Storia Che Passione
Accadde oggi: 5 novembre

Accadde oggi: 5 novembre

Almanacco del 5 novembre, anno 1384: il capitano di ventura francese Enguerrand de Coucy, dopo aver conquistato con le armi Arezzo, pone fine all’indipendenza del comune vendendolo alla città di Firenze per la somma di 40.000 fiorini d’oro. Per la storia di Arezzo il 5 novembre 1384 è certamente una data cardine, ed è bene ricordare perché.

Accadde oggi: 5 novembre

Prima di tutto cerchiamo di comprendere cosa stesse succedendo in Italia in quei decenni. Non è un mero esercizio di memoria, ma è utile a comprendere in che quadro s’inserisce la caduta di Arezzo e la successiva vendita a Firenze. Allora, quello era un periodo in cui eserciti mercenari e un incessante intreccio di guerre, oltre che di alleanze mutevoli, contraddistinguevano il panorama politico, economico e militare dell’Italia centrale. Protagoniste erano, ad esempio, le città toscane di Firenze, Siena, Pisa, Arezzo, e la umbra Perugia, le quali si contendevano il predominio politico ed economico della regione.

In questo scenario, l’intervento di Enguerrand de Coucy si inserì nel più vasto tentativo di Luigi d’Angiò di conquistare il Regno di Napoli, allora sotto la corona di Carlo III d’Angiò-Durazzo. Impresa questa che lo portò a marciare attraverso la penisola raccogliendo condottieri e mercenari da tutta Europa. Solo così, infatti, capiamo cosa ci facesse un capitano di ventura francese (uno dei più abili del suo tempo, bisogna ammetterlo) all’imbocco del Casentino. Comunque dello scontro per il trono del regno partenopeo abbiamo già parlato in un vecchio, ma esaustivo, approfondimento – questo per l’esattezza.

5 novembre città di Arezzo

Enguerrand VII, signore di Coucy e conte di Soissons, era un uomo di nobile lignaggio, ma anche di raffinata cultura. In lui conviveva altresì l’anima del guerriero spietato, del freddo calcolatore e del comandante di ventura. Dopo aver combattuto i turchi un po’ ovunque nel Mediterraneo, portò in Toscana un esercito ben addestrato e abituato alle campagne.

Pose gli occhi su Arezzo, città di grande importanza strategica, posta com’era al confine tra la Toscana e l’Umbria. L’assedio fu breve ma violento, e la resistenza aretina, già indebolita da dissidi interni e da anni di declino politico, non poté durare a lungo. Nel settembre del 1384 la città cadde nelle mani del condottiero francese. Era la fine di secolare autonomia amministrativa. Invece esattamente dal 5 novembre 1384, data della vendita aretina a Firenze, cominciava la lunga stagione sotto il dominio del capoluogo toscano.

5 novembre Arezzo sotto Firenze 1384

Il condottiero non lasciò però la città senza un ultimo gesto simbolico. Infatti trafugò la reliquia della testa di San Donato, patrono di Arezzo, considerata uno dei più preziosi tesori spirituali della città. Portò con sé il reliquiario attraverso gli Appennini. Giunto a Forlì fu costretto a cederlo a Sinibaldo Ordelaffi, signore della città romagnola, che riscattò la reliquia e la conservò con grande devozione prima di restituirla agli aretini. Questo episodio, raccontato dalle cronache del tempo, ebbe un forte valore simbolico. Si percepì il furto della reliquia come un segno tangibile della profanazione e dell’umiliazione subita da Arezzo. Eppure la sua restituzione divenne anche un simbolo di rinascita e di fede incrollabile.