Almanacco del 6 dicembre, anno 1907: si consuma la tragedia di Monongah, in Virginia, USA. Si trattò di un disastro minerario che colpì gravemente la comunità di italiani emigrata nella città di Monongah, dove era sita la miniera di carbone. Si trattò di un esplosione che procurò centinaia di vittime.

Il luogo dell’incidente si trova situato nella contea di Marion, nella Virginia Occidentale, dove si trova la miniera di carbone di Fairmont Coal Company. La miniera apparteneva alla Consolidated Coal Mine of Baltimore, una delle maggiori operatrici nel campo del carbone nel Maryland dalla seconda metà dell’Ottocento.
L’incidente ebbe luogo il 6 dicembre del 1907 e coinvolse le gallerie numero 6 e 8 della miniera, situate ciascuna su una delle due sponde del West Fork. Le due gallerie erano tra loro collegate da un tunnel sotterraneo, in superfice da un ponte e il passaggio di scarico dei minerali estratti. Le estrazioni si spingevano a circa 70 m, e quando le vibrazioni si verificarono, seguite da un forte boato, si avvertirono a 30 km di distanza.

L’intera collina in cui si apriva l’entrata alla miniera era in preda alle vibrazioni e dal fiume si alzò un’onda che arrivò fino la stazione ferroviaria limitrofa. I crolli di interi blocchi di cemento avevano compromesso l’intera struttura della galleria numero 8, e gli ingressi completamente ostruiti per via dei detriti. Il sistema locale di aereazione compromesso fino a ogni limite. I primi soccorsi giunti sul luogo dell’incidente furono quelli della comunità dei minatori stessi e i loro familiari. Non era insolito infatti che si creassero dei nuclei abitativi nei pressi di tali luoghi di lavoro.
Per via dell’allarme giunsero presto dottori e giornalisti ma divenne subito evidente che gli interventi per liberare l’entrata della galleria avrebbero richiesto molte ore. A causa del crollo e della deflagrazione non era possibile rimanere per più di pochi minuti all’interno, dato che non vi erano respiratori adeguati. Le unità di soccorso cercarono di posizionare una ventola, si avventarono sui corpi che riuscirono a estrarre; ma tutto fu vano.
I corpi furono estratti solo il mattino successivo. Essi portavano i segni di un indicibile dolore. 171 delle vittime in questione erano immigrati italiani, per lo più provenienti dalla Calabria, dal Molise e dall’Abruzzo. Con l’abolizione della schiavitù, negli Stati Uniti crebbe la richiesta di manodopera mentre in Italia cresceva il fenomeno dell’emigrazione.

Negli USA, all’epoca della tragedia, non esisteva che un esiguo corpo di norme circa la sicurezza nelle miniere. I metodi per verificare la presenza di pericoli come le sacche di gas, apparivano ancora rudimentali. Per gli operai cercare di organizzare scioperi per poter ottenere condizioni lavorative migliori, poteva comportare gravissimi castighi. La tragedia in Virginia portò alla creazione di una commissione d’inchiesta. La relazione prodotta mise in luce diversi aspetti che contribuirono alla decisione di istituire il Bureau of Mines, nel 1910, a lungo privo di poteri effettivi. Le esplosioni nelle miniere continuarono a rimanere un problema di difficile risoluzione.




