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Foto del giorno: il Terremoto del Venerdì Santo distrugge l'Alaska

Foto del giorno: il Terremoto del Venerdì Santo distrugge l’Alaska

Fotografia di anonimo, Anchorage, Alaska, 27 marzo 1964. Lo scatto ritrae la strada distrutta e ripiegata su sé stessa che fagocita le auto e tutto ciò che intorno c’era dopo un distruttivo sisma. Parliamo del Terremoto del Venerdì Santo, non esattamente un bel giorno da ricordare per gli States dopo quel nefasto momento di marzo del 1964.

Foto del giorno: il Terremoto del Venerdì Santo distrugge l'Alaska

Sono le 17:36 e la vita in Alaska scorre tranquilla e amena. La placidità delle città e i ritmi lenti, all’improvviso, vengono sconvolti. In quel pomeriggio di Venerdì Santo si abbatteva sull’Alaska il terremoto più forte della storia degli States. 9.2 segnerà la scala Richter, certificando il triste primato distruttivo.

Il sisma in questione, oltre ad essere il più forte della storia americana, è anche il secondo più forte della storia mondiale. Davanti a lui mantiene il triste primato il terremoto di Valdivia del 1960 di magnitudo 9,5. Ma al sisma che vi stiamo raccontando oggi piacque proprio esagerare, non solo nell’intensità, ma anche nella durata della scossa.

Terremoto del Venerdì Santo foto ponte divelto

Quattro minuti e trentotto secondi, 4 minuti, 38 secondi! Un’eternità intramontabile sarà parsa a chi visse quel momento di inferno in terra. E vi pare che una storia del genere possa finire dopo così poco tempo? Il terremoto dell’Alaska scatenò, di traverso, ben 15 maremoti, a seguito delle frane marine causate.

I danni che seguirono il sisma e i mille eventi connessi furono, a dir poco, ingenti. Partendo dalla tragica conta dei morti, i defunti accertati in seguito al sisma furono 9. I successivi maremoti però uccisero altre 122 persone, portando il conto a ben 131 morti. A livello meramente economico, e ricordiamo che siamo nel 1964, i danni ammontarono a circa 116 milioni di dollari. Ad oggi sarebbe una cifra che si avvicina agli 800 milioni!

Terremoto del Venerdì Santo foto danni

Infine, dopo la tempesta, arrivò la quiete. Non fu però una quiete rilassante, anzi fu molto movimentata. Esercito, Marina, Guardia Costiera, ingegneri e tecnici vari si misero subito all’opera per la ricostruzione. Chiaramente si tenne conto di Madre Natura e della sua imprevedibile forza distruttrice, costruendo con criterio e razionalità, quel tanto che basta e che non guasta mai.