Storia Che Passione
Accadde oggi: 26 luglio

Accadde oggi: 26 luglio

Almanacco del 26 luglio, anno 1953: gli uomini di Fidel Castro assaltano la caserma Moncada. L’episodio segna l’inizio convenzionale della Rivoluzione cubana, fra gli eventi storici più rilevanti dell’intero Novecento. L’assalto alla caserma Moncada di Santiago di Cuba fu un clamoroso fallimento dal punto di vista militare ma rappresentò un punto di non ritorno per storia dell’isola caraibica. Sì, perché fu il momento in cui il giovane avvocato Fidel Castro ruppe definitivamente con il sistema istituzionale cubano e decise di affrontarlo frontalmente, tanto con le armi quanto con le idee.

Accadde oggi: 26 luglio

Per comprendere la portata dell’assalto alla caserma Moncada, bisogna fare un passo indietro al marzo 1952, quando Fulgencio Batista, già protagonista della vita politica cubana negli anni Trenta e Quaranta, rientrò con un colpo di stato sulla scena politica, rovesciando il governo democraticamente eletto di Carlos Prío Socarrás. Batista, con l’appoggio di Washington, instaurò una dittatura militare che mise fine a ogni prospettiva democratica. Si sospesero le garanzie costituzionali, si sciolse il Congresso e il vertice ora al comando silenziò le opposizioni.

Molti giovani, tra cui Fidel Castro, che all’epoca aveva appena 26 anni ed era un avvocato politicizzato ma ancora sconosciuto al grande pubblico, non mandarono giù il boccone. Castro era un attivista del Partido Ortodoxo, una formazione social-populista che si opponeva alla corruzione dilagante, e vedeva nella democrazia parlamentare una via di riscatto per il popolo cubano. Ma il golpe di Batista chiuse ogni spazio legale all’azione politica.

Solo dopo aver abbracciato gli ideali del marxismo, Castro Castro maturò l’idea di passare alla lotta armata. Il suo obiettivo era ambizioso e temerario: assaltare la seconda base militare più importante dell’isola, la caserma Moncada, a Santiago di Cuba. L’attacco avrebbe avuto una valenza simbolica e strategica. Impadronirsi della caserma avrebbe significato prendere possesso di armi, comunicazioni e posizione, dando il via a un’insurrezione generale.

26 luglio Castro interrogato dopo gli eventi

Fidel Castro elaborò il piano nella più stretta riservatezza. Nemmeno i partecipanti conobbero i dettagli fino all’ultimo momento. Fidel Castro e suo fratello Raúl riuscirono a reclutare circa 120 uomini e donne (alcune fonti parlano di 135), la maggior parte giovani idealisti, studenti, operai e contadini senza addestramento militare, ma profondamente motivati. Erano armati in modo rudimentale: fucili da caccia, pistole, poche mitragliatrici, e divise dell’esercito per fingersi soldati regolari. Castro scelse come data l’alba del 26 luglio 1953, giorno successivo ai festeggiamenti carnevaleschi.

L’azione iniziò alle 5:15 del mattino. I ribelli giunsero in colonna, su diverse auto, e si avvicinarono alla caserma con l’intenzione di entrare e disarmare le guardie. I primi uomini riuscirono a sorprendere i militari di guardia, ma un soldato notò l’insolito movimento delle auto e diede l’allarme. Da quel momento, il piano si sfasciò rapidamente. Le autorità governative sopraffecero i ribelli. Molti non riuscirono nemmeno a entrare nel perimetro della caserma. I soldati, ben armati e in posizione difensiva, risposero con fuoco pesante. Il conflitto durò poco, ed ebbe un esito disastroso per gli assalitori. I morti furono numerosi, e molti dei sopravvissuti furono arrestati, torturati e uccisi sommariamente.

Le cronache parlano di 61 detenuti morti per tortura. La peggiore tortura però. Un caso simbolico è quello di Abel Santamaría, secondo in comando del gruppo, al quale vennero brutalmente cavati occhi e testicoli prima di essere giustiziato. Anche sua sorella, Haydée Santamaría, una delle poche donne del gruppo, venne torturata, e gli vennero mostrati gli occhi cavati del fratello come forma di ricatto. Non parlò.

26 luglio memoria Cuba 1953

Fidel Castro riuscì a fuggire verso le montagne della Sierra Maestra, ma venne catturato pochi giorni dopo, il 1º agosto. Durante il processo che ne seguì, si difese da solo, come avvocato. Davanti al tribunale tenne un’arringa difensiva memorabile, che un giornalista trascrisse col titolo La historia me absolverá, ovvero “La storia mi assolverà”. In quel discorso, Castro non si difese solamente. Egli attaccò con violenza il regime di Batista, denunciò la corruzione, la povertà, l’analfabetismo e la subordinazione economica di Cuba agli interessi americani.

Benché l’assalto fosse fallito militarmente, il 26 luglio divenne il simbolo della rinascita rivoluzionaria cubana. Castro e i suoi alleati fondarono un movimento clandestino chiamato proprio Movimiento 26 de Julio, che negli anni successivi sarebbe stato l’anima della guerriglia anti-batistiana. La caserma Moncada, da luogo del potere militare, si trasformò in simbolo della lotta popolare. La data entrò nella memoria collettiva dei cubani come inizio di una nuova era. Il messaggio di Fidel era chiaro: anche se abbiamo perso la battaglia, abbiamo lanciato una guerra che non finirà fino alla vittoria.