Storia Che Passione
Accadde oggi: 13 maggio

Accadde oggi: 13 maggio

Almanacco del 13 maggio, anno 1976: Pol Pot, pseudonimo di Saloth Sâr, viene nominato Primo ministro della Cambogia, ribattezzata Kampuchea Democratica. Già Segretario generale del Partito Comunista di Kampuchea, il leader dei guerriglieri comunisti cambogiani, comunemente noti come khmer rossi, il 13 maggio 1976 formalizzò politicamente un potere che de facto già si trovava fra le mani dei comunisti cambogiani. La data è importantissima per la storia del paese. Rappresenta l’inizio della fase più radicale e brutale del regime: la riorganizzazione totale dello Stato e della società cambogiana in chiave maoista-rivoluzionaria. Un processo che costerà la vita ad un quarto della popolazione nazionale.

Accadde oggi: 13 maggio

Dopo la cacciata dei colonialisti francesi nel 1954, Saloth Sâr, conosciuto col nome di battaglia di Pol Pot, rimase in Cambogia per fondare il Partito Rivoluzionario del Popolo Khmer. Ciò accadeva in un paese dove il monarca, Norodom Sihanouk, prima rinunciò al trono, abdicando, e poi indisse elezioni, formando un proprio partito e divenendo capo incontrastato della nazione. Quella di Sihanouk fu una dittatura monopartitica, allergica al dissenso e repressiva di ogni opposizione. Per questa ragione Pol Pot si diede alla macchia, trascorrendo 12 lunghi anni in latitanza per non incombere nella polizia segreta.

13 maggio bandiera Kampuchea Democratica

Nel 1968 il capo della sicurezza interna di Sihanouk, Lon Nol, avviò una brutale persecuzione contro i rivoluzionari, attirando le simpatie dell’Occidente anticomunista. Pol Pot reagì, indicendo una sollevazione armata contro l’attuale governo autoritario. In questo fu supportato dal Vietnam del Nord e dalla Repubblica Popolare Cinese. Tenete a mente il nome di Lon Nol, poiché due anni dopo assumerà le redini del potere in Cambogia con un colpo di stato supportato dagli USA. La deposizione del capo di stato Sihanouk così come l’ingerenza americana (tanto politica quanto militare, visti i bombardamenti atti a “spazzar via i rifugi vietnamiti” in Cambogia) fece protendere la popolazione dalla parte dei khmer rossi.

13 maggio Pol Pot prende il potere

Al generale Lon Nol restavano le grandi città, controllate soltanto grazie all’appoggio statunitense. Quando nel 1973 venne meno, crollò anche l’autorità di Lon Nol. Scoppiò una guerra civile, che vide avvantaggiati i khmer rossi. Essi entrarono nella capitale Phnom Penh nel 1975. Agli inizi dell’anno successivo, la Cambogia divenne a tutti gli effetti una repubblica socialista. Il 13 maggio 1976 Pol Pot assunse la carica di Primo ministro e iniziò a varare delle radicali riforme comuniste. Non si impegnò molto per “nascondere” la sua ammirazione per Mao Zedong; denominò il processo “Super grande balzo in avanti”.

Da quel momento la Kampuchea Democratica conoscerà la barbarie di un folle governo genocida. Pol Pot si cimentò in una politica di totale rivoluzione agraria. Il nome non rende bene la drammaticità di quanto disposto. Si assisté allo smantellamento della società civile, perciò allo svuotamento delle città, all’abolizione della proprietà privata, alla soppressione della moneta e al divieto religioso. Tutti i cittadini, nessuno escluso, si videro costretti a lavorare nei campi collettivizzati sul modello sovietico, maoista e nordvietnamita. Chi si opponeva, andava incontro alla morte.

13 maggio regime genocida

È difficile fornire un quadro asettico di ciò che Pol Pot fece, una narrazione scevra dalle emozioni che un tale atteggiamento suscita nella pancia di chi legge. All’ovvia neutralizzazione dell’opposizione politica, seguirono misure di sicurezza volte al mantenimento dell’utopia cambogiana che definire estreme sarebbe un eufemismo. Proprio perché si considerava la cultura una forma di corruzione dell’animo socialista, chiunque non fosse iscritto al PCK (Partito Comunista di Kampuchea) ma fosse dotato di buona istruzione poteva finire giustiziato. Anche il solo indossare gli occhiali – sintomo di intellettualismo – poteva far venire il sospetto ai khmer rossi.

Il disprezzo per la vita non era un effetto collaterale dell’intero processo rivoluzionario, ma una colonna portante dello stesso. I megafoni di tutto il Paese dicevano che per portare avanti l’utopia comunista cambogiana non bastassero che uno o al massimo due milioni di persone. Per gli altri valeva il tetro proverbio “Tenervi non comporta alcun beneficio, eliminarvi non comporta alcuna perdita”.

13 maggio teschi cambogiani

Tra il 1975 e il 1979, il regime di Pol Pot fu responsabile della morte di circa 1,7 – 2 milioni di cambogiani, su una popolazione di 7-8 milioni. Il 7 gennaio 1979, l’intervento militare del Vietnam pose fine alla dittatura, occupando Phnom Penh e instaurando la Repubblica Popolare di Kampuchea.