Storia Che Passione
Accadde oggi: 10 novembre

Accadde oggi: 10 novembre

Almanacco del 10 novembre, anno 1293: nasce formalmente il Regno Majapahit, un influente impero talassocratico che per oltre due secoli, fino ai primordi del Cinquecento, determinò le sorti storiche del Sud-est asiatico. L’antico regno giavanese fu così importante che alcuni dei suoi lasciti storico-culturali sono tutt’oggi interpretati e strumentalizzati (per fini retorici, oltre che politici) dalla moderna Repubblica d’Indonesia. Credo sia curioso comprendere come nacque questo impero. Lo ritengo tale anche solamente per dimostrare quanto sia limitante l’approccio che le popolazioni cosiddette “occidentali” manifestano quando si tratta di inserirsi nei gangli della storia globale.

Accadde oggi: 10 novembre

L’origine del Regno Majapahit in realtà affonda le sue radici in un periodo di caos e di vendetta. Il contesto geografico è quello dell’isola di Giava. Più nello specifico nella sua parte orientale. Tutto cominciò alcuni anni prima rispetto al 10 novembre 1293. Ci troviamo nel 1290, quando il sovrano di Singasari, re Kertanegara, osò sfidare apertamente il potere più temuto del suo tempo. Sì, sempre loro: si parla di Mongoli. Il potere al quale alludo è quello di Kublai Khan, imperatore mongolo e fondatore della dinastia Yuan in Cina.

Il Gran Khan, che aveva già conquistato la Cina, la Corea e gran parte dell’Asia centrale, pretendeva da Kertanegara la sottomissione formale. Sottomissione che si traduceva ne l’invio di tributi annuali, secondo la prassi imposta ai sovrani delle terre lontane. A questo scopo inviò a Giava un ambasciatore, Meng Qi, con l’ordine di ottenere obbedienza. L’incontro, avvenuto nella grande sala del palazzo di Singasari, si trasformò però in un dramma diplomatico. Kertanegara, uomo di carattere inflessibile e convinto di possedere poteri soprannaturali, reagì con furia alla richiesta del Khan. Per umiliare il messaggero e, indirettamente, il suo padrone, ordinò che gli fosse tagliato il naso, gesto di inaudita offesa nel mondo asiatico.

10 novembre bassorilievi Majapahit

Il destino non tardò a presentare il conto. Nel 1293, tre anni dopo l’affronto, un’enorme flotta mongola partì dalla Cina diretta a Giava per vendicare l’onore del Khan. Tuttavia, nel frattempo, il re Kertanegara era stato assassinato dal suo stesso vassallo, Jayakatwang di Kediri, che aveva approfittato della situazione per impadronirsi del potere. Quando le truppe mongole sbarcarono sull’isola, trovarono dunque un nuovo nemico. Fu allora che Raden Wijaya, genero di Kertanegara e principe di grande abilità politica, vide nella situazione un’occasione irripetibile. Fingendosi alleato dei Mongoli, ottenne il loro aiuto per sconfiggere Jayakatwang, Ma una volta raggiunto l’obiettivo, si rivolse contro gli stessi invasori, costringendoli a una ritirata precipitosa e umiliante.

Il 10 novembre 1293 secondo il calendario gregoriano Raden Wijaya divenne re col nome di Kertarajasa Jayawardhana. Segnò così la nascita ufficiale del Regno di Majapahit. Da quel momento, il nuovo sovrano si propose di unire sotto il suo scettro le isole dell’arcipelago indonesiano, gettando le basi di quella che sarebbe diventata una delle più potenti talassocrazie della storia asiatica.

10 novembre principe Raden Wijaya

Nel corso del XIV secolo, Majapahit conobbe il suo massimo splendore, soprattutto durante il regno del re Hayam Wuruk (1334–1389) e grazie al genio politico e militare del suo visir Gajah Mada (1290–1364). Fu proprio Gajah Mada a pronunciare il celebre “Sumpah Palapa”, il giuramento con cui si impegnava a non gustare spezie né piaceri finché non avesse unificato sotto la bandiera di Majapahit tutto l’arcipelago.

Il sogno divenne realtà: al suo apogeo, Majapahit esercitava il controllo su un territorio vastissimo. Esso comprendente Giava, Sumatra, Borneo, Bali, Lombok, Sulawesi, e spingendosi fino all’attuale Singapore, Malesia peninsulare e Thailandia meridionale. Si trattava, in sostanza, di una talassocrazia capace di dominare i flussi commerciali che collegavano l’Oceano Indiano al Mar Cinese Meridionale. Attenzione a non radicalizzare il concetto stesso di “controllo”. Quest’ultimo, nella maggior parte dei casi si esplicava nella riscossione di tributi e non, come si potrebbe credere, in un’amministrazione diretta dell’arcipelago. Detto ciò, Majapahit dominava de facto i mari.

10 novembre resti impero

Il segreto del potere di Majapahit risiedeva nella combinazione tra abilità politica, forza navale e prosperità agricola. Le risaie giavanesi, alimentate da complessi sistemi di irrigazione, garantivano raccolti abbondanti, mentre le flotte mercantili trasportavano spezie, tessuti, oro e porcellane in tutto il Sud-est asiatico. I porti di Majapahit brulicavano di mercanti cinesi, arabi, persiani e indiani. In pratica un crocevia di lingue, credi e costumi che fece del regno un mosaico culturale unico.

L’impero Majapahit non fu soltanto una potenza economica e militare, ma anche una civiltà di straordinaria raffinatezza spirituale e artistica. La corte reale era permeata da un sincretismo religioso che univa elementi dell’induismo e del buddhismo tantrico, in un equilibrio che anticipava la futura pluralità dell’Indonesia moderna. Le donne godevano di un rispetto insolito per l’epoca e spesso ricoprivano ruoli di rilievo nella burocrazia e nella cultura di corte.

10 novembre arte Majapahit

I templi e le sculture, come quelli di Trowulan, l’antica capitale, testimoniano un’arte ricca di simbolismi, in cui la pietra si animava di divinità, demoni e figure mitiche. I poemi epici e le cronache narravano con toni solenni le gesta dei sovrani e l’ordine cosmico che giustificava il loro potere.

Come spesso accade, la grandezza di Majapahit conteneva in sé il germe della propria fine. Le lotte di successione dopo la morte di Hayam Wuruk, unite all’espansione del commercio islamico nell’arcipelago e all’ascesa di nuovi centri come Malacca, portarono a un progressivo indebolimento del potere centrale. Verso la fine del XV secolo, la giungla aveva già inghiottito i palazzi e i templi di Trowulan. L’impero che un tempo aveva sfidato i Mongoli era ormai un ricordo.

10 novembre capitale Trowulan

Nonostante il declino, l’eredità di Majapahit non è mai davvero svanita. Nel 1945, quando l’Indonesia proclamò la propria indipendenza dai Paesi Bassi, il presidente Sukarno cercò nel passato un simbolo dell’unità e della forza del suo popolo. Lo trovò proprio in Majapahit, che considerò un precursore dello Stato indonesiano moderno. Non a caso, i colori della bandiera nazionale, rosso e bianco, derivano da quelli sventolati durante la proclamazione del regno giavese il 10 novembre 1293.