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Anubi, il dio egizio degli Inferi

Quando si parla di divinità egizie degli Inferi, spesso si fa un po’ di confusione. C’era Osiride, ma c’era anche Anubi. Che sono entrambe divinità dell’oltretomba, ma con sfumature diverse. Anche se, in origine, si sovrapponevano. Ma chi era dunque Anubi?

Anubi, il dio Egizio dalla testa di sciacallo

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Crediti foto: @Metropolitan Museum of Art

In realtà Anubi è una delle più antiche divinità egizie. Era presente sin dall’epoca predinastica e lo si trova spesso citato nelle iscrizioni relative ai faraoni della Prima Dinastia. In queste prime raffigurazioni Anubi appare sotto forma di animale, uno sciacallo per l’appunto. Solo in seguito fu antropomorfizzato diventando la divinità umanoide dalla testa di sciacallo.

Perché proprio uno sciacallo? Beh, questo perché era normale trovare questi animali nei cimiteri e zone limitrofe. Qui scavavano e si cibavano dei cadaveri non sepolti in profondità. Se ci fate caso, però, gli sciacalli sono principalmente marroni, mentre Anubi è raffigurato come uno sciacallo nero. Questo perché il nero era il colore del limo fertile depositato dal Nilo. Il che vuol dire che gli Egizi associavano il nero al ciclo di nascita, morte e rinnovamento.

Chiamato anche Primo degli Occidentali (in questo caso il termine “Occidentali” indica i morti), Contatore di Cuori, Capo della Necropoli e Cane che ingoia milioni, ecco che nell’Alto Egitto era una delle divinità principali. Originariamente era il dio dei morti. Solo successivamente la sua mitologia si fuse con quella di Osiride, maggiormente popolare nel Basso Egitto.

A quel punto fu Osiride a diventare il dio dei morti, mentre Anubi divenne il dio della mummificazione, dei cimiteri e dei rituali funerari. Inoltre nel Medio Regno si accollò anche il ruolo di psicopompo, ovvero di guida per le anime durante il viaggio verso gli Inferi.

Ma Anubi era collegato anche al dio Wepwawet, l’Apritore delle Vie. Era una divinità grigia, dalla testa di lupo o talvolta di sciacallo. Originario dell’Alto Egitto, qui era Wepwaet il dio associato ai riti funebri. Successivamente, però, i suoi attributi furono assorbiti da Anubi, diventando poi una divinità equiparabile a un esploratore.

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Crediti foto: @British Museum

Miti collegati ad Anubi – Sappiamo che Anubi è strettamente correlato al mito di Osiride. Tuttavia il suo ruolo e le vicende a lui annesse cambiano a seconda della versione del mito. In alcune versioni Iside, mentre stava vagabondando alla ricerca delle parti smembrate del corpo del marito Osiride, smembrate dal fratello Set, ecco che incontrò un neonato abbandonato, Anubi.

Iside scoprì che Anubi era il figlio che la sorella Nefiti, moglie di Set, aveva avuto da Osiride. Tuttavia Nefiti lo aveva abbandonato per paura che Set scoprisse l’adulterio. Ci sono alcune versioni, però, che sostengono che Anubi prima della morte di Osiride. In questo caso Iside partì intenzionalmente con una muta di cani, in modo da cercarlo dopo essere venuta a conoscenza dell’abbandono da parte di Nefiti.

Esistono però delle fonti più antiche che indicano che Anubi era il figlio di Ra e Hesat, che la madre fosse Bastet o che era figlio di Set, ma che fu rapito da Iside. Ma poco importa quale fosse la versione originale: alla fine il dio sciacallo rimase sempre fedele a Iside (diventando in alcune versioni anche il figlio adottivo di Iside e Osiride). Anzi, fu lui a sviluppare l’arte dell’imbalsamazione e a celebrare il rito dell’apertura della bocca che rese Osiride la prima mummia della storia.

Ci sono alcune varianti del mito in cui un giovanissimo Anubi aiuta Iside a imbalsamare Osiride, grazie anche all’aiuto di Thot, il dio della guarigione. In altri miti, Anubi in questa vicenda appare come una divinità già nota. Per esempio, alcune varianti sostengono che fu lui a fungere da guida per ritrovare le parti del corpo di Osiride. Nel Papiro Jumilhac, il dio sciacallo fa anche di più. Sconfisse a più riprese Set mentre questi cercava di trafugare il corpo di Osiride dal wabet dove era imbalsamato.

Set assunse le sembianze di Anubi per riuscire a superare le guardie, ma quando fuggì col corpo, ecco che il dio sciacallo lo inseguì. Allora Set si trasformò in un toro, ma Anubi lo affrontò comunque, finendo col castrarlo e col riportare nel wabet il corpo di Osiride. In un’altra occasione Set si trasformò in un grosso felino, ma Anubi riuscì comunque a sconfiggerlo e marchiarlo con dei ferri roventi. Fu così che nacquero i leopardi. E nell’ultimo tentativo di furto da parte di Set, ecco che Anubi lo uccise, indossandone poi la pelle scuoiata.

Anubi e l’aldilà – Originariamente dio degli Inferi, quando questo ruolo venne preso da Osiride, ecco che ad Anubi venne attribuite altre prerogative. Divenne il dio dell’imbalsamazione, il guardiano dei morti e una guida per le anime dei defunti. Durante le procedure dell’imbalsamazione, i sacerdoti preposti indossavano maschere del dio sciacallo. Le erbe profumate utilizzate durante l’imbalsamazione servivano proprio ad aiutare il fiuto canino di Anubi a trovare il defunto per guidarlo e proteggerlo.

Una volta terminati i riti funebri ed eseguita la cerimonia dell’apertura della bocca (era quella che consentiva al defunto di respirare, vedere, mangiare e bere nuovamente), ecco che la prima divinità che il defunto incontrava era proprio Anubi. Questi lo portava poi nella Duat e nella Sala della Verità. Durante l’attesa, il defunto era confortato da Qehebut, figlia di Anubi e dea della purificazione. Quando il defunto entrava nella Sala della Verità, ecco che avveniva la cerimonia della Pesatura del Cuore.

Qui il dio sciacallo aiutava Osiride a giudicare le anime dei defunti. Il cuore del defunto era pesato sulla bilancia insieme alla piuma di Ma’at, dea dell’ordine e della verità. Se la bilancia era in equilibrio, allora il defunto poteva andare nell’A’aru, il Campo di Canne o aldilà egizio. Ma questo accadeva solamente se il defunto era stato buono per tutta la sua vita. Tuttavia se il cuore era più pesante della piuma, ecco che l’anima del defunto era divorata dal mostro Ammut, cessando così di esistere per sempre.

Anubi e Bata – Esiste un altro mito, il Racconto dei due fratelli, che sostiene che Anubi fosse il fratello maggiore di Bata, un dio toro egizio locale non molto famoso. All’inizio del mito i due fratelli semidivini vivevano in una fattoria insieme alla moglie di Anubi. La coppia si occupava di Bata come se fosse il loro figlio vista la differenza di età. Ma un giorno, mentre il dio sciacallo era via di casa ecco che la moglie cercò di sedurre Bata.

Ma Bata la respinse. Così la moglie disse ad Anubi che Bata l’aveva aggredita. Per vendicarsi, Anubi cercò di uccidere Bata, ma quest’ultimo continuava a giurare di essere innocente. E per dimostrarlo, si evirò da solo, gettando il pene in un lago pieno di coccodrilli.

Così Anubi tornò a casa e uccise la moglie. Intanto gli dei, mossi a pietà da Bata, gli crearono una moglie. Ma costei ad un certo punto abbandona Bata per mettersi col faraone. Al che Bata escogita un piano. Si traveste da albero. Poi, quando la moglie ordinò di abbattere il suddetto albero, ecco che una scheggia di legno le vola in bocca, facendola rimanere incinta. In questo modo Bata rinacque da lei e divenne il successivo faraone. Poi nominò il fratello come successore, riuscendo a riconciliarsi con lui.

anubi sciacallo

L’Anubi post Egitto – Durante il Periodo Tardo e durante il Periodo Tolemaico, Anubi cominciò a essere associato alla negromanzia. Lo si invocava per parlare con i defunti. Anche i Greci e i Romani erano affascinati da lui, tanto che Anubi divenne l’unica divinità egizia venerata nella forma animale al di fuori dell’Egitto. Durante il periogo greco-romano associarono Anubi a Hermes, creando così Hermanubis, il dio che aveva il compito di condurre le anime negli Inferi. Pensate che fu adorato dai Romani fino al II secolo d.C. e anche a Pompei erano presenti alcune sue effigi. Nell’Europa medievale gli alchimisti resero popolare Anubi, ma col Rinascimento furono Thot e la sua variante associata a Hermes, Ermete Trismegisto, a sostituire Anubi.