Almanacco dell’8 dicembre, anno 1970: avviene in Italia il tentato Colpo di Stato Borghese. Un rocambolesco e fallito (secondo alcuni annullato) tentativo di usurpare il potere legittimo con la forza. Il periodo era abbastanza caldo ma nessuno si aspettava in una nazione democratizzata occidentale un tale capovolgimento di scena. Alla fine il tutto si risolse con un nulla di fatto, ma questo episodio si iscrive di buon grado fra i principali della cosiddetta Prima Repubblica italiana.

Junio Valerio Borghese, chi era costui? Un personaggio che per molti risulta anonimo è invece uno di quelli intrisi di storia e di curiosità. Partiamo dalla sua vicenda personale e dal suo cognome, nobiliare. Il titolo nobiliare arriva direttamente dal XIII secolo, da un mercante di lana di nome Tiezzo da Monticiano, che ebbe un nipote di nome Borghese. Da lui iniziò la lunghissima storia della famiglia nobiliare che tanta influenza ebbe, partendo dalla Toscana, anche sul papato e su Roma. Torniamo però ai giorni nostri, o meglio a qualche decennio fa.
Junio Valerio, prima di essere un politico, fu anche un militare, e di alto rango. Avete presente la molto dibattuta Flottiglia Xª MAS? Ecco, egli ne fu il comandante. Dopo l’armistizio di Cassibile, l’8 settembre del 1943, aderì alla Repubblica Sociale Italiana (RSI) e combatté al fianco dei tedeschi. Particolarmente nota fu la sua brutalità antipartigiana, per la quale però la passò liscia nel dopoguerra, che non gli fu per niente avverso.

Dal 1951 al 1953 il Principe Borghese fu anche presidente del Movimento Sociale Italiano (MSI) e, nel 1968, fondò il proprio movimento politico di estrema destra, il Fronte Nazionale, con lo scopo manifesto di “di sovvertire le istituzioni dello Stato con disegni eversivi“. Lavorò nell’ombra per due anni (e forse anche da prima già preparava qualcosa) e, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre del 1970 entrò in scena.
20.000 uomini, un esercito praticamente, presero parte al golpe e, inspiegabilmente, arrivati vicini all’obbiettivo, si fermarono. Spieghiamoci meglio, per quello che si può. A onor del vero fu lo stesso Giulio Borghese a dare il contrordine e a fermare il tutto, ma il perché non si è mai saputo. La Commissione Parlamentare d’Inchiesta che negli anni successivi indagò i fatti, lo fece con carte limitate e con molti pezzi mancanti nascosti o cestinati da Giulio Andreotti, allora Ministro della Difesa. La vicenda diventa sempre più oscura eh? Aspettate però, manca un ulteriore elemento ad aggiungere pepe al mistero.

Sappiamo che Borghese interruppe il golpe improvvisamente dopo una telefonata ricevuta. Chi chiamò? Alcuni ipotizzano Licio Gelli, altri Gilberto Bernabei, segretario di Andreotti. Fatto sta che il colpo di stato fallì, o meglio si arenò, abbastanza inspiegabilmente. Il principe Borghese riparò nella Spagna Franchista, dove visse serenamente fino alla morte, circondato da persone affini per ideologie politiche. Nella notte dell’Immacolata del 1970 però, in Italia, si consumò uno dei tantissimi misteri che rendono la nostra Prima Repubblica così intrigante, misteriosa, e piena di fascino!




