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svegliatore

Foto del giorno: chi vuol essere uno “svegliatore”?

Fotografia di IISG, Amsterdam, Paesi Bassi, 15 novembre 1947. Nella foto potete vedere uno svegliatore durante la sua tipica giornata lavorativa. Chiamato anche bussatore o knocker-up (da knocker-upper), si trattava di una persona che veniva pagata per andare a bussare alle porte e alle finestre delle persone per svegliarle la mattina.

Il lavoro del bussatore

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Crediti foto: @IISG, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

La foto riassume bene tutte le caratteristiche tipiche del bussatore, figura professionale diffusa nel Regno Unito, in Irlanda e nei Paesi Bassi (ma anche in altri paesi): la sua mansione ufficiale consisteva nello svegliare le persone in modo che potessero andare a lavorare. Ed erano assai precisi: il lavoro finiva solo quando la persona in questione dimostrava di essere veramente sveglia.

Tipicamente lo svegliatore o bussatore era una persona anziana, come lo zio Jan della foto, attivo nella Palmstraat, ad Amsterdam. Con la coppola in testa, tutte le mattine lo zio Jan si recava a bussare alle porte dei suoi clienti lungo la via. Pagato dai 25 ai 30 centesimi a settimana, zio Jan si occupava di svegliare i clienti, assicurandosi che fossero ben svegli e che potessero così andare al lavoro.

Zio Jan usava il metodo classico, cioè bussare ripetutamente sulla porta. Ma ciascun svegliatore aveva il suo metodo preferito. La donna che vedete qui sotto, per esempio, preferiva svegliare i clienti lanciando piselli con la cerbottana contro le finestre. Ovviamente doveva lanciare qualcosa che facesse rumore e che desse fastidio, ma che non rompesse i vetri. Le pietre erano dunque escluse.

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Crediti foto: @Recuerdos de Pandora, Flickr

Di solito gli svegliatori erano persone anziane, indifferentemente uomini o donne, poco importava. Tuttavia a volte, ad assumersi tale ruolo, erano anche gli agenti di polizia di ronda, i quali arrotondavano il loro esiguo stipendio unendo due lavori in uno solo. Mentre facevano la ronda al mattino, infatti, andavano a svegliare i vari clienti lungo le vie che pattugliavano.

Ma perché lo zio Jan e altri come lui si inventarono tale lavoro? Beh, il tutto iniziò durante la Rivoluzione Industriale. All’epoca gli orologi con sveglia non solo costavano parecchio, ma non erano neanche poi così affidabili.

Divenne così necessaria la figura dello svegliatore che, pagato pochi penny o centesimi a settimana, bussava alle porte o alle finestre. C’era chi preferiva bussare a mano, chi usava dei lunghi bastoni in bambù e chi ancora adottava dei manganelli. E chi, come la famosa Mary Smith, protagonista dell’omonimo libro illustrato, usava una cerbottana con piselli.

Molti clienti, poi, erano soliti indicare gli orari di risveglio su lastre di ardesia collocate all’esterno delle case. Con il gesso scrivevano l’orario in cui dovevano essere svegliati. Funzionava così, per esempio, per i minatori di Ferryhill, nella contea di Durham.

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Crediti foto: @Nationaal Archief, Flickr, via Wikimedia Commons

Nelle città industrializzate per un po’ fu un lavoro molto in voga. Come spesso accade in questi casi, però, man mano che il progresso avanzava, non ci fu più bisogno di uno zio Jan o di una Mary Smith. Le sveglie diventarono sempre più precise ed economiche, rendendo superfluo tale mestiere. E pare che Molly Moore, la figlia di Mary Smith, fu l’ultima svegliatrice impiegata a tale scopo.