Storia Che Passione
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Foto del giorno: il bizzarro vestito del Taj Mahal durante la Seconda Guerra Mondiale

Fotografia di John Atherton, India, 1943. Nell foto di John Atherton, tratta dal Protective scaffolding over the Taj Mahal, Agra, India, vediamo il Taj Mahal “vestito” in maniera assai insolita. Tutto accadde durante la Seconda Guerra Mondiale e fu fatto nel tentativo di proteggere l’edificio dai bombardamenti.

Le insolite vesti del Taj Mahal

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Crediti foto: @John Atherton, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

Siamo abituati a vedere il Taj Mahal in un certo modo. Di sicuro non con la cupola circondata da quella bizzarra (se vogliamo essere generosi e definirla così) impalcatura. Ebbene: se nel 1942-1943 vi foste trovati da quelle parti, probabilmente vi sarebbe scappato un “ohibò” nel vedere così conciato il celebre monumento. Seguito immediatamente da un “perché?”.

In realtà la spiegazione è alquanto semplice. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Luftwaffe tedesca, insieme agli alleati nipponici, creò non pochi problemi agli Alleati. I bombardamenti che ne derivarono abbatterono navi, aerei e infrastrutture, per tacere di tutte le vittime. Così il governo britannico iniziò seriamente a preoccuparsi del fatto che, uno dei prossimi obiettivi, potesse essere il Taj Mahal, il tesoro nazionale coloniale indiano.

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In effetti avevano più di qualche buon motivo per preoccuparsi. Distruggere l’edificio avrebbe voluto eliminare una parte importante della storia indiana. La costruzione del Taj Mahal, infatti, risaliva al 1631, quando Shah Jahan decise di far costruire questo enorme monumento in marmo bianco come mausoleo per la moglie Mumtaz Mahal, morta di parto all’inizio dell’anno.

Considerate che ci volle più di un decennio per terminare l’edificio, mentre ne furono necessari altri cinque per finire il giardino. Insomma: un potenziale bombardamento con annessi danni era qualcosa da evitare a ogni costo, visto che sarebbe stato impossibile ripararlo.

Ma come fare? Pensa e ripensa, ecco che qualcuno se ne saltà fuori con un’idea alquanto bislacca. Tutto partiva da un semplice presupposto. Se era vero che le unità aeree tedesche e giapponesi erano temibili, era anche vero che all’epoca non disponevano di chissà quali mezzi di precisione per colpire. Tanto per dire: non c’erano GPS, immagini satellitari o dispositivi sofisticati per guidare i missili.

Per questo motivo gli inglesi decisero che il modo miglior per proteggere il Taj Mahal era quello di ricorrere a un mimetismo essenziale. A questo punto vi starete chiedendo come si poteva pensare di mimetizzare un colosso di marmo bianco di quella portata.

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Ebbene, in pratica costruirono delle impalcature di bambù sopra la cupola (si dice anche forse sul resto dell’edificio, ma dalla foto si vede solamente la cupola ricoperta). In questo modo dall’altro il Taj Mahal sarebbe sembrato solamente una catasta di legno o una foresta di bambù e non un monumento. L’idea fu presa così sul serio che di quella procedura estremamente top secret esistono poche foto. E fra di esse in pratica si vede solo la cupola ricoperta di bambù.

Effettivamente, l’Asse non bombardò mai il Taj Mahal, ma non è dato sapere se perché non interessasse come obiettivo o se perché questo tentativo di mimetismo confuse i piloti tedeschi e giapponesi.

Quello che ci chiediamo da profani è: d’accordo, la cupola (e forse il palazzo) erano mimetizzati dal bambù che, dall’alto, poteva essere scambiato per cataste di legno o foreste di bambù. Ma tutto il parco intorno? Quanto è effettivamente visibile dall’alto quell’enorme giardino? Quello come l’avevano mimetizzato?