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Foto del giorno: le cascate del Niagara come non le avete mai viste

Foto del giorno: le cascate del Niagara come non le avete mai viste

Fotografia del Niagara Foundation, cascate del Niagara, Stato di New York, USA, 12 giugno 1969. Per la prima volta in epoca moderna, le cascate del Niagara smettono di essere cascate. Non è un errore di battitura, né un refuso stilistico, semplicemente un evento storico che – seppur con le dovute precisazioni, che di qui a poco farò – è rimasto impresso nella memoria collettiva nordamericana.

Foto del giorno: le cascate del Niagara come non le avete mai viste

Domanda: cosa accadde esattamente il 12 giugno 1969? Allora, la decisione di interrompere momentaneamente il corso del fiume Niagara fu presa dal U.S. Army Corps of Engineers, il corpo di ingegneria dell’esercito statunitense. Da tempo si osservava con crescente preoccupazione il progressivo deterioramento della scarpata rocciosa su cui si infrangeva la cascata (o meglio, una delle tre cascate, come ricorderete da quest’altro approfondimento).

I geologi temevano che l’erosione naturale, incessante da millenni, potesse alterarne in modo irreversibile la forma o addirittura provocarne il collasso. Così, in una delle più ambiziose operazioni ingegneristiche mai tentate in un sito naturale, si decise di fermare temporaneamente il salto dell’acqua per studiare la struttura del letto e mettere in sicurezza la parete.

cascate del Niagara deviazione fiume

Il progetto fu mastodontico. Per deviare il corso del fiume Niagara, costruirono una diga lunga 182 metri, composta da oltre 27.800 tonnellate di roccia e posizionata a monte delle American Falls, nei pressi di Goat Island. Con essa, i tecnici dirottarono verso le più ampie Horseshoe Falls, situate sul lato canadese, circa 270.000 litri d’acqua al secondo. Un volume immenso, che fino a quel momento aveva alimentato il salto americano. Così, il 12 giugno 1969, dopo oltre 12.000 anni di flusso ininterrotto, le American Falls rimasero asciutte.

cascate del Niagara secca

Per mesi, la scena che si presentò agli occhi degli ingegneri e dei visitatori fu surreale. Era un paesaggio lunare fatto di rocce grigie, sedimenti e carcasse di alberi incastrate tra le fenditure. Il fondo del letto, fino ad allora nascosto sotto la furia dell’acqua, rivelò un accumulo di detriti alti diversi metri, depositatisi nel corso degli anni, in particolare dopo una frana avvenuta nel 1954. Alcuni geologi suggerirono di rimuovere completamente il materiale per restituire alle cascate la loro forma originaria. Come è facile credere, il progetto fu presto abbandonato per i costi astronomici e, non ultimi, i rischi ambientali.

cascate del Niagara fotografia 1969

Nel frattempo, gli operai perforavano la roccia, installavano bulloni d’acciaio e sistemi di ancoraggio per stabilizzare i punti più vulnerabili della parete. Si prelevarono “carote geologiche” (no, non sono quello che pensate…) per analizzare la composizione e la resistenza delle rocce, mentre una passerella temporanea, costruita a pochi metri dal ciglio del baratro asciutto, consentiva a tecnici e visitatori di camminare laddove prima scrosciava una delle cascate più celebri del pianeta. Le fotografie di quel periodo trasmettono ancora oggi un senso di straniamento profondo.

cascate del Niagara intervento artificiale blocco acqua

Dopo circa sei mesi di lavori, nel novembre del 1969, l’operazione giunse al termine. Davanti a una folla di oltre 2.600 spettatori, gli artificieri fecero esplodere con la dinamite la diga temporanea, liberando di nuovo il corso del fiume. In pochi minuti, l’acqua tornò a precipitare con la sua consueta potenza, cancellando il silenzio irreale dei mesi precedenti. Le American Falls ripresero vita, e il Niagara tornò a essere ciò che era sempre stato.