Almanacco del 24 luglio, anno 1132: si combatte la battaglia di Nocera, uno dei maggiori conflitti che vide coinvolto Ruggero II di Sicilia, nonché una delle sue peggiori sconfitte militari. Il tenzone avuto luogo a Nocera Inferiore (oggi in provincia di Salerno) il 24 luglio 1132, fu senza ombra di dubbio uno degli episodi più significativi delle guerre che segnarono l’ascesa di Ruggero II d’Altavilla al trono di Sicilia e il consolidamento della sua autorità su tutto il Mezzogiorno. Tuttavia lungo il fiume Sarno Ruggero II trovò la disfatta più totale. Una disfatta che andò ad inserirsi in un contesto già caratterizzato da forti tensioni tra l’aristocrazia feudale e la corona.

Anzitutto, un po’ di contesto. Siamo nell’anno di grazia 1130. Ruggero II, già signore della Sicilia e duca di Puglia e Calabria, ottenne la corona reale per concessione dell’antipapa Anacleto II, salito al soglio pontificio in opposizione a Innocenzo II. Quest’ultimo, riconosciuto dalla maggior parte della cristianità, considerò Ruggero un usurpatore. Di qui la spaccatura tra i sostenitori della monarchia centralizzata e i feudatari normanni, da tempo insofferenti al potere accentrato dei d’Altavilla.
Chi proprio Ruggero non lo poteva sopportare era certamente Rainulfo di Alife, potente signore normanno, che tra l’altro aveva ottenuto la contea di Ariano proprio da Ruggero dopo un primo tentativo di ribellione. L’equilibrio tra le parti, fragilissimo, durò veramente poco: Rainulfo si schierò con Innocenzo II e il suo alleato Roberto II di Capua, di fatto schierandosi col partito ribelle che intendeva difendere l’autonomia dei grandi feudatari contro le mire accentratici del nuovo re.

Nel 1132 i ribelli si concentrarono nella zona di Benevento, che si arrese rapidamente, e da lì minacciarono le posizioni tenute da Ruggero. Il re di Sicilia, preoccupato, si mosse rapidamente sugli Appennini. Portò dunque le sue forze a Nocera, una delle città più fortificate dell’intero territorio campano, che tuttavia era sotto il controllo del suo nemico, il principe di Capua.
Nocera, posta strategicamente nella valle del Sarno, era circondata da alture e dotata di solide difese. Ruggero II di Sicilia pose la città sotto assedio, ma il movimento dei ribelli fu altrettanto rapido. Rainulfo e Roberto accorsero in forze e, per attraversare il fiume Sarno dopo che Ruggero ne aveva distrutto il ponte, costruirono un ponte improvvisato che permise loro di entrare in azione con tempismo decisivo.
La domenica del 24 luglio 1132, le forze reali di Ruggero II erano schierate con la cavalleria in posizione avanzata. Le fonti storiche (Falcone Beneventano, vicino alle posizioni dei ribelli, e Enrico di Sant’Agata, lealista) concordano nel dire come il re stesso guidò una prima carica contro l’ala sinistra ribelle, comandata da Roberto di Capua, che inizialmente vacillò. Molti fanti capuani si ritirarono verso il ponte improvvisato, il quale crollò sotto il peso dei fuggitivi, causando un bel po’ di panico. C’è da crederlo!
Eppure l’attacco di Ruggero non incontrò alcun efficace sostegno. Allora Rainulfo intervenne con truppe fresche, circa 500 cavalieri scelti, che colpirono il fianco dell’esercito reale, cogliendolo impreparato. A quel punto l’equilibrio dello scontro cambiò bruscamente: le truppe del re iniziarono a perdere compattezza. Lo stesso Ruggero tentò di riorganizzare la resistenza, ma invano.

Rainulfo gettò infine tutta la sua forza in campo, lanciando prima la sua ala destra, poi quella sinistra. La rottura dello schieramento reale fu completa. Ruggero riuscì a fuggire con appena quattro cavalieri verso Salerno, lasciando sul campo settantadue baroni catturati, tra cui ventiquattro nobili di alto rango, e 700 cavalieri prigionieri. Venne catturata persino la bolla papale di investitura di Anacleto II. Si comprende dunque l’entità del colpo simbolico e propagandistico per i ribelli.
La vittoria di Nocera rappresentò il punto più alto del potere dei ribelli. Tuttavia, essa non portò a un ribaltamento duraturo. Nel 1133 l’imperatore Lotario II già alleato di Innocenzo II giunse a Roma e per l’incoronazione. Stette poco, poiché rientrò subito in Germania, lasciando i ribelli senza sostegno. Ruggero, approfittando della ritirata imperiale, riconquistò il terreno perduto. Già nel luglio del 1134, l’Altavilla costrinse i ribelli alla sottomissione: Rainulfo, Sergio VII di Napoli e altri capi della rivolta si arresero. Roberto II di Capua venne cacciato dalla città. Mentre la guerra riprese nel 1135 e si protrasse con alterne vicende fino alla definitiva affermazione della monarchia normanna.