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Foto del giorno: il crepuscolo del vecchio West

Foto del giorno: il crepuscolo del vecchio West

Fotografia di Erwin Evans Smith (conservata dalla Biblioteca del Congresso), Bonham, Texas, USA, 1910. Un cowboy texano osserva una mandria sottostante mentre siede su una collinetta, vicino al suo destriero. Lo scatto fotografico è per molti emblematico della fine di un’epoca, quella del selvaggio, sregolato e vecchio West. Il crepuscolo di un’era sicuramente romanticizzata e idealizzata dalle forme d’intrattenimento novecentesche. E che tuttavia resta affascinante per chi cerca di studiarla nella sua più cruda essenza.

Foto del giorno: il crepuscolo del vecchio West

Erwin Evans Smith, colui che per parola dello storico H. Steger possiede il merito di aver “dato vita con la macchina fotografica al resoconto più completo mai realizzato del vecchio West”, scattò questa fotografia iconica nel 1910. Ed è iconica perché trasmette un senso di distacco fra ciò che era stato fino ad allora – in termini di evoluzione sociale e progresso tecnico – e ciò che sarà di lì in poi. Non c’è bisogno che vi ricordi cosa accadrà quattro anni dopo lo scatto.

E mentre le automobili si facevano letteralmente strada in un mondo che si apprestava a vivere il suo secolo corto, le macchine implementavano nuovi modi di intendere la produzione industriale su larga scala e si compivano passi da gigante nell’aviazione (dove l’operato dei fratelli Wright rappresenta un momento apicale, ma non pionieristico!), il vecchio West s’apprestava ad esalare il suo ultimo respiro. Il cowboy texano è una reliquia vivente di un passato pressoché svanito.

vecchio West 1910 cowboy

Il cowboy del mito, come quello della realtà, conobbe il suo exploit nel secondo Ottocento. Alcuni storici addirittura azzardano una periodizzazione netta, indicando il ventennio 1866-1886 come epoca d’oro dei pascoli aperti e delle grandi mandrie di bestiame.

Alla fine della terribile guerra di secessione se ne contavano oltre 5 milioni in tutto il territorio nordamericano. Il Texas rappresentava però una culla del fenomeno – senza scomodare il gaucho, quello che in tempi non sospetti ho definito il cavaliere errante della Pampa argentina.

Cowboy erano coloro i quali detenevano capi di bestiame allevati allo stato brado nelle sterminate distese brulle del West americano. Un quarto di questi “ragazzi delle mucche” (bruttina la traduzione letterale eh) era di pelle nera, nel caso non lo sapeste. Essi guidavano dalle poche centinaia alle migliaia di bestie per chissà quanti chilometri fino al mercato, attraversando scenari naturali sì mozzafiato, ma anche potenzialmente fatali; affrontando ostacoli quali nubifragi, siccità, saette, freddo intenso o caldo asfissiante, animali messi al mondo da un Dio che per te vuole solo l’atroce dipartita (parente di quello australiano), fuorilegge e intoppi di svariata entità.

vecchio West scatti di E. E. Smith

In un’epoca in cui l’identità americana stava ricostruendosi dopo le picconate della guerra civile, il cowboy rappresentò l’eroe popolare al quale aggrapparsi. Il simbolo del “se vuoi, puoi”, l’emblema di un individualismo forte, granitico di fronte alle inevitabili sfide che la natura pone. Una natura, quella del vecchio West, che si poteva dominare, come la mentalità statunitense imponeva e impone ancora oggi. Tutto ciò evidenziato da una fotografia all’apparenza affrancata di significati particolari, ma solo agli occhi di chi all’estetica non associa ulteriori accezioni simboliche.