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Foto del giorno: il viaggio in India della regina Elisabetta II

Foto del giorno: il viaggio in India della regina Elisabetta II

Fotografia della rivista LIFE, Nuova Delhi, India, gennaio 1961. La regina Elisabetta II del Regno Unito si mostra di fronte ad una folla di 250.000 persone. Lo scatto fotografico immortala uno dei momenti salienti dello storico viaggio dell’ex monarca in India, il primo per un sovrano britannico a seguito dell’indipendenza indiana.

Foto del giorno: il viaggio in India della regina Elisabetta II

È il 1961, e la sovrana britannica sta parlando dal palco del Ramlila Grounds, un luogo simbolico di Delhi, “ponte” fisico e culturale tra la città vecchia e la capitale moderna progettata durante il Raj. Quella giornata d’inverno, che i fotografi di LIFE hanno immortalato magistralmente, fu molto più di un evento diplomatico. Immaginiamola come una tappa cruciale nella definizione del rapporto fra l’ex potenza imperiale e la più grande democrazia del mondo (se si guarda al dato demografico indiano…). Ancora nei 10 anni che separavano i due Paesi dall’indipendenza, suddetto rapporto doveva ancora trovare un equilibrio stabile.

Quando la regina programmò il suo viaggio in India, erano passati appena 14 anni dalla fine del dominio britannico (1947). Le ferite della Partizione erano ancora aperte – chi ci segue da tempo, ricorderà l’approfondimento storico sul tema – milioni di sfollati, tensioni con il Pakistan, una società impegnata a costruire istituzioni moderne senza rinnegare la propria identità culturale.

Elisabetta II accoglienza aeroporto Delhi

Ma l’India stava diventando rapidamente un attore internazionale di primo piano, grazie alla leadership di Jawaharlal Nehru e alla scelta del Paese di porsi alla guida dei “non allineati”, in un mondo in latente conflitto bipolare. Non sfuggiva neppure Londra al cambiamento dei rapporti internazionali. La Corona, simbolica rappresentanza del popolo britannico, doveva scegliere che strada intraprendere. Il processo di decolonizzazione aveva ormai avviato lo smantellamento dell’impero, e l’UK non poteva più presentarsi come potenza dominante; meglio come partner.

La visita del 1961 fu dunque una delicata operazione di diplomazia simbolica. Elisabetta II non sbarcava nel subcontinente come imperatrice delle Indie (titolo abolito dal padre Giorgio VI nel 1948). Era un capo di uno Stato ormai estraneo alle dinamiche della sovranità politica indiana.

Elisabetta II Nehru

La fotografia mostra uno degli episodi più significativi di quel viaggio. Il contrasto ottico è fortissimo, perché da un lato notiamo la folla (persone comuni, sedute a terra, avvolte in scialli o turbanti) e dall’altro la figura della regina, emblema di un’istituzione che fino a pochi anni prima governava proprio quel territorio. Gli altoparlanti montati su lunghi pali raccontano l’immensità dell’assemblea, una massa umana che si estende oltre l’orizzonte. LIFE, nelle sue cronache, parlò di un raduno tra i più grandi mai visti durante un viaggio di Stato.

Durante quella visita, la regina e il consorte Filippo attraversarono le principali metropoli indiane. In ordine: Mumbai, Chennai e Kolkata. Se preferite i nomi coloniali: Bombay, Madras e Calcutta.

Elisabetta II spettacolo di danza

Essi visitarono un’India impegnata a costruire dighe, università, istituti di ricerca. Un forte sostegno tecnico ed economico giungeva proprio da Londra. L’India era formalmente indipendente da oltre un decennio, ma i legami con Londra restavano inevitabilmente intensi. Basti pensare a studi, scambi commerciali, investimenti, percorsi istituzionali modellati a partire dal sistema parlamentare britannico. Per non dimenticare il fattore linguistico; l’inglese è ancora preponderante nel subcontinente indiano del XXI secolo, figuriamoci allora.

Elisabetta II pianta un albero 1961

Uno dei momenti più significativi fu la partecipazione della sovrana alla Parata del Giorno della Repubblica del 26 gennaio. Non serve specificare come fosse un’occasione strettamente legata all’orgoglio nazionale indiano. Così come non serve sottolineare il simbolismo connesso al fatto che una regina britannica fosse ospite d’onore di una celebrazione che sanciva la fine del Raj.