Storia Che Passione
Accadde oggi: 21 agosto

Accadde oggi: 21 agosto

Almanacco del 21 agosto, anno 1772: ha successo il colpo di stato incruento di Gustavo III di Svezia. Dopo mezzo secolo di governo democratico (Epoca della libertà, in svedese friheitstiden), si instaura nel regno scandinavo un regime dispotico illuminato. Per la storia settecentesca del Paese il 21 agosto 1772 è una data fondamentale. Qui di seguito si cercherà di comprendere il perché.

Accadde oggi: 21 agosto

Per capire il valore del colpo di stato del 21 agosto 1772 bisogna prima assimilare il senso della cosiddetta “Epoca della libertà” svedese. Questo lungo mezzo secolo aveva visto il ridimensionamento del potere monarchico dopo la morte di Carlo XII (1718) e l’affermazione di un sistema parlamentare dominato da fazioni aristocratiche. Si trattava di formazioni politiche durissime nei contrasti interni, spesso corrotte e piegate alle ingerenze straniere: la Russia, la Francia e la Gran Bretagna finanziavano e sostenevano, a turno, le diverse fazioni per orientare la politica svedese. Il dominio assoluto del Riksråd, il consiglio reale, si interruppe nel 1771.

In quell’anno si spense il debole sovrano Adolfo Federico di Svezia e lo succedette al trono il primogenito Gustavo III. La sua ascesa al trono avvenne in uno scenario di divisioni intestine e di crescente sfiducia nelle istituzioni. Insomma, fu l’uomo giusto al momento giusto. Inizialmente re Gustavo indossò i panni dell’arbitro, cercando di ricomporre le lacerazioni e di convincere i partiti a moderare le proprie rivalità. Ma la situazione degenerò rapidamente. Il Riksdag (il parlamento; da non confondere con Riksråd) tentò di ridurlo a un ruolo puramente cerimoniale. Anche per non lasciar soccombere il Paese nel giogo politico e diplomatico russo, Gustavo III si decise a prendere in mano la situazione.

21 agosto incoronazione re Gustavo III di Svezia

La congiura prese corpo attraverso due uomini chiave: Jacob Magnus Sprengtporten, ufficiale finlandese in rotta con l’aristocrazia svedese, e Johan Christopher Toll, nobile che aveva sofferto a sua volta per le ostilità dei partiti. Il piano prevedeva il controllo simultaneo di due roccaforti strategiche: Sveaborg, la “Gibilterra del Nord”, presso Helsinki, e Kristianstad, in Scania. Mentre Toll riuscì a prendere Kristianstad il 6 agosto, Sprengtporten ebbe più difficoltà a muovere rapidamente dalla Finlandia. Questo lasciò Gustavo III in una posizione delicata: senza il supporto diretto dei congiurati, a Stoccolma rischiava l’isolamento politico e militare.

Fu in quel frangente che il re compì la scelta decisiva. Re Gustavo si mosse da solo, con decisione e teatralità, sfruttando il suo carisma personale. Il 19 agosto, montato a cavallo, prese la testa di circa 200 ufficiali fedeli radunati davanti all’arsenale della capitale e, rivolgendosi a loro con un linguaggio epico che evocava i grandi sovrani del passato – Gustavo Vasa, liberatore del regno nel Cinquecento, e Gustavo Adolfo, l’eroe protestante della Guerra dei Trent’anni – dichiarò di essere pronto a sacrificare la propria vita per la patria. La risposta degli ufficiali fu immediata e unanime. Lo avrebbero seguito. Nel frattempo, il presidente del Riksråd, Ture Rudbeck, e gli altri membri del Consiglio furono arrestati, privando così l’aristocrazia di ogni capacità di reazione.

21 agosto 1772 re Gustavo parla agli ufficiali svedesi

Nei giorni successivi, il colpo di stato prese la forma di un vero rito politico. Il 20 agosto la città di Stoccolma fu percorsa dagli araldi reali che intimavano la convocazione degli Stati Generali. La mattina del 21 agosto 1772, in una scena di grande impatto simbolico, Gustavo III apparve in pompa regale davanti al parlamento. Pronunciò allora una celebre orazione in cui accusava i partiti di aver tradito il bene comune, di aver distorto la legge, di aver anteposto le loro ambizioni agli interessi dello Stato e di aver trasformato la libertà in un “dispotismo aristocratico”. Quella filippica non fu soltanto un atto di accusa, ma una sapiente costruzione retorica, con cui il re si ergeva a difensore della nazione, protettore del popolo e garante della vera libertà. Gustavo sapeva parlare e in quel 21 agosto 1772 dette prova di ciò.

21 agosto re Gustavo vesti rivoluzione

Un risultato spettacolare, a dir poco. I deputati, incapaci di opporsi, approvarono all’unanimità la proposta del re di una nuova costituzione. La Carta riduceva drasticamente i poteri del parlamento e restituiva al sovrano una centralità assoluta. Il vecchio Riksdag si sciolse e nacque così una nuova fase della storia svedese, il “dispotismo illuminato” di Gustavo III. Nessun spargimento di sangue, anzi, larga parte della popolazione salutò il gesto del monarca con entusiasmo.

Il 21 agosto 1772 fu non solo la fine di un’epoca politica, ma anche l’inizio di un regno che, pur segnato da contraddizioni e tensioni, avrebbe proiettato la Svezia in un’era di riforme ispirate agli ideali dell’Illuminismo europeo.