Fotografia di anonimo, fronte austriaco nei pressi di Gorizia, agosto 1916. Il Duca d’Aosta, il Conte di Torino e il Duca degli Abruzzi testimoniano il bombardamento della città di Gorizia. Ci troviamo nel periodo immediatamente successivo alla sesta battaglia dell’Isonzo che porterà il Regno d’Italia a conquistare la città in questione. Vediamo qualcosa in più su questi personaggi (tre fratelli) e su questa Grande Guerra tanto onerosa e tanto gloriosa per l’Italia.

La figura centrale nella fotografia, anche se campeggia sulla destra, è sicuramente il Duca d’Aosta. Parliamo di un membro della famiglia reale, e lo si capisce dal nome completo: Emanuele Filiberto Vittorio Eugenio Alberto Genova Giuseppe Maria di Savoia. Il nostro protagonista cominciò la sua carriera militare molto giovane, nel 1884, ad appena 15 anni. Allo scoppio della Grande Guerra egli comandava la gloriosa Terza Armata del Regio Esercito.
Insieme ai suoi uomini, coi quali chiese di essere seppellito alla sua morte nel suo testamento spirituale, fu grande protagonista sul fronte orientale italiano. Mancando una vera e propria sconfitta durante le numerose Battaglie dell’Isonzo, Il Duca d’Aosta divenne Il Duca Invitto. Chiaramente si consideri una buona dose di propaganda bellica, ma in ogni caso la sua figura è una delle più importanti del conflitto per la Penisola.

Passiamo allora al secondo protagonista, il Conte di Torino e fratello di Emanuele Filiberto, al centro nella foto. Nome completo: Vittorio Emanuele Torino Giovanni Maria di Savoia. Anche lui, come il fratello maggiore, frequentò sin da giovane gli ambienti militari e divenne, sempre durante la Prima Guerra Mondiale, capo dell’Arma di Cavalleria. Venne promosso generale di corpo d’armata nel 1923.
In chiusura abbiamo il terzo fratello, il minore dei tre: il Duca degli Abbruzzi. Anche in questo caso abbiamo un bel nome corto corto: Luigi Amedeo Giuseppe Maria Ferdinando Francesco di Savoia. Grande esploratore e girovago in gioventù, durante il conflitto egli si occupò della marina, divenendo comandante in capo delle Forze navali riunite. A onor del vero, poco tempo dopo lo scatto odierno, in seguito a tensioni nelle stanze dello stato maggiore, perse il suo posto.

La foto di oggi è dunque una di quelle che definire storica sarebbe riduttivo. Tre fratelli, tre comandati di branche diverse dell’esercito e tre figli di un re. In un solo scatto c’è la concezione nobiliare e aristocratica del tempo, la nefandezza della guerra e la soddisfazione di una vittoria importante. Altri due anni di ferro e fuoco attendevano gli uomini sotto il loro comando però e, prima della vittoria definitiva, molto sangue sarebbe scorso ancora su quei monti…