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Accadde oggi: 20 ottobre

Accadde oggi: 20 ottobre

Almanacco del 20 ottobre, anno 1962: scoppia la guerra sino-indiana per il controllo dell’area nordoccidentale del territorio indiano del Kashmir, l’Aksai Chin, e nordorientale NEFA (“North East Frontier Agency”), rispettivamente delimitati dalla Linea Johnson e dalla Linea McMahon. Il conflitto scoppiò in quel 20 ottobre a causa di offensive simultanee cinesi nel territorio indiano del Ladakh. Esso coinvolse un totale di circa 100.000 unità armate, 2/3 dei quali cinesi. La crisi fu breve, poiché si esaurì nel giro di un mese, ma si rivelò intensissima, provocando la perdita (da intendere come somma di morti e feriti) di un numero di poco inferiore ai 10.000 uomini.

Accadde oggi: 20 ottobre

Cerchiamo però di capire le origini di un conflitto tutt’ora irrisolto (formalmente la guerra non si è mai conclusa). Tutto ruota attorno alla complessa frontiera indo-cinese. Un nome su tutti: Aksai Chin. Si tratta di un’enorme distesa di altipiani desertici situata tra il Tibet e lo Xinjiang. Oggi ricade sotto l’amministrazione di Pechino, ma il governo di Nuova Delhi lo rivendica come parte del Ladakh, regione del più esteso Kashmir.

Il primo confine ufficiale risale al 1865, quando i britannici (allora potenza coloniale in India) tracciarono la cosiddetta “Linea Johnson”. Questa incorporava l’Aksai Chin entro i limiti indiani. La Cina – imperiale, nazionalista o comunista che fosse – non solo non partecipò mai alle consultazioni, ma avanzò continuamente lamentele sulla questione geopolitica.

20 ottobre confine indo-cinese

Alla fine del XIX secolo, di fronte alle prime proteste cinesi, Londra cercò di correggere la rotta e propose un nuovo tracciato, la “Linea Macartney-MacDonald” del 1899, che spostava il confine più a sud, riconoscendo la sovranità cinese su parte dei territori. Tuttavia, la Cina non ratificò mai ufficialmente quell’accordo, e quando nel 1947 l’India ottenne l’indipendenza, adottò unilateralmente la Linea Johnson come propria frontiera. Per la neonata Repubblica Popolare Cinese, nata nel 1949, ciò equivaleva a un’usurpazione territoriale. Questi i germi della contesa.

Se credete che con il secondo dopoguerra arrivarono certezze, vi sbagliate di grosso. No, dagli anni ’50 in poi fu un succedersi di fratture. Mentre il mondo si divideva in blocchi, Cina e India, due giganti riemersi dal dominio coloniale, si guardavano con sospetto. Le tensioni esplosero quando Pechino iniziò a costruire una strada strategica che collegava lo Xinjiang al Tibet, attraversando l’Aksai Chin. Era un’opera vitale per il controllo dell’altopiano tibetano, che Nuova Delhi scoprì solo a lavori quasi ultimati.

20 ottobre soldati cinesi avanzano Ladakh

L’India reagì con durezza, ma la Cina trovò nel Pakistan un interlocutore più accondiscendente. Islamabad, a sua volta in contrasto con l’India per il controllo del Kashmir, accettò di riconoscere il confine proposto da Pechino e di fatto cedette le proprie pretese sull’Aksai Chin. Per l’India, si trattò di una doppia provocazione: da un lato un’intrusione cinese nei propri territori, dall’altro un accordo bilaterale che la escludeva del tutto.

Il 20 ottobre 1962, dopo settimane di tensione crescente e falliti tentativi diplomatici, la Cina lanciò l’offensiva in due settori: l’Aksai Chin, a ovest, e l’Arunachal Pradesh, a est, allora conosciuto come NEFA. Le forze indiane, male equipaggiate e impreparate al combattimento in alta quota, furono colte di sorpresa. Iniziava così la guerra sino-indiana.

20 ottobre soldati indiani addestramento

Le truppe cinesi avanzarono rapidamente tra i valichi himalayani, spingendo l’esercito indiano a una ritirata disordinata. La guerra si combatté a oltre 5.000 metri di altitudine, in condizioni proibitive. Il freddo, la carenza di ossigeno e le difficoltà logistiche causarono più vittime del nemico stesso. Da parte indiana, le carenze strategiche e la mancanza di coordinamento ebbero effetti devastanti.

La guerra durò appena un mese, ma lasciò un segno profondo. Il 21 novembre, la Cina dichiarò una tregua unilaterale, ritirandosi dietro la cosiddetta Line of Actual Control, che da allora costituisce la linea di separazione de facto tra i due Paesi. Pechino mantenne il controllo dell’Aksai Chin, mentre propose, senza successo, di restituire i territori conquistati a est in cambio del riconoscimento del suo dominio sulla regione contesa.

20 ottobre Stati Uniti India

Il conflitto scoppiò in un momento delicato per la scena internazionale. Mentre i missili sovietici cercavano una sponda su Cuba, il mondo sfiorava la guerra nucleare. L’India chiese aiuto agli Stati Uniti, ma Washington, impegnata nella crisi caraibica, non poté intervenire. Fu invece l’Unione Sovietica a cogliere l’occasione, rafforzando i legami con Nuova Delhi e inaugurando una lunga stagione di cooperazione militare e tecnologica che avrebbe definito gli equilibri del subcontinente per decenni.

Internamente, la sconfitta provocò un terremoto politico. Il Partito Comunista Indiano fu accusato di simpatizzare con Pechino, e nel 1964 si spaccò in due, dando vita al Partito Comunista Marxista, oggi ancora attivo sulla scena politica nazionale. Sul piano internazionale, invece, la Cina consolidò la propria alleanza con il Pakistan, aprendo un fronte diplomatico che avrebbe complicato ulteriormente le relazioni indo-pakistane.

20 ottobre mappa frontiera Cina India

Dopo anni di gelo, le relazioni diplomatiche tra Cina e India furono riavviate solo nel 1979. Eppure il ricordo della guerra iniziata il 20 ottobre 1962 continua a pesare sulle relazioni bilaterali. Sebbene nel 1993 entrambi i governi abbiano firmato un accordo per il rispetto della Line of Actual Control, gli incidenti lungo il confine non sono mai cessati.