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Foto del giorno: lo "spettacolo" acrobatico del cavallo tuffatore

Foto del giorno: lo “spettacolo” acrobatico del cavallo tuffatore

Fotografia della Biblioteca del Congresso, Pueblo, Colorado, USA, 4 luglio 1905. Viene eseguito a regola d’arte lo spettacolo acrobatico del cavallo tuffatore, nel quale, come largamente suggerisce il nome, un destriero e il suo fante saltano da una pedana rialzata, impattando con uno specchio d’acqua sottostante. La performance fu in voga a partire dagli anni ’80 dell’Ottocento, e lo rimase per decenni, almeno fino alla metà del XX secolo.

Foto del giorno: lo "spettacolo" acrobatico del cavallo tuffatore

Lo spregiudicato ideatore dello stunt ha un nome: William “Doc” Carver. Nato nel 1840 nell’Illinois, William Carver si trasferì ancora giovane con la famiglia in Nebraska, dove pare che imparò abbastanza velocemente a maneggiare pistole e fucili. Svolse per un breve periodo il mestiere del dentista (da cui presero a chiamarlo “Doc”) e poi si associò alla persona, o meglio, al personaggio di Buffalo Bill.

Con l’eroe delle praterie del Midwest – il quale però non seppe conquistare gli animi dei butteri italiani – mise in piedi una buona manciata di spettacoli al limite fra il circense e il teatro. La specialità di Doc Carver era il tiro a segno. Ben presto si accorse di non poter emergere vicino ad una figura ingombrante come Buffalo Bill. Intorno agli anni ’80 del XIX secolo si distaccò e cercò di farsi una propria nicchia nel mondo dell’intrattenimento. Non fu facile, almeno fino a quando non ebbe un’idea tanto folle quanto vincente. Pensò di far saltare da altezze considerevoli dei cavalli. Senz’altro qualcuno avrebbe pagato per vedere un simile atto.

cavallo tuffatore 1907

Sul come gli si accese la lampadina, esistono tante versioni – e se ne esistono parecchie è perché per sua bocca Carver raccontò sempre una storia differente da quella detta precedentemente. In tutti i casi prometteva di aver vissuto l’esperienza in prima persona e di non star inventando nulla. Ad esempio, in un’occasione giurò di essere caduto in fiume in Nebraska con il suo ronzino mentre dei nativi lo inseguivano. In un’altra imputò il crollo del ponte sul fiume, e dunque la sua caduta col cavallo, ad una tempesta notturna. Altre teorie vogliono che Carver vide effettivamente degli equini precipitare da un ponte in un corso d’acqua, senza essere personalmente coinvolto nella faccenda. Quel che importa è che volle riproporre la cosa per fini commerciali.

Sembra che il primo stunt del cavallo tuffatore risalga alla metà del decennio ’80 dell’Ottocento. Più certezza c’è sull’esibizione del 1894 a St. Louis, in Missouri. Per l’evento, decise di far saltare la cavalla Black Bess assieme ad una ragazza, meglio se in costume da bagno. Quella ragazza rispondeva al nome di Lorena Lawrence (per alcuni Lorena Carver, ossia la figlia). La più famosa delle donne ad assistere il Doc fu tuttavia Sonora Webster, coniugata Carver quando sposò il figlio dell’intraprendente William.

cavallo tuffatore Sonora Webster

Nel 1927 la morte colse il fautore del cavallo tuffatore, ma i suoi più fidati assistenti – la presunta figlia Lorena, il figlio Al e la nuora Sonora – mandarono avanti la baracca. Resero la performance meno itinerante, stanziandosi allo Steel Pier di Atlantic City, in New Jersey. L’avvento del trio fece le fortune del lungomare cittadino e della sua vivace vita diurna. Fino a 40.000 visitatori al giorno si accalcavano per vedere persone tuffarsi a cavallo da altezze sempre maggiori. Lo stesso animale poteva compiere il salto fino a sei volte nell’arco delle 24 ore, 7 giorni su 7.

Le successive inchieste giornalistiche hanno stabilito come la frequenza degli infortuni per i cavalieri fosse abbastanza alta. Insomma, fratture e lacerazioni erano all’ordine del giorno. Meno si sa sulle condizioni degli animali. Le associazioni animaliste che con l’avanzare dello scorso secolo iniziarono a far sentire la loro voce indicavano come “crudele” e “insensato” lo stunt del cavallo tuffatore. Sicuramente lo stress era una realtà concreta per gli animali; questo infierì eccome sul loro stato di salute.

cavallo tuffatore Steel Pier Atlantic City

Nonostante Sonora Webster perse la vista, causa distacco della retina dopo un salto riuscito male, e un pubblico in progressivo calo, l’esibizione allo Steel Pier andò avanti fino al 1978. La società immobiliare che gestiva il molo di Atlantic City ordinò la chiusura dell’attività per due motivi: di facciata, perché considerata fuori moda e imbarazzante; nel concreto, poiché distraeva dal vero business della città, i rinomati casinò.

L’amministrazione cittadina provò a riesumare lo spettacolo ancora nel 1993, usando dei muli al posto dei cavalli, ma fu un fallimento annunciato. I gruppi animalisti protestarono con veemenza, impedendo la pratica. Accadde di nuovo nel 2012, con gli stessi identici esiti.