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Ecco come un'umile contadina ingannò per mesi l'aristocrazia britannica: la buffa storia della principessa Caraboo

Ecco come un’umile contadina ingannò per mesi l’aristocrazia britannica: la buffa storia della principessa Caraboo

Edward Bird, un pittore di genere inglese, attivo a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo, nel 1817 realizzò un dipinto e lo intitolò Princess Caraboo. Due anni dopo l’artista di Bristol venne a mancare per problemi di salute, ma fece comunque in tempo a consegnare ai posteri un ritratto abbastanza peculiare. Peculiare per non dire altro, dato che raffigurava una donna, la fantomatica principessa Caraboo, che per svariati mesi divenne l’oggetto del chiacchiericcio di un’intera nazione. Cosa fece per ottenere così tanta attenzione? Semplice, ingannò la fiera aristocrazia britannica. Il gesto fu tanto eclatante da giustificare la realizzazione di un ritratto in suo onore.

Ecco come un'umile contadina ingannò per mesi l'aristocrazia britannica: la buffa storia della principessa Caraboo

Ma per capire il senso intrinseco della truffa, fra le più pittoresche dell’intero XIX secolo, dobbiamo prima comprendere chi fosse davvero la principessa Caraboo e cosa la spinse a cimentarsi in questa avventura folle e geniale al contempo. Folle e geniale visto che in pochi mesi riuscì a rivelare tanto le ingenuità della società britannica quanto il fascino esercitato dall’esotico in un’epoca segnata dal colonialismo e dalla scoperta di mondi lontani.

Tutto ebbe inizio nell’aprile del 1817, quando una giovane donna vestita in modo inconsueto comparve nei dintorni di Almondsbury, nel Gloucestershire. Non parlava inglese, sembrava sperduta e comunicava con gesti incomprensibili. La comunità locale, incuriosita, la condusse presso la residenza di Samuel Worrall, magistrato del luogo. Qui, tra perplessità e tentativi maldestri di capire la sua identità, un marinaio affermò di riconoscere nella sua parlata una lingua proveniente dalle isole del Pacifico. Mai fidarsi di un marinaio. Un adagio che gli abitanti di Almondsbury non conoscevano tanto bene.

principessa Caraboo disegno

Fu proprio questa “traduzione” ad alimentare il mito. Secondo l’uomo di mare, la sconosciuta sosteneva di chiamarsi Caraboo ed essere una principessa dell’isola di Giava. Raccontava di essere stata catturata dai pirati e di essersi salvata con una fuga rocambolesca che l’aveva portata fin sulle coste inglesi. La storia era tanto bizzarra quanto affascinante, e in un clima culturale dove l’orientalismo e l’esotismo esercitavano un fortissimo richiamo, la nobiltà britannica non esitò ad accoglierla come un’ospite d’onore.

La giovane interpretò la parte con grande abilità. Indossava abiti ricercati, improvvisava danze rituali, si esprimeva in una lingua misteriosa (in realtà un miscuglio di termini inventati e parole romaní apprese casualmente durante i suoi vagabondaggi). Scriveva anche segni indecifrabili che presentava come scrittura della sua lontana terra. Il pubblico, suggestionato e affascinato, non mise in dubbio la sua identità. Per dieci settimane, Caraboo fu al centro dell’attenzione, invitata nei salotti aristocratici e circondata da curiosità e ammirazione.

principessa Caraboo scrittura inventata

La farsa si infranse bruscamente quando un oste riconobbe il suo volto in un ritratto apparso sui giornali. Quella donna non era una principessa straniera, ma Mary Baker, figlia di un ciabattino del Devon. Proveniva da un ambiente umile e difficile, aveva lavorato come domestica e aveva trascorso parte della sua vita in miseria, spostandosi di luogo in luogo. L’invenzione della principessa Caraboo fu per lei una via di fuga dalla dura realtà. Un modo per ribaltare i rapporti sociali e assumere, seppur temporaneamente, i panni di un personaggio regale.

La scoperta mise in ridicolo gran parte dell’aristocrazia locale, che si era lasciata abbindolare con tanta facilità. Tuttavia, invece di punirla severamente, prevalse un misto di imbarazzo e curiosità: si decise di finanziarle un viaggio negli Stati Uniti d’America, sperando di trasformare lo scandalo in spettacolo. Mary si recò a Filadelfia, dove tentò di riproporre il personaggio di Caraboo, ma lì l’incanto non funzionò. Ritornata in Inghilterra, abbandonò definitivamente la sua identità fittizia e trascorse il resto della vita in condizioni modeste, mantenendosi con la vendita di sanguisughe medicinali, fino alla morte nel 1864.

principessa Caraboo statua Bristol

La truffa della principessa Caraboo resta uno specchio sorprendente della mentalità del tempo. Da un lato rivela la sete di esotismo di una società che, nel pieno dell’espansione coloniale, era affascinata da ogni novità proveniente da mondi lontani. Dall’altro mette in luce la fragilità delle gerarchie sociali, che potevano essere momentaneamente sovvertite da una giovane donna di umili origini grazie soltanto alla forza della narrazione. In un certo senso, Mary Baker, con la sua improvvisazione geniale, anticipò l’arte della “costruzione di un personaggioche sarebbe diventata tipica delle epoche moderne.

principessa Caraboo film

La sua storia sopravvive in quel ritratto di Bird, ma anche nelle tappe geografiche del suo “tour dell’inganno”. A Bristol hanno costruito una statua in suo onore. Mentre nel 1994 una co-produzione anglo-statunitense ha dato vita ad un film dal titolo inequivocabile: La principessa degli intrighi in italiano. Il titolo originale, facile da intuire, è Princess Caraboo.