Storia Che Passione
stadio

Foto del giorno: quando un raid tedesco intrappolò i tifosi nello stadio

Fotografia di anonimo, stadio Philips Sportpark, Eindhoven, Paesi Bassi, 27 febbraio 1944. I tifosi accorsi in massa allo stadio Philips Sportpark di Eindhoven per assistere all’attesa semifinale fra il PSV e il Longa di Tilburg corrono verso l’uscita dello stadio proprio nel bel mezzo della partita, interrotta da un raid tedesco. Sul tetto si può vedere quello che presumibilmente è un soldato tedesco intento a controllare la situazione.

Il raid tedesco che bloccò i tifosi nello stadio

stadio
Crediti foto: @Archivio Regionale di Eindhoven

Purtroppo non si sa chi abbia scattato queste foto conservate presso l’Archivio Regionale di Eindhoven e utilizzate anche nel libro PSV in de Tweede Wereldoorlog. Quello che sappiamo è che il tutto avvenne il giorno della partita della semifinale fra il PSV e il Longa.

Nella foto vediamo alcune persone correre, altre avviarsi lentamente lungo il campo da calcio. Il tutto mentre una persona sul tetto degli spalti li tiene sotto controllo. Non si vede bene la figura sul tetto, ma potrebbe trattarsi di un soldato tedesco armato pronto a soffocare ogni tentativo di fuga. In un’altra foto, sempre scattata quel giorno, si vede un gruppo di uomini in fila, in attesa di mostrare i loro documenti.

Ma cosa accadde quel giorno? Nonostante la Seconda Guerra Mondiale fosse in corso, il campionato di calcio olandese continuava ad andare avanti. In quel periodo i tedeschi, insieme agli olandesi filo-tedeschi, avevano preso l’abitudine di effettuare raid durante le partite di calcio in modo da reclutare forzatamente uomini. Inoltre era anche un sistema per scovare quelle persone che si stavano sottraendo ai lavori forzati.

Arriviamo così a quel 27 febbraio 1944. Il PSV era arrivato in semifinale per miracolo. Considerate che aveva perso metà delle prime quattordici partite e che alcuni calciatori della squadra si trovavano ancora in Germania.

Miracolosamente, in qualche modo, il PSV riesce a vincere tutte le partite successive, arrivando così in semifinale. Fra l’altro la partita PSV-Longa, essendo anche la penultima partita della stagione, attira tantissimi tifosi, più del solito. Tanto che gli organizzatori sono costretti ad aumentare temporaneamente la capienza dello stadio per ospitare 1.200 persone in più.

Lo stadio è gremito, ci sono 20mila tifosi pronti a sostenere la squadra del cuore. C’è così tanta gente che alcune persone si sono sistemate nelle tribune e negli spogliatoi. In campo c’è anche Piet Bakers. Nel suo diario spiega di come alcuni colleghi furono dichiarati inabili ai lavori forzati e di come un altro dovette nascondersi.

stadio piet bakers
Crediti foto: @Archivio Regionale di Eindhoven

Dai suoi scritti si evince come si allenassero all’epoca. In pratica dovevano allenarsi al buio, in pieno inverno. Il campo era buio pesto e si vedevano solamente le linee bianche. Questo perché l’illuminazione notturna era vietata a causa delle norme sull’oscuramento volte a evitare di trasformare le città in bersagli di notte per le truppe aeree nemiche. Baker ricorda che la partita era molto tesa, sia dal punto di vista dei giocatori che dei tifosi, ammassati sempre di più a bordo campo. Il tutto, poi, era complicato dal fatto che si mise a nevicare, rendendo il campo quasi impraticabile.

Ma dopo l’intervallo, qualcosa cambia. E non a causa della partita. Lo stadio, infatti, viene improvvisamente circondato dai tedeschi e da membri olandesi simpatizzanti della Landwacht. I nazionalsocialisti, armati fino ai denti, sorvegliano le uscite dello stadio, le quali sono bloccate. I tifosi sono rimasti intrappolati dentro.

Il che non è una bella notizia, né per via dei reclutamenti forzati, né per via del fatto che all’interno dell’impianto ci sono alcune persone che si stavano nascondendo dalle forze tedesche. In effetti la resistenza aveva più volte sconsigliato alle persone di partecipare a raduni di massa come questi, proprio perché avrebbero attirato le attenzioni dei raid tedeschi.

Ma il desiderio di poter assistere a quell’importane partita prevalse sul buon senso. Bakers ricorda che gli altoparlanti annunciarono che nessuno avrebbe potuto lasciare lo stadio prima che i documenti di identità fossero controllati. In effetti nella terza foto si vedono i tifosi in attesa dell’identificazione.

stadio tifosi
Crediti foto: @Archivio Regionale di Eindhoven

Alcuni dei tifosi riuscirono a fuggire dalla porta sul retro, prima che venisse bloccata. Questi ragazzi si nascosero poi nelle case vicine, aiutati anche dagli abitanti e da alcuni agenti della polizia locale. Altri, invece, riuscirono a infilarsi in mezzo ai giocatori. A costoro, infatti, i tedeschi permisero di uscire indisturbati dal retro. Ma in mezzo a loro c’erano anche alcune persone che riuscirono a sfuggire alla cattura.

Inoltre fra gli stessi giocatori c’era chi, come Ad Smits, in teoria era ricercato. Ma riuscì a sfuggire all’attenzione dei tedeschi, continuando a giocare indisturbato le partite con la squadra del PSV per il resto della stagione.

Il raid andò avanti fino a sera: tutti gli uomini al di sotto dei 40 anni erano a rischio arresto o precettazione. Tuttavia si rivelò un flop. Secondo Bakers, solamente tre uomini furono arrestati, salvo poi essere rilasciati quando i tedeschi si accorsero che lavoravano già per un’azienda sotto il controllo delle forze di occupazione.