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Foto del giorno: la problematica Spedizione Antartica Australasiatica

Fotografia di Frank Hurley, Antartide, 1911-1914. Quel buco sepolto dalla neve, con pale e slitte annesse, era il quartiere invernale della Spedizione Antartica Australasiana. Guidata da Douglas Mawson, più che una storia di esplorazione, è una storia di sopravvivenza.

La difficile Spedizione Antartica Australasiana

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Crediti foto: @Biblioteca nazionale australiana, Frank Hurley

Era l’inizio del XX secolo, nazioni ed avventurieri facevano carte false pur di riuscire a esplorare e svelare i misteri dell’Antartide. Non a caso quel periodo divenne noto come l’Era eroica dell’esplorazione antartica. Iniziata a fine del XIX secolo e terminata nel 1917 con la spedizione di Ernest Shackleton, non immaginatevi che fu tutto rose e fiori. Tantissime vite andarono perdute nel corso di quelle missioni.

17 le spedizioni importanti che si recarono in Antartide, partendo da dieci paesi diversi. E una delle storie di sopravvivenza più estreme fu proprio quella della Spedizione Antartica Australasiana del 1911. Guidata da Douglas Mawson, la spedizione navigò a sud a bordo dell’Aurora. Dopo aver attraversato i mari ghiacciati riuscirono ad accamparsi sul continente ghiacciato.

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Crediti foto: @Biblioteca nazionale australiana, Frank Hurley

Qui, per più di due anni, si lanciarono in spedizioni in slitta in terre ghiacciate mai calcate prima dall’essere umano. Ovviamente non filò tutto liscio. Proprio durante uno di questi viaggi, Mawson, insieme a Xavier Mertz e Belgrave Ninnis, decise di intraprendere una pericolosa traversata del ghiaccio.

Per settimane e settimane il trio continuò a spingersi verso l’interno con i cani da slitta, fino a quando il disastro non si abbatté su di loro. Ninnis cadde in un crepaccio nascosto, trascinando con sé rifornimenti e sei cani da slitta.

A Mawson e Mertz non rimase altro da fare che tornare indietro. Solo che dovettero affrontare circa 300 miglia di neve, ghiacci e crepacci, fra l’altro con pochissime provviste. I due sopravvissuti arrivarono al punto in cui furono costretti a mangiare i loro cani da slitta. Ma anche questa soluzione estrema non fu abbastanza.

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Crediti foto: @Biblioteca nazionale australiana, Frank Hurley

Mertz, infatti, si ammalò e morì. Mawson dovette così continuare da solo in questo viaggio di ritorno. Per più di 30 giorni cammino da solo, stanco, affamato e infreddolito. Contro ogni pronostico, riuscì infine a raggiungere la base. Solo che era così malmesso ed emaciato che anche il suo equipaggio sulle prime non riuscì a riconoscerlo.