Storia Che Passione
Accadde oggi: 3 luglio

Accadde oggi: 3 luglio

Almanacco del 3 luglio, anno 1778: ha formalmente inizio la guerra di successione bavarese, da inserire nel più ampio contesto della contrapposizione politica e militare austro-prussiana. Il conflitto si dimostrò essere tanto singolare quanto significativo per la storia della Baviera, dell’area germanica e dunque del Sacro Romano Impero. Quel 3 luglio 1778 Federico II di Prussia ordinò alle proprie truppe di attraversare il confine ed entrare nei territori oggetto di contesa, dichiarando di fatto guerra a Vienna. Non si trattò di una guerra lunga, né particolarmente cruenta, ma ebbe un’importanza strategica enorme, poiché segnò un punto di svolta nella geopolitica tedesca del tardo Settecento, nella fragile struttura dell’impero – ormai ombra di se stesso – e nei delicati equilibri tra le sue principali potenze.

Accadde oggi: 3 luglio

Un trono vacante fornì il “giusto” pretesto per lo scoppio delle ostilità. E quel trono affrancato da un padrone si trovava in Baviera. Fino al dicembre 1777 vi aveva seduto Massimiliano III di Baviera. La dipartita del principe elettore scatenò una sequela di rivendicazioni, tutte più o meno legittime. Massimiliano, facente parte della prestigiosa casata dei Wittelsbach, se ne andò senza aver generato eredi. Alla luce di ciò, un altro membro della nobile stirpe, Carlo IV Teodoro, già principe del Palatinato, fu riconosciuto come legittimo successore dell’elettorato bavarese.

Nel più classico dei do ut des, Carlo Teodoro strinse un accordo segreto con la corte imperiale di Vienna (che al tempo era doppiamente retto da mamma Maria Teresa d’Austria e dal figlio Giuseppe II). Tenendo fede all’intesa, Carlo Teodoro avrebbe ceduto la Bassa Baviera agli austriaci ma in cambio avrebbe ottenuto la sovranità sui Paesi Bassi asburgici.

3 luglio Massimiliano III di Baviera

Ovviamente il gentleman agreement piacque solo ai contraenti, mentre la restante galassia di staterelli germanici storse il naso. Lo scambio avrebbe rafforzato, e non poco, l’Austria degli Asburgo-Lorena, a discapito di un’ambiziosa e determinata Prussia. Federico il Grande si indignò di fronte all’accordo, credendo che l’attuazione dello stesso avrebbe minato un sacro equilibrio fra le potenze tedesche. Poi basta andare poco più indietro nella storia, ad esempio di qualche decennio, per comprendere quanto Federico odiasse le velleità espansionistiche asburgiche.

Stretta un’alleanza con la Sassonia, ottenuto il beneplacito della consorte del compianto Massimiliano III di Baviera – la quale desiderava tenere a distanza l’Austria dai possedimenti bavaresi – il celeberrimo sovrano di Prussia dichiarò guerra alla Monarchia danubiana il 3 luglio 1778. C’è da dire come tuttavia i rispettivi eserciti avessero iniziato a muoversi e punzecchiarsi già dalla primavera di quell’anno.

Ora, bisogna fare delle specifiche, perché la guerra di successione bavarese non fu minimamente simile ai precedenti conflitti armati settecenteschi. Uno dei nomi con cui si ricorda l’evento storico è “guerra delle patate” (dal tedesco “Kartoffelkrieg”). Perché? Anzitutto cerchiamo di capirci qualcosa dal punto di vista geografico. A primo impatto si può credere come gli scontri siano avvenuti in Baviera. Invece le direttrici militari di Austria e Prussia s’incontrarono più a nord, nella ridente – mica tanto – Boemia, con la maggior parte degli scontri che si verificarono lungo il corso del fiume Elba.

3 luglio Carlo IV Teodoro

Sbagliato pensare a sconfinate e interminabili battaglie campali. La guerra si risolse con la logistica, non con gli incroci minacciosi delle bocche di fuoco. In questo Federico II era un maestro. Le armate prussiane e austriache si affrontarono in un modo a dir poco curioso: cercando di tagliarsi vicendevolmente le linee di rifornimento. I soldati passarono gran parte del tempo a saccheggiare i raccolti, in particolare quelli di patate, per sfamarsi in mezzo a territori devastati e boscosi.

Si spiega così la diacronia tra gli effettivi impiegati (160.000 fra prussiani e sassoni180.000 gli austriaci) e le vittime sul campo (10.000 per parte, per un totale di 20.000). Le perdite poterono dirsi contenute, è vero. Meno contenuto fu il malcontento tra i civili, il quale crebbe e si fece sentire soprattutto per la carestia che derivò dalla guerra. Dopo mesi di stallo e senza risultati concreti sul campo, entrambe le parti cercarono una via d’uscita. Le trattative furono accelerate anche grazie all’intervento diplomatico di Caterina II di Russia e di Luigi XVI di Francia, preoccupati da un possibile allargamento del conflitto.

3 luglio mappa delle operazioni 1778-79

Il 13 maggio 1779, con la pace di Teschen, si pose fine alla guerra. Un conflitto che giovò poco all’Austria e tanto alla Prussia:

  • Vienna dovette rinunciare alle pretese sulla Bassa Baviera, ottenendo solo un contentino territoriale, ossia la regione dell’Innviertel: una striscia di terra di 2.200 km² presso il bacino del fiume Inn, allora abitato da 120.000 germanofoni.
  • Carlo IV Teodoro mantenne il titolo di elettore di Baviera.
  • L’Elettorato di Sassonia ricevette per il suo intervento un sostanzioso compenso finanziario.
  • La Prussia di Federico II ne uscì moralmente rafforzata; l’esito della guerra determinò Berlino quale collante del mondo germanico avverso all’Austria.

La guerra iniziata il 3 luglio 1778 e durata meno di un anno fu l’ultima occasione in cui le armate di Federico II di Prussia e di Maria Teresa d’Austria riuscirono a scontrarsi. L’imperatrice madre si spense un anno dopo, nel 1780. Il re della fortunata (ricordate perché?) Casa di Brandeburgo venne a mancare sei anni dopo, nel 1786.

Gli storici tendono a ricordare il conflitto per la successione in Baviera come “l’ultimo combattuto in Europa secondo il vecchio stile“, per il quale mentre le armate si fronteggiavano i diplomatici cercavano di venire a capo della questione nelle capitali coinvolte, al contrario di quanto si farà a distanza di una sola generazione dapprima con le guerre rivoluzionarie francesi e poi con le guerre napoleoniche – dove i vincitori cercheranno di porre i vinti di fronte al fatto compiuto, il più delle volte senza passare per i lenti canali diplomatici.