Quando si pensa a Penelope, ci si ricorda sempre che era la moglie di Ulisse, la madre di Telemaco, la vittima di uno stalkeraggio estremo da parte dei Proci, la creatrice del metodo di procrastinazione “Fai e disfa”… Ma chi era davvero? Di chi era figlia? Come ha fatto a diventare la regina di Itaca?
Tutto quello che volevate sapere su Penelope

Omero nell’Odissea ci fa sapere che Penelope era la moglie di Ulisse-Odisseo, il re di Itaca. Dunque era la regina di Itaca. I due ebbero un figlio di nome Telemaco, il quale crebbe senza conoscere il padre in quanto Ulisse fu precettato da Agamennone e Menelao per partecipare alla guerra di Troia.
Il che vuol dire che Penelope si ritrovò a dover allevare da sola Telemaco, il tutto governando Itaca in nome del marito. Certo, Itaca non era esattamente una metropoli, ma Penelope ebbe il suo bel daffare. Questo perché una volta finita la guerra di Troia, visto che tutti gli altri comandanti Achei (quelli sopravvissuti, almeno) erano già ampiamente tornati in patria, ecco che Ulisse latitò per ulteriori dieci anni.
Il che spinse un’orda di pretendenti impazienti e arroganti a recarsi su Itaca chiedendo insistentemente che Penelope, ormai considerata vedova, si risposasse. Ma Penelope era astuta quanto il marito. Convinta del fatto che Ulisse sarebbe prima o poi tornato a casa, per tenere a bada i Proci, dichiarò che si sarebbe risposata quando avesse finito di tessere il sudario funebre per Laerte, il suocero. Ogni giorno Penelope tesseva e ogni notte si alzava di soppiatto per disfare ciò che aveva fatto durante il giorno.
Penelope riuscì così a guadagnare anni. In teoria per realizzare un sudario del genere di solito ci si metteva qualche mese, lei ci impiegò tre anni. Lo stratagemma ad un certo punto fu svelato e Penelope fu costretta scegliere. Ma per allora Ulisse era già tornato a Itaca e, sotto mentite spoglie, partecipò alla gara di tiro con l’arco indetta da Penelope per scegliere il futuro marito.
La gara prevedeva di utilizzare l’arco di Ulisse per far passare una freccia attraverso degli anelli. Nessuno dei Proci riuscì neanche solo a tendere l’arco. Ma Ulisse ce la fece (d’altra parte era il suo arco e conosceva il trucchetto per tenderlo). Vittorioso, Ulisse procedette poi a trucidare tutti i Proci e i servitori che avevano tradito Penelope.

E Penelope, dopo ben venti anni di assenza, poté così accogliere nuovamente a casa il marito. Che, ricordiamo, nei lunghi anni di peregrinaggio aveva avuto svariate love story (con Circe, Calipso…). Ma Penelope, paziente e santa come nessuna altra donna, lo perdonò e i due poterono di nuovo vivere assieme.
Penelope, dunque, era una donna astuta quanto il marito. Non solo ingannò i Proci, ma sfruttò anche i doni che questi continuavano a farle per mandare avanti la casa e il regno. Inoltre mise anche alla prova il marito.
Ulisse, infatti, tornato a Itaca, su consiglio della dea Atena si travestì da mendicante per non farsi riconoscere da nessuno. Sotto queste spoglie si presenta dinanzi a Penelope, la quale però sospetta di lui. Così decise di metterlo alla prova. Gli chiese di portare il talamo nuziale fuori dalla porta. Ulisse allora si arrabbiò e le disse che quel letto non poteva essere spostato perché era parte di un albero di ulivo che lui stesso aveva sagomato a forma di letto e attorno al quale aveva costruito la stanza da letto. Quel dettaglio, però, poteva essere noto solamente a Penelope e a Ulisse. In questo modo Penelope capì che quel mendicante era il marito vagabondo finalmente tornato a casa.
La pazienza e resilienza di Penelope hanno del miracoloso: non solo dovette aspettare per 20 anni il ritorno del marito, ma dovette crescere un figlio da solo sopportando le alzate di testa adolescenziali di Telemaco, il tutto governando un regno da sola, respingendo i Proci e prendendosi cura della casa e del padre di Ulisse. E questo mentre il marito, ricordiamocelo, pur agognando di tornare a casa da sua moglie, non disdegnava qualche avventura amorosa qua e là.

Dal punto di vista fisico, Penelope è descritta da Omero come una donna bella quanto Artemide o Afrodite. Ma cosa sappiamo della sua famiglia? Pare che Penelope discendesse da parte di padre dall’eroe Perseo. Inoltre era anche la cugina di Elena e Clitennestra. Quando nacque, il padre ordinò di gettarla in mare. Ma alcune anatre la salvarono e, tenendola a galla, la condussero in salvo sulla spiaggia più vicina. A questo punto i genitori la ripresero con loro, chiamandola Penelope che vuol dire “anatra”.
Una versione del mito sostiene che Penelope fosse la figlia di Icario, il re dell’Attica e di Policaste, la figlia di Ligeo, il re dell’Arcarnaia. Altro di lei non si sa, se non che, oltre a Telemaco, da Ulisse, una volta tornato a casa, ebbe altri due figli, Poliporte e Arcesilao.