendenti rappresentano questo frutto, ecco che gli insetti non possono essere delle api. Forse potrebbero essere delle vespe mammut (Megascolia macuata). Questo perché quando si nutre di piante da fiore, la vespa mammut sembra afferrare la parte del fiore che produce il polline, avvolgendola nell’addome e tenendo le ali ripiegate all’indietro.

Ma il dibattito su cosa rappresenti tale gioiello è ancora aperto. Magari semplicemente l’orafo voleva raffigurare delle api e ha usato delle vespe un po’ più grandi come modello. Quello su cui i ricercatori sono concordi è che il gioiello non era associato solamente all’apicoltura, ma era una vera e propria celebrazione del mondo naturale di Creta.




