Storia Che Passione

Accadde oggi: 16 settembre

Almanacco del 16 settembre, anno 1866: a Palermo divampa la “rivolta del sette e mezzo”. Una ribellione che ha ben poco a che fare con il celebre gioco di carte: il nome deriva infatti dal numero di giorni che durò. Essa infatti va connessa al malcontento che serpeggiava nel Mezzogiorno all’indomani della costituzione dello stato unitario. Ma procediamo con ordine.

L’impresa garibaldina dei Mille aveva portato con sé le promesse di un cambiamento sostanziale di condizione sociale delle masse proletarie del Sud, vessate dal malgoverno borbonico e dall’arroganza della nobiltà terriera. Invece, gran parte di quelle speranze rimasero lettera morta. Anzi, il nuovo stato italiano adottò una serie anche un provvedimento assai impopolare.

In primis la leva militare obbligatoria per tutti i maschi adulti, una misura che toglieva forza lavoro fondamentale per i campi, creando così disagi importanti per numerosi nuclei famigliari rurali. In secundis l’azione anticlericale che portò alla soppressione di numerosi conventi e l’incameramento dei loro beni.

Pertanto, in numerosi ambienti della società siciliana, specialmente fra gli ex-garibaldini, serpeggiava un nutrito sentimento di delusione nei confronti delle politiche del nuovo stato unitario.

Ad un clima già molto teso si unirono anche le conseguenze della crisi economica: il disagio di molte famiglie esplose in un tumulto generale. Nella notte fra il 15 e il 16 settembre 1866 migliaia di persone si radunarono a Monreale e da lì partì la ribellione che nel giro di pochi giorni mise a ferro e fuoco Palermo, con violenti scontri con le forze dell’ordine presenti.

La risposta governativa non si fece attendere. Inviò nel capoluogo siciliano il generale Raffele Cadorna, colui che dopo quattro anni avrebbe guidato le truppe italiane alla conquista di Roma.

Egli, forte di circa 40.000 uomini (la sommossa era andata ingrandendosi fino a coinvolgere 35.000 persone), riuscì a riportare l’ordine dopo, appunto, sette giorni e mezzo, il 22 settembre. La rivolta di Palermo non costituì un caso isolato, ma anzi una spia del vivo malcontento delle classi popolari meridionali per l’esito deludente dell’epopea risorgimentale.